Di Redazione William Hill News
18 Gennaio 2021
Il 18 gennaio festeggia il compleanno uno dei simboli più fulgidi della pallacanestro italiana: Dino Meneghin. Nato ad Alano di Piave in provincia di Belluno nel 1950, ha mosso i suoi primi passi nel mondo del basket nelle giovanili di Varese, prima di consacrarsi in Italia e in Europa, anche con l’azzurro della Nazionale. Andiamo allora a ripercorrere la carriera dell’ex campione che oggi compie 71 anni.
Dall’esordio di Meneghin nel basket alla NBA
È il responsabile del settore giovanile della Ignis Varese, Nico Messina, ad accorgersi prima di altri che Dino Meneghin non è un cestista come gli altri, ma fa parte di quel ristretto gruppo di talenti che ha con la palla a spicchi un rapporto speciale. Sarà proprio Messina, infatti, a portare il giocatore di Belluno in prima squadra, dando il la ad una carriera che si rivelerà straordinaria. Meneghin debutta così in Serie A1 all’età di appena 16 anni e indosserà la casacca della Ignis per quindici stagioni, vincendo tutti i trofei a disposizione, nazionali e internazionali. Sono sette i campionati vinti a Varese, quattro le Coppe Italia. In Europa sale per cinque volte sul tetto del continente e per due volte si laurea campione del mondo per club. Completano il palmarès dell’esperienza a Varese le due Coppe delle Coppe vinte nel 1967 e nel 1980.
Le prestazioni di Dino Meneghin fanno così rumore da arrivare alle orecchie dei manager del campionato di basket più competitivo e blasonato al mondo: la NBA. Scelto dagli Atlanta Hawks nel Draft del 1970, sarà il primo italiano ad essere selezionato dal campionato di basket a stelle e strisce. Dino Meneghin in NBA, però, non ci andrà mai, preferendo proseguire la sua carriera nel Vecchio Continente.
Dalla nazionale ai successi con l’Olimpia Milano
Dopo aver indossato per due anni l’azzurro dell’under 18, nel 1969 arriva anche la prima chiamata della Nazionale maggiore. E pure con l’Italia Meneghin non smetterà di riempire di medaglie la propria bacheca. In seguito ai due bronzi continentali del 1971 e 1975, riuscirà finalmente a laurearsi campione d’Europa anche con la Nazionale al torneo di Nantes in Francia nel 1983, dopo aver battuto in finale la Spagna. Tre anni prima, nel 1980, aveva conquistato ai Giochi di Mosca un prestigioso argento olimpico. Solo la fortissima Jugoslavia, in quell’occasione, aveva avuto ragione dell’Italia all’ultimo atto della rassegna.
Nel 1981 si consuma una delle operazioni di mercato più clamorose nella storia del basket italiano. Dino Meneghin, bandiera di Varese, passa agli storici rivali dell’Olimpia Milano, con cui tra gli anni Sessanta e Settanta si erano contesi l’egemonia nazionale. Dopo lo scetticismo iniziale della piazza meneghina, il campione bellunese avrà modo di far ricredere tutti, andando anche oltre le proprie aspettative, sia in termini di prestazioni che di longevità di carriera. È coach Dan Peterson a regalargli una nuova vita sportiva e, ovviamente, altri trofei. A Milano, infatti, Meneghin vince altri cinque scudetti, due Coppe Italia, due Coppe Campioni, una Coppa Korac e un trofeo Intercontinentale.
La carriera post ritiro
Dino Meneghin si è ritirato dal basket giocato nel 1994, all’età di 44 anni, con un bilancio di 836 partite e 8.580 punti realizzati. Nonostante il suo addio alla pallacanestro, la prosecuzione della dinastia dei Meneghin nel basket è stata garantita dal figlio Andrea, altro grande campione del nostro movimento. Come il padre, Andrea Meneghin ha vinto un oro europeo con la Nazionale nel 1999. E come il padre lo ha fatto in Francia, sempre in finale contro la Spagna.
Dopo aver smesso di giocare a pallacanestro, Dino Meneghin ha proseguito la sua carriera come team manager, partecipando proprio alla spedizione vincente della Nazionale azzurra all’Europeo di Francia e ai Giochi olimpici di Atene del 2004, chiusi con l’argento dopo la sconfitta in finale per mano dell’Argentina. Presidente Onorario della Federazione Pallacanestro, nel 2003 è stato il primo giocatore italiano ad essere inserito nella Hall of Fame: un riconoscimento indiscutibile per certificare un patrimonio non solo italiano, ma di tutto il basket.
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