Nella sua storia la NBA si è fermata solo due volte: il 22 novembre 1963, dopo l’omicidio del Presidente John Fitzgerald Kennedy, e il 15 aprile 2013, dopo l’attentato terroristico alla maratona di Boston. Il 26 gennaio sarà tristemente ricordato come il giorno più nero, perché ha colpito direttamente il mondo del basket, ma, di riflesso, tutto il mondo dello sport: è il giorno della morte di Kobe Bryant. Non è stato facile per l’NBA riorganizzarsi, capire come reagire, mentre nelle arene tutto era già pronto per ospitare i match della domenica.

Soprattutto non è stato facile per i giocatori scendere in campo. Lacrime, lunghi abbracci tra amici-avversari, tanto dolore, difficile da sopportare, soprattutto per come è avvenuta la tragedia che si è portata via uno degli sportivi più amati di sempre, sua figlia Gigi di 13 anni, una promessa per il basket femminile, due sue compagne di squadra e i rispettivi parenti, più il pilota. Un totale di nove vittime, tutte le persone che erano a bordo di quel maledetto elicottero che, con tutta probabilità (le indagini sono ancora in corso) si è andato a schiantare a causa della scarsa visibilità dovuta alla nebbia.

L’NBA sta omaggiando in diversi modi Kobe Bryant. Subito dopo la diffusione della notizia della sua morte, le partite sono cominciate con due palle perse facendo scorrere 8 e 24 secondi, come i numeri delle maglie indossate da Black Mamba. Lo Staples Center è diventato quasi un luogo di pellegrinaggio, come se fosse una camera ardente, ma senza il corpo di Kobe. Tifosi dei Lakers, e non solo, da domenica vanno a rendergli omaggio in quella che è stata la sua casa.

Molti giocatori non ce l’hanno fatta a scendere in campo. Kyrie Irving si è rifiutato di giocare il derby di New York, ha anche chiesto a tutti i compagni di fare lo stesso, ma la partita si è disputata ugualmente. Chris Paul non ha voluto giocare la partita contro i Mavericks, pure James Harden e Russell Westbrook non hanno giocato, anche se hanno trovato scuse diverse, ma è chiaro che il problema è per tutti lo stesso: trovare le forze per giocare dopo una tragedia che li ha toccati così tanto. Perché Kobe Bryant era l’idolo, l’ispirazione, ma anche l’amico e il fratello maggiore di moltissimi campioni dell’NBA di oggi.

Alcune squadre hanno deciso di rendergli omaggio con iniziative particolari. Per esempio nella gara tra Pistons e Cavaliers tutti i giocatori del team di Detroit sono scesi in campo con le maglie numero 8 e 24 e hanno pregato tutti insieme, con lo sguardo rivolto al cielo, prima dell’inizio del match. Ovviamente tantissimi i post sui social network: anche i nostri campioni come Danilo Gallinari e Marco Belinelli hanno voluto dedicargli dei pensieri molto commoventi, mentre l’ex Lakers sloveno Sasha Vujacic ha scritto un lungo post in italiano perché, ha detto, è la lingua che li ha uniti in campo, “la nostra lingua della pallacanestro”.

La disperazione di LeBron James e il rinvio di Lakers-Clippers

Tra coloro che più di tutti sono rimasti devastati dalla notizia della morte di Kobe Bryant c’è senza dubbio LeBron James. Proprio a LeBron Black Mamba aveva dedicato il suo ultimo post, congratulandosi con lui perché il 25 gennaio, nel match contro i Philadelphia 76ers, ha raggiunto quota 33655 punti, superando proprio Bryant e diventando il terzo miglior marcatore di sempre. In questi giorni abbiamo visto LeBron piangere a bordo campo, in aeroporto, incapace di farsene una ragione. Poi finalmente nelle ultime ore è riuscito a trovare le parole per commentare la tragedia ed esprimere, almeno in parte, il dolore che sta provando e ha scritto:

“Sono seduto davanti al pc cercando di scrivere qualcosa per questo post ma ogni volta che ci provo inizio a piangere al solo pensiero di te, di Gigi e dell’amicizia, del legame e della fratellanza che ci univa! Ho letteralmente sentito la tua voce domenica mattina prima di lasciare Philadelphia per tornare a Los Angeles. Non avrei mai e poi mai pensato che quella sarebbe stata la nostra ultima conversazione. WTF! Ho il cuore a pezzi, sono distrutto fratello mio!!! Ti amo come un fratello maggiore, i miei pensieri ora vanno a Vanessa e alle bambine. Ti prometto che raccoglierò io il tuo testimone! Hai voluto dire così tanto per tutti noi qui — noi della #LakersNation — per cui sento come una mia responsabilità quella di caricarmi sulle spalle la tua eredità e continuare quello che hai fatto!! Chiedo al cielo di darmi la forza e di assistermi in questa missione: a NOI ora ci penso io. Ci sono tante altre cose che vorrei dire ma ora proprio non ci riesco, non riesco ad andare avanti! Fino alla prossima volta in cui ci rivedremo, fratello”.

È ovvio che LeBron, così come tutti i suoi compagni dei Lakers, non sono in grado di scendere in campo e così l’NBA ha deciso di rinviare a data da destinarsi il derby con i Clippers che era in programma la prossima notte.

NBA, i risultati della notte tra il 27 e 28 gennaio 2020

Nonostante il dolore e lo sgomento per una perdita così dolorosa, l’NBA deve andare avanti, pur portando sempre Kobe Bryant nel cuore, ricordandolo durante ogni match, su ogni campo. La notte scorsa si sono disputati sei match.

I Dallas Mavericks, trascinati da un sempre straordinario Luka Doncic, hanno vinto sul campo degli Oklahoma City Thunder. 29 punti, 11 rimbalzi e 5 assist per lo sloveno che ha indossato delle scarpe con sopra i nomi di tutte le vittime dell’incidente in cui ha perso la vita Kobe Bryant. Nel match di Oklahoma è tornato in campo anche Danilo Gallinari dopo l’infortunio al pollice e ha messo a segno 14 punti, 1/12 a tiro, 5 rimbalzi e 6 assist.

Gli Houston Rockets, privi di James Harden e Russell Westbrook, hanno vinto 126-117 sul campo degli Utah Jazz. La squadra texana, nonostante l’assenza delle sue stelle, ha trovato un Eric Gordon da ben 50 punti, 14/22 al tiro, 6/11 dalla lunga distanza e 16 tiri liberi trasformati. Per lui è il nuovo massimo in carriera. Tra i padroni di casa sconfitti non hanno sfigurato Donovan Mitchell con 36 punti e Boia Bogdanovic con 30 punti e 7 triple.

Sfida in back-to-back per i San Antonio Spurs di Marco Belinelli, che hanno dovuto giocare con i Toronto Raptors subito dopo aver appreso della notizia della morte di Kobe Bryant (perdendo in casa 110-106), poi sono tornati in campo stanotte a Chicago e hanno ceduto ai Bulls per un solo punto, 110-109. Belinelli non è entrato, mentre a trascinare i Bulls ci ha pensato Zach LaVine con 23 punti, 14 nell’ultimo quarto.

È finita all’overtime la partita tra i Minnesota Timberwolves e i Sacramento Kings, con questi ultimi che sono riusciti a imporsi in trasferta per 133-129 dopo essere stati a -27 e aver rimontato con un parziale da 33-11 negli ultimi sei minuti. Buddy Hield ha raggiunto il suo massimo in carriera con 42 punti, 20 messi a segno nel quarto periodo con 6/6 al tiro. Il miglior modo per rendere omaggio a Kobe Bryant, che era stato l’ultimo a riuscirci in una partita con almeno 25 punti da recuperare: è successo il 6 dicembre 2002 nel match dei Lakers contro Dallas.

I Miami Heat non hanno avuto vita difficile contro gli Orlando Magic, battendoli per 113-92. Bam Adebayo ha collezionato 20 punti, 10 rimbalzi e altrettanti assist mettendo a segno un’altra tripla doppia. A Detroit, invece, vittoria in trasferta dei Cleveland Cavaliers che si sono imposti 115-100 sui Pistons, con 20 punti di Kevin Love e 10 di Larry Nancy Jr. Mentre Derrick Rose è rimasto a casa.

NBA, partite in programma nella notte tra il 28 e il 29 gennaio 2020

La prossima notte i match in programma sarebbero stati nove, ma, come detto, il derby di Los Angeles tra Lakers e Clippers è rinviato a data da destinarsi. Si disputeranno invece tutti gli altri otto match. I Charlotte Hornets ospitano i New York Knicks. Le due squadre sono rispettivamente al 12° e 13° posto della Eastern Conference. Gli Hornets hanno ottenuto finora 15 vittorie e 31 sconfitte, mentre i Knicks hanno vinto 13 match e ne hanno persi 34. A novembre si sono incontrati nella Grande Mela e gli ospiti hanno vinto per un solo punto, 103-102.

A Philadelphia arrivano i Golden State Warriors, sempre ultimi nella Western Conference con sole 10 vittorie su 47 match disputati. I 76ers, invece, sono quinti a Est con 30 vittorie e 17 sconfitte. Queste due squadre non si incontrano dal 3 marzo 2019, quando a vincere furono i Warriors in trasferta per 120-117, ma quest’anno le due squadre se la passano decisamente in maniera molto diversa.

I Cleveland Cavaliers, al 14° posto dell’Eastern Conference, giocano in back-to-back contro i New Orleans Pelicans, che sono al 12° posto a Ovest. 13 vittorie e 34 sconfitte finora per i Cavaliers, 18 successi e 29 ko per i Pelicans. In questa stagione non si sono ancora mai incontrati, me nel 2019 si sono affrontati due volte in NBA e una nella Las Vegas Summer League e hanno sempre vinto i Pelicans.

I campioni in carica dei Toronto Raptors, al secondo posto della Eastern Conference con 32 vittorie e 14 sconfitte, ospitano gli Atlanta Hawks che, invece, sono il fanalino di coda a Est con 12 vittorie e 35 ko. In questa stagione si sono incontrati già due volte, sempre ad Atlanta: il 24 novembre i Raptors hanno vinto 119-116; il 20 gennaio sempre i Raptors si sono imposti 122-117. La squadra di Toronto ha vinto tutti gli ultimi nove match contro Atlanta, che non trova il successo contro di loro dall’11 marzo 2017.

A Ovest c’è una interessante sfida tra squadre che gravitano in zona playoff: i Memphis Grizzlies, ottavi con 22 partite vinte e 24 perse, ospitano i Denver Nuggets, quarti con 32 vittorie e 14 ko. I Nuggets hanno vinto tutte le ultime quattro sfide contro i Grizzlies, le ultime due giocate in questa stagione: il 18 novembre vittoria sul campo di Memphis per 131-114; il 28 dicembre successo in casa, a Denver, per 119-110.

Giocano in back-to-back i Miami Heat in uno scontro di alta classifica a Est contro i Boston Celtics. La squadra della Florida è terza con 32 vittorie e 14 ko, mentre i Celtics sono quarti con 30 successi e 15 sconfitte. L’ultima volta che si sono sfidati è stato lo scorso 15 dicembre a Boston e i padroni di casa hanno vinto 112-93.

Sempre a Est, la squadra capolista, Milwaukee Bucks, che ha 40 vittorie e solo 6 sconfitte, ospita i Washington Wizards, che invece sono all’11° posto con 15 vittorie e il doppio delle sconfitte. L’ultima volta, che queste due squadre si sono sfidate, è stato a inizio ottobre, durante la preparazione, e i Bucks hanno vinto 115-108.

L’ultima sfida della nottata sarà quella a Ovest tra i Dallas Mavericks, quinti in classifica con 29 vittorie e 17 sconfitte, e i Phoenix Suns, undicesimi con 19 vittorie e 27 sconfitte. Per i Mavs è una sfida in back-to-back, avendo giocato e vinto la notte scorsa a Oklahoma. In questa stagione c’è stata già una partita tra queste due squadre: il 30 novembre i Mavericks hanno vinto 120-113 in trasferta.