Di una cosa siamo sicuri: abbiamo portieri forti, in qualche caso fortissimi, come minimo promettenti. La base è Donnarumma, destinato a diventare il numero uno al mondo (oggi è almeno da podio), ben oltre le paturnie attuali relative al contratto in scadenza con il Milan. Ma la prossima estate sarà quella di almeno altri tre specialisti, potenzialmente e non solo tutti sul mercato. Fuori i nomi: Musso dell’Udinese, Silvestri del Verona e Cragno del Cagliari.

Il quarto sarebbe Alex Meret ma utilizziamo il condizionale, semplicemente perché crediamo che il Napoli voglia difendere l’investimento di 25 milioni fatto qualche anno fa. E se l’allenatore, com’è probabile, dovesse essere un altro, ci sono grosse chance che De Laurentiis sacrifichi Ospina, magari non rinnovandogli il contratto, puntando tutto sul ragazzo del ’97, considerato da molti addetti ai lavori il numero uno alle spalle del solito Gigio. Vedremo, è ancora presto per tirare le somme ma la traccia va tenuta in considerazione.

Juan Musso compirà 27 anni tra meno di un mese, è un mostro di rendimento, basterebbe guardare e confrontare le classifiche per capire l’effetto che fa. L’Udinese ha avuto il grande merito di scoprirlo e di portarlo in Italia; la stessa Udinese – parole recenti del direttore generale Marino – ha intuito che scatterà un’asta e che sarà quasi impossibile trattenerlo. Il discorso vale per De Paul, ma quello è un altro paio di maniche. Quando li hai cresciuti, li hai coccolati e li hai lanciati in orbita, devi assistere anche controvoglia alla loro partenza. L’Udinese ha memorizzato da un pezzo, ma essendo un club molto ricco e senza particolari problemi di bilancio, ha messo una tariffa e da quella non vuole spostarsi di un centimetro. La tariffa é 30 milioni che per un portiere sono tanti, tuttavia nel caso di Musso non si può certo dire che non li valga.

La fila è stata sempre capeggiata dall’Inter, che ha da mesi individuato nell’argentino il perfetto erede di Handanovic, ma che deve fare i conti con due dettagli non insignificanti. Il primo: Samir ha ancora un anno di contratto e di sicuro Musso non accetterebbe di indossare il nerazzurro per fare da balia. Il secondo: la situazione societaria non autorizza operazioni da anticipare in queste settimane, prima bisogna chiarire tutti gli altri aspetti. E c’è quindi chi vorrebbe giocare d’anticipo: in primis la Roma, che propone contropartite tecniche e che ha assistito all’improvvisa rinascita di Pau Lopez in Olanda, senza trascurare il Milan che ha scelto almeno un paio di profili in caso di addio di Donnarumma, anche in questo caso Juan è presente. Sarà una bella lotta, semplicemente perché il giudice Udinese è imparziale e vorrà scatenare – ci sembra il caso di ribadirlo – una fantastica asta.

Marco Silvestri è l’operazione più conveniente che ci sia. Non è più giovanissimo, ma 30 anni per un portiere sono come 26 per un centrocampista, ha almeno 7-8 anni di carriera davanti. Ma ha un contratto breve a Verona, breve nel senso che scadrà tra poco più di un anno, non ci sono margini per un rinnovo e diventa quasi automatico pensare a una cessione nella prossima sessione di mercato. Il prezzo è un affare come se fosse un saldo di lusso in via Montenapoleone a Milano: con 7-8 milioni, al massimo 10 se aggiungi qualche bonus, puoi portare a casa uno specialista dal rendimento straordinario, reduce da una stagione fin qui perfetta.

Se vogliamo, un premio alla gavetta: Silvestri ne ha viste di tutti i colori (anche una lunga parentesi con il Leeds) prima di svoltare con decisione e convinzione. C’è proprio la Roma sul ragazzone emiliano, a maggior ragione se la cifra chiesta per Musso dovesse prevedere molto cash e poche contropartite tecniche. E c’è anche la Lazio che potrebbe decidere di sacrificare Strakosha, reduce da un 2020-2021 abbastanza anonimo, e sapendo che Reina a quasi 39 anni non può essere eterno. Silvestri piace a Tare, esattamente come piace alla Roma, dalla lista togliamo il Napoli che in quel ruolo è ben coperto e probabilmente anche il Milan. All’ambizioso Marco non resta che chiudere la stagione nel migliore dei modi con l’Hellas e poi aspettare la telefonata giusta, sapendo che arriverà.

Alessio Cragno è un altro ‘94 di assoluto spessore, attualmente in credito con la fortuna: dopo la bastonata di Ronaldo che poteva costare cara, il Covid-19 che lo ha messo fuori dai giochi. Cragno ha un contratto ancora lungo con il Cagliari, scadenza 2024 e quindi oltre tre anni. Ma il buon senso impone di fare questo genere di riflessione: comunque vada la stagione di Giulini, alle prese con una salvezza che si è complicata, è normale pensare a un addio. In passato Cragno è stati seguito dalle big, Roma e Inter in testa, ma il suo mercato potrebbe svilupparsi anche fuori dall’Italia. Oppure internamente se davvero partisse un domino capeggiato dal solito Musso.

Cragno ha dimostrato di essere affidabile, parcheggiare ancora in Sardegna significherebbe tarparsi le ali e rinviare un salto che forse era maturo già la scorsa estate. Di sicuro, sarà l’estate dei portieri: la nostra mini lista può essere allargata a Gollini (non più intoccabile a Bergamo, ma servono tanti soldi per portarlo via), Perin (sulla carta torna alla Juve per fare il vice, ma vedremo), allo stesso Ospina (per i motivi già spiegati). Senza dimenticare gli altri giovani in rampa di lancio, un nome su tutti: Marco Carnesecchi, classe 2000, assoluto protagonista con l’Under 21 nella fase finale degli Europei, in prestito alla Cremonese dove si sta confermando, ma di proprietà dell’Atalanta. Gasperini lo stima a dismisura: se per una volta diventasse titolare piuttosto che finire sul mercato? E’ una traccia.