La classe Hall of Fame 2020 è stata svelata ed era ampiamente prevedibile. Tre uomini e una donna sono pronti a entrare nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame ottenendo così uno dei massimi riconoscimentI della pallacanestro mondiale. Solo a sentir pronunciare i nomi appare subito chiaro che erano scelte praticamente obbligate: Kobe Bryant, Tim Duncan, Kevin Garnett e, per la WNBA, Tamika Catchings.

Ricordiamo che nella Hall of Fame entrano i migliori giocatori, allenatori, arbitri della storia del basket e anche i “contributors”, ossia coloro che hanno dato un contributo fondamentale per l’affermazione e la crescita della pallacanestro. Ne fanno parte anche alcuni italiani e cioè: gli allenatori Cesare Rubini, entrato nel 1993, e Sandro Gamba, dal 2006, il giocatore Dino Meneghin, dal 2003. C’è anche Danny Biasone, imprenditore italiano ma naturalizzato statunitense, che è stato inserito nella lista dei “contributors” della Hall of Fame dal 2000 perché a lui si deve la regola dei 24 secondi per ogni azione di tiro.

Tra i “contributors” c’è anche il canadese James Naismith, noto come Jim e The Doc, che è colui che ha inventato la pallacanestro. Era un docente di educazione fisica, laureato in Medicina, e scrisse le prime 13 regole del basket. Il 21 dicembre 1891 fu disputata la prima partita dal First Team, ossia un gruppo di 18 persone che giocarono il primo match sperimentale in una palestra dello Springfield College su Armony Street nel Massachusetts. Tutti e 18 i membri del First Team fanno naturalmente parte dell’Hall of Fame.

Proprio presso il college di Springfield è stata fissata la prima vera sede del Naismith Memorial Basketball Hall of Fame, che era stato fondato nel 1959 in un piccolo edificio. Il 17 febbraio 1968 ci fu l’inaugurazione, ma nel 1985 fu aperto un nuovo campus sulla riva Est del fiume Connecticut e anche il Naismith Memorial Basketball Hall of Fame dovette traslocare.

Dal 2002 ha un’altra sede ancora, costruita appositamente su una superficie di oltre 8mila metri quadri, caratterizzato da una enorme struttura semisferica argentata davanti alla quale è piazzata una bandiera degli Stati Uniti e un’enorme colonna che sorregge una grande palla da basket.

Solo ai più grandi viene riconosciuto il diritto di far parte della Hall of Fame del basket: la selezione è molto accurata e i giocatori possono essere inseriti solo dopo almeno cinque anni dal ritiro. Tutti e quattro i cestisti della classe 2020 della Hall of Fame si sono ritirati nel 2016. I nomi dei nuovi membri saranno esposti nella Basketball Hall of Fame del museo di Springfield il 29 agosto 2020. Oltre ai giocatori, sono stati inseriti quest’anno anche quattro coach, due donne e due uomini: Kim Mulkey, Barbara Stevens, Eddie Sutton e Rudy Tomjanovich. Tra i contributori è stato inserito Patrick Baumann, il segretario generale della FIBA che è morto nel 2018 per un attacco cardiaco.

Kobe Bryant nella Hall of Fame del basket

Nessuno avrebbe mai voluto che l’inserimento di Kobe Bryant nella Hall of Fame fosse postumo. Tutti sapevano che avrebbe ricevuto questo riconoscimento, era scontato, è stato uno dei giocatori più importanti della storia del basket mondiale e, quindi, al primo anno utile era ovvio che sarebbe stato inserito e sarebbe stato bello vederlo a Springfield per questo evento. Purtroppo non ci sarà perché il 26 gennaio scorso un brutto incidente in elicottero ce lo ha portato via insieme a sua figlia tredicenne Gianna, detta Gigi, e altre sette persone. Un incidente da cui il mondo dello sport, nonostante sia alle prese in questo periodo con un altro grave evento, non si è ancora ripreso.

L’inserimento di Bryant nella Hall of Fame è però sicuramente una bella occasione per commemorarlo ancora una volta. È chiaro ed evidente che questo è un evento indipendente dalla sua morte, perché Black Mamba avrebbe ottenuto certamente questo riconoscimento per tutto quello che ha fatto nel mondo del basket. Ricordiamo infatti che con i suoi Lakers è stato cinque volte campione NBA e in due occasioni è stato anche l’MVP delle Finals, ha disputato 20 stagioni, sempre con la maglia gialloviola, ha segnato 33.643 punti in carriera ed è il quarto marcatore nella classifica di tutti i tempi, superato recentemente al 3° posto da LeBron James. Inoltre, è stato selezionato ben 18 volte per l’All-Star Game, il secondo di tutti i tempi in questa speciale classifica. Per sei volte ha segnato 60 punti in una partita e anche in questo è il secondo nella storia dell’NBA. Le sue maglie numero 8 e numero 24 sono state ritirate e nessun giocatore dei Lakers potrà mai più indossarle.

A riassumere al meglio quello che significa per Kobe Bryant il raggiungimento di questo obiettivo sono le parole di sua moglie Vanessa, che ha dichiarato commossa: “Un incredibile traguardo e un grande onore, di cui siamo estremamente orgogliosi: l’elezione nella Hall of Fame è il picco della carriera di Kobe, perché ogni vittoria era solo un piccolo passo per arrivare fin qui. Ovviamente avremmo voluto che fosse qui con noi a festeggiare. Noi siamo orgogliosi di quello che ha fatto, c’è un briciolo di conforto nel vedere il nome di Kobe nella classe 2020”.

Tim Duncan e Kevin Garnett nella classe Hall of Fame 2020

La classe 2020 comprende altri due grandi campioni NBA che, come Kobe Bryant, si sono ritirati nel 2016. Stiamo parlando di Tim Duncan e Kevin Garnett. Il primo ha giocato fino a 40 anni compiuti e ha trascorso la sua intera carriera nei San Antonio Spurs, che lo ha selezionato come prima scelta assoluta al Draft NBA 1997. Della squadra texana è poi diventato il capitano. Duncan è considerato la migliore ala grande di tutti i tempi, ha vinto cinque titoli NBA, è stato due volte MVP della Regular Season e tre volte MVP delle Finals. È l’unico, oltre a John Salley, ad aver vinto il titolo NBA in tre decenni diversi. Inoltre è stato eletto miglior giocatore del decennio 2000-2010 da Sports Illustrated. È uno dei cinque giocatori che sono riusciti nell’impresa di mettere a segno una tripla doppia in una finale decisiva dell’NBA, segnando 21 punti insieme a 20 rimbalzi e 10 assist. Dall’anno scorso è assistente di Gregg Popovich sulla panchina degli Spurs.

Anche Kevin Garnett, come Duncan, ha giocato fino a 40 anni, ma ha cambiato maglia quattro volte. È stato chiamato con la quinta scelta del Draft NBA 1995 dai Minnesota Timberwolves con i quali ha giocato fino al 2007, poi è passato ai Boston Celtics fino al 2013, in seguito è passato ai Brooklyn Nets per due stagioni e infine ha chiuso la carriera tornando nei Timberwolves. Ha vinto un titolo NBA nel 2008 (con i Celtics), è stato MVP della Regular Season nel 2004, MVP dell’All-Star Game nel 2003, miglior difensore nel 2008. È stato convocato 15 volte per l’All-Star Game, è stato nominato per otto volte negli All-NBA Teams e All-Defensive Teams e inoltre nel 2005-2006 è stato insignito del J. Walter Kennedy Citizenship award per il giocatore più impegnato nel sociale.

Nel Naismith Memorial Basketball Hall of Fame anche Tamika Catchings

L’atleta più giovane inserita quest’anno nell’Hall of Fame è Tamika Catchings, ex giocatrice della WNBA, classe 1979. Anche in questo caso il riconoscimento più importante è un atto dovuto perché stiamo parlando dell’unica giocatrice professionista della storia della pallacanestro ad aver messo a segno una quintupla doppia. Nessun altro giocatore, né uomo, né donna, è mai riuscito a fare qualcosa di simile e Tamika ci riuscì quando era ancora una liceale, nel 1997, in una partita in cui totalizzò 25 punti, 18 rimbalzi, 11 assist, 10 recuperi e 10 stoppate.

Catchings è nata con un problema di udito e indossa un apparecchio acustico fin da quando era bambina. È figlia dell’ex giocatore NBA Harvey Catchings e anche sua sorella Tauja è una giocatrice di basket. Tamika è stata selezionata, come terza scelta, al Draft WNBA del 2001 dagli Indiana Fever con cui è rimasta fino a fine carriera, ma durante l’off-season ha giocato spesso all’estero, in Corea del Sud con le Chuncheon Woori Bank Hansae nel 2003 e nel 2006-2007, in Russia con lo Spartak Mosca nel 2005 e nel 2006, in Polonia con il Lots Gdynia nel 2008-2009 e in Turchia con il Galatasaray per due off-season consecutive 2009-2011.

Tamika Catchings ha vinto la WNBA nel 2012, quando è stata anche nominata MVP delle Finals; inoltre è stata MVP nel 2011, è stata dieci volte WNBA All-Star, è stata rookie dell’anno nel 2002, per cinque volte è stata eletta giocatrice difensiva dell’anno ed è ancora la migliore di tutti i tempi per palle rubate e, nei playoff, per palle rubate, punti segnati e rimbalzi. Il suo numero di maglia, il 24, è stato ritirato quando ha terminato la carriera.