Chris Paul, uno dei migliori playmaker che si sia mai visto in NBA e dunque nel mondo, compie oggi 35 anni. Un’età “importante” per un giocatore di basket, tanto che qualcuno a inizio stagione lo considerava già “finito”, un peso, più che una risorsa per gli Oklahoma City Thunder, la sua attuale squadra, che si sentivano forse un po’ intrappolati da un contratto troppo oneroso. Il giocatore con la maglia numero 3 ha però dimostrato che il suo stipendio se lo merita tutto, tanto da risultare un vero e proprio trascinatore per OKC e adesso resta ancora un pezzo pregiato e molto ambito sul mercato.

Nonostante la sua brillante carriera, Chris Paul non ha ancora mai vinto il campionato NBA, ma ha collezionato numerosi titoli individuali, anche nell’ambito dell’All-Star Game. I trionfi più importanti sono arrivati con la nazionale statunitense: con il Dream Team per eccellenza, infatti, il playmaker di Winston-Salem ha vinto due volte consecutive la medaglia d’oro alle Olimpiadi: è successo a Pechino 2008 e a Londra 2012. Non ha mai conquistato, invece, il titolo Mondiale, ottenendo come massimo risultato nella competizione iridata il bronzo all’edizione 2006 in Giappone.

Paul fa il suo esordio in NBA nel 2005, dopo essere stato la quarta scelta assoluta al Draft di quell’anno. Se lo aggiudicano i New Orleans Hornets per i quali gioca fino al 2011, collezionando in totale 425 presenze e 7.936 punti. Si guadagna subito il riconoscimento di Rookie of The Year nel suo primo anno in NBA e ogni mese della sua prima stagione ottiene anche il premio di “matricola del mese”. Al termine della stagione regolare gli viene attribuito anche il Premio Espy come giocatore che si è migliorato di più. E sempre nella prima stagione firma la sua prima tripla doppia: è il 2 aprile 2006, i New Orleans Hornets affrontano i Toronto Raptors e Paul mette a segno 24 punti, 12 rimbalzi e altrettanti assist.

Le stagioni nei Clippers e nei Rockets

A New Orleans Chris Paul diventa grande, dominando per più stagioni consecutive le classifiche dei migliori giocatori per assist e per palle rubate. La sua peggiore annata è la 2009-2010 a causa di un infortunio che gli permette di giocare solo 45 partite in Regular Season. Nel 2011-2012, all’inizio del Lockout, comunica alla squadra che non ha intenzione di restare e così New Orleans, che nel frattempo sta cercando un nuovo proprietario, tenta subito di scambiarlo per evitare di vederlo andare via a ‘parametro zero’. Le proposte non mancano e alla fine arriva l’accordo con i Los Angeles Clippers. A LA rimane fino al 2017 collezionando 409 presenze e 7.674 punti, continuando a essere sempre tra i migliori assistmen dell’NBA. Ed è anche autore di una prestazione “storica”: il 10 novembre 2016 diventa l’unico giocatore dell’NBA a finire una partita con 20 punti, 20 assist e nessuna palla persa.

A giugno 2017 Chris Paul cambia di nuovo squadra e passa agli Houston Rockets nell’ambito di un’operazione che coinvolge altri sette giocatori. Il team texano ottiene subito un importante risultato: il primo posto nella Western Conference con 65 vittorie e 17 sconfitte, miglior record di tutta l’NBA. E Paul si distingue con una media di 18,6 punti, 5,4 assist e 5,8 rimbalzi a partita. Dopo aver superato i Minnesota Timberwolves e gli Utah Jazz nei playoff, i Rockets raggiungono le Conference Finals contro Golden State. Paul, che già nella decisiva gara 5 contro i Jazz era stato determinante con il suo massimo personale ai playoff, ben 41 punti, si conferma un trascinatore anche contro la squadra di San Francisco. Grazie alle sue brillanti prestazioni, i Rockets si portano sul 3-2 nella serie, ma alla fine di gara 5 Paul accusa un problema al bicipite femorale che gli impedisce di giocare le ultime due partite. Golden State riesce così a rimontare e a chiudere la serie sul 4-3, per poi andare ad aggiudicarsi il titolo NBA contro i Cleveland Cavaliers. Con i Rockets, comunque, Paul ottiene il miglior risultato di squadra e ancora oggi ci si chiede che cosa sarebbe successo se non si fosse infortunato in quel match.

Chris Paul stella tra le stelle all’All-Star Game

Fin dalle sue prime stagioni in NBA Chris Paul ha avuto un feeling particolare con l’All-Star Game e non poteva essere diversamente, visto il suo eccezionale rendimento. Nel 2007 viene chiamato per l’NBA Skills Challenge durante l’All-Star Week e in quella occasione partecipa anche all’NBA Rookie Challenge, distinguendosi con 19 assist e 9 palle rubate. Ma l’esordio nel suo primo vero e proprio All-Star Game avviene nella stagione 2007-2008, nell’edizione svoltasi a New Orleans, dove gioca appunto in quel periodo. In totale ha partecipato per ben dieci volte a questo evento, le prime nove consecutive dal 2008 al 2016, l’ultima quest’anno. Nel 2013 è stato eletto anche MVP.

Come abbiamo visto, Chris Paul si è spesso distinto nelle classifiche della Regular Season NBA per il numero di assist e di palle rubate. È stato primo tra gli assistmen per quattro volte, nel 2008, 2009, 2014 e 2015 e per palle rubate ben sei volte, nel 2008, 2009 e poi senza interruzioni dal 2011 al 2014. È stato inserito per quattro volte nell’All-NBA First Team (2008, 20012, 2013 e 2014), per tre volte nell’All-NBA Second Team (2009, 2015 e 2016) e una volta nell’All-NBA Third Team (nel 2011). Inoltre è stato per sette volte nell’NBA All-Difensive Team (nel 2009 e dal 2012 al 2017) e due volte nell’All-Defensive Second Team (nel 2008 e 2011).

Chris Paul, il contratto oneroso e i corteggiatori

Abbiamo detto che l’attuale contratto di Chris Paul con gli Oklahoma City Thunder è particolarmente oneroso. Stiamo parlando, infatti, di ben 159.730.592 dollari in quattro anni, con la concreta possibilità che il giocatore eserciti anche la player option da oltre 44 milioni nella stagione 2021/22. Sì, proprio così, quasi 160 milioni, una cifra difficile da leggere per chi non è abituato a questi numeri. In media, dunque, prenderà quasi 40 milioni di dollari a stagione. Per questo, fin dall’inizio della stagione, OKC sembrava impaziente di inserirlo in una trade e, grazie alle sue ottime prestazioni, i corteggiatori non mancano, nonostante quel salario che si porta dietro e che pesa come un macigno. Al momento le squadre che sembrano più interessate ad assicurarsi Chris Paul sono i New York Knicks e i Chicago Bulls, due team che puntano a far crescere i loro giovani e che dunque vogliono nel roster un “maestro” come il playmaker della Carolina del Nord. Ma l’obiettivo delle squadre corteggiatrici di Paul è anche quello di poter lottare per i playoff proprio come quest’anno ha fatto OKC, una vera sorpresa in questa stagione, e che forse, al momento, ci penserà due volte prima di decidere di privarsi definitivamente del giocatore.