L’11 maggio di 21 anni fa è stato un giorno storico per i tifosi di Varese perché la squadra, guidata da Carlo Recalcati, in quella data ha conquistato il decimo scudetto dell sua storia, quello della Stella. La storica società varesina del patron Edoardo Bulgheroni, nell’estate del 1998, ha affiancato al nome della città il termine “Roosters”, che sta per “galletti da combattimento”, e proprio un gallo in versione cartone animato, con le ali che diventano braccia e mani, diventa il loro simbolo. Niente main sponsor sulla maglia dunque, anche perché i fondi arrivano da un pool di aziende.

I mesi estivi del ’98 sono stati quelli in cui, di fatto, è nata la squadra che ha poi trionfato nella primavera dell’anno seguente, perché il coach Charlie Recalcati e il Presidente Bulgheroni hanno costruito un roster non solo profondamente rinnovato, ma caratterizzato da scelte molto significative indirizzate principalmente verso giocatori italiani, alcuni dei quali sono poi andati a costruire l’ossatura di quella storica nazionale che nel 2004 è andata a vincere la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene, sempre guidata da Recalcati.

La stagione 1998-1999 di Varese è stata a due, anzi tre facce: dopo una prima parte della Regular Season da assoluti dominatori, gli uomini di Recalcati hanno subito una battuta d’arresto dopo la sconfitta nella finale di Coppa Italia contro la Kinder Bologna (Virtus). Quel ko ha notevolmente inciso sul morale del team, che poi ha perso anche gli ottavi di finale di Eurolega contro l’Olimpiakos Pireo e alcuni importanti match in campionato, chiudendo la stagione regolare al secondo posto, dietro la Teamsystem Bologna (Fortitudo). Nel playoff, però, è arrivata una terza fase, sofferta, ma alla fine trionfale.

Gli uomini di Recalcati per lo scudetto della Stella

Tutto comincia in quell’estate del 1998, quando Recalcati e Bulgheroni scelgono di puntare su giovani italiani che hanno due caratteristiche fondamentali: il talento e la follia. Vanno via Arijan Komazec, in direzione Olympiakos, Roberto Casoli (al Panionios) e Richard Petruška (al Galatasaray). Torna invece Francesco Vescovi e arrivano Giacomo “Jack” Galanda (in prestito dalla Fortitudo), l’ala croata Veljko Mrsic e il centro portoricano Daniel Santiago.

In rosa non c’è alcun americano, ma tanti giovani italiani: il trio delle meraviglie è composto dal playmaker Gianmarco Pozzecco, che ancora oggi è uno dei volti più amati del basket, Alessandro De Pol e Andrea Meneghin. E poi c’è Cristiano Zanus Fortes, che ricopre il ruolo di riserva, gioca poco e incide molto sui match e non a caso diventa il giocatore più amato in città. Completano il roster Giadini, Van Velsen, Bianchi e Calamia.

Charlie Recalcati riesce, con questi uomini, a mettere in campo una squadra dal gioco moderno, che gioca a memoria, che stordisce gli avversari grazie alla velocità e all’imprevedibilità. Pozzecco è certamente l’abile regista di tutto questo, ma anche Mrsic ci mette molta creatività nel suo gioco, mentre Jack Galanda, freddo e preciso, si fa trovare sempre pronto nei momenti decisivi.

La Regular Season e i playoff di Varese nel 1998-1999

Nel girone di andata della stagione regolare i Roosters dominando quasi incontrastati conseguendo ben 12 vittorie e solo una sconfitta, in casa contro Verona. Tra i successi più importanti c’è quello tra le mura amiche contro la Virtus Bologna di Ettore Messina, che è campione d’Italia e d’Europa in carica, poi ci sono anche i trionfi nel derby con Milano e in casa contro la Benetton Treviso con un +10. Gli uomini di Recalcati riescono anche a imporsi in casa della Fortitudo con un rotondo 85-77. Tra le vittime eccellenti dei galletti c’è anche un’altra rivale storica, Cantù.

Nel frattempo, Varese riesce, dopo 12 anni, ad approdare anche in finale di Coppa Italia dopo aver battuto in semifinale per 74-73 la Fortitudo, ma la Virtus Bologna trascinata da Abbi e Rigadeau si impone in finale, il 31 gennaio 1999, per 65-63 e conquista la sua settima coppa. Per i galletti la sconfitta è cocente e incide anche sulle partite immediatamente successive. In particolare in Eurolega perdono la sfida degli ottavi di finale contro l’Olympiakos cedendo Gara 1 per 78-66 e Gara 2 per 83-77.

C’è da dire che nel frattempo la squadra sta facendo a meno del suo playmaker Pozzecco, alle prese con una brutta broncopolmonite. Anche gli altri suo compagni sono in un periodo di flessione, sono in sofferenza per i troppi impegni e la delusione dei ko in Coppa Italia ed Eurolega si fa sentire anche in campionato dove arrivano brutte sconfitte in trasferta contro la Virtus per 84-67 e contro la Benetton per 97-50. Quest’ultima, in particolare, rappresenta una vera disfatta che sembra compromettere anche la tenuta della squadra nel playoff, ai quali gli uomini di Recalcati accedono comunque da secondi della classifica finale della stagione regolare, dietro la Fortitudo che chiude con due punti in più.

È anche vero che a Varese chiudere la stagione da prima in classifica non ha mai portato bene, visto che tutte e cinque le volte in cui è successo poi si è fermata in semifinale. E poi i playoff sono quasi una competizione a sé e il ritorno di Pozzecco apre ufficialmente la terza e decisiva fase della stagione biancorossa. I Roosters entrano in gara nei playoff direttamente dai quarti di finale, sfidando la Pepsi Rimini che ha chiuso al decimo posto in classifica e agli ottavi ha fatto fuori in due gare (89-86 e 95-92) la settima classificata, Reggio Emilia. Varese vince Gara 1 per 73-66, cede Gara 2 per 101-94 e poi conquista i due match successivi per 74-61 e 67-62 guadagnando il pass per la semifinale.

Ad attenderla c’è, ancora una volta, la Virtus Bologna, che nel frattempo ha eliminato in tre gare la Pompea Roma, sesta classificata. Varese conquista subito le prime due gare per 83-69 e per 77-72, poi cede, solo di un punto, Gara 3 per 82-81; infine, in Gara 4, vince con un sofferto 62-60 che vale l’accesso alla finalissima contro la Benetton Treviso, squadra che si è classificata al quarto posto e ha fatto fuori nei playoff la Termal Imola (nona classificata) e la Fortitudo Bologna vincitrice della Regular Season.

Varese chiude il discorso scudetto in sole tre gare. Vince Gara 1 per 77-71, Gara 2 per 74-71 e Gara 3 per 73-64. Pozzecco gioca l’ultimo match con il naso rotto a causa di una gomitata rimediata a inizio partita da Marcelo Nicola, sfoggiando anche un’insolita capigliatura rossa, ma alla fine dice: “Non è servito a niente rompermi il naso, dovevano rompermi qua – indicandosi il petto –, perché un naso rotto non serve a niente, dovevano romperli a tutti e non sarebbe bastato, e insomma niente, non so nemmeno cosa sto dicendo”. È un po’ il riassunto di tutta la stagione di Varese: cuore, grinta e follia. Tanta follia.