Di Redazione William Hill News
7 Aprile 2020
Se Diego Armando Maradona, per ciò che ha mostrato sul campo e per quello che ha vinto, è stato il più grande giocatore del Napoli nella storia del club, molti altri calciatori, seppur su piani diversi, hanno contribuito a scrivere pagine importanti rimaste impresse nella memoria collettiva dei tifosi azzurri. Andiamo allora a scoprire, oltre all’ex storico numero dieci e capitano argentino, alcuni degli altri grandi campioni che hanno fatto parte della storia del Napoli.
Da “core ‘ngrato” Josè Altafini al record di Gonzalo Higuain
Il 14 maggio del 2016, grazie alla tripletta segnata al Frosinone all’ultima giornata del campionato di Serie A, Gonzalo Higuain entrava nella storia del Napoli e del calcio italiano stabilendo il nuovo record di gol in un singolo torneo a 20 squadre. Le 36 reti realizzate dall’attaccante argentino nella stagione 2015-2016 hanno messo fine ad un primato lungo 66 anni. Quello di Gunnar Nordahl, che nel campionato 1949-50 ne segnò 35.
Alcuni mesi dopo quel record, si sarebbe consumato uno dei trasferimenti di mercato più difficili da digerire per la tifoseria azzurra, quando la Juventus, pagando la clausola rescissoria di Higuain, si assicurò le prestazioni del “Pipita”. Una sensazione di déjà-vu per la piazza, visto che nell’estate del 1972 un altro dei più grandi attaccanti nella storia del Napoli, il brasiliano Josè Altafini, fece lo stesso percorso, dall’ombra del Vesuvio alla Mole. Autore di 86 gol in 222 partite, giocate con la maglia azzurra, Altafini passò alla Juventus dopo sette anni di militanza a Napoli e per questo venne ribattezzato dalla piazza partenopea “core ‘ngrato”.
Il più grande giocatore della storia del Napoli: Diego Armando Maradona
Se da anni il dibattito su chi sia il calciatore più grande di tutti i tempi prosegue senza mettere nessuno d’accordo, i tifosi azzurri non hanno alcun dubbio: Diego Armando Maradona. La maggior parte dei trofei presenti nella bacheca del Napoli porta la sua firma, come l’impresa di vincere il primo scudetto nella storia del club, strappandolo alle super potenze del Nord.
L’impatto di Maradona a Napoli è un qualcosa che non può essere spiegato con i numeri e nemmeno raccontato. Esiste un prima e un dopo Diego, mentre il durante è un privilegio più elitario, trasmesso di generazione in generazione in una sorta di rito profano tenuto in vita dalla memoria. Per dare almeno un’idea della grandezza di Maradona, ma anche della squadra azzurra di quegli anni, i numeri però servono eccome: due scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana e una Coppa Uefa. Cinque trofei vinti in sette anni, tra il 1984 e il 1991, da un club che fino ad allora aveva messo in bacheca appena quattro titoli.
L’era De Laurentiis e la parabola dei “tre tenori”
Nel 2004 è iniziata l’era di Aurelio De Laurentiis,che ha provato a ricostruire il Napoli dalle ceneri del fallimento. Simbolo di un percorso di crescita costante della nuova società è stato il ritorno in Champions League nel 2011. Artefici principali di quella storica cavalcata per il club furono quelli che sarebbero stati ribattezzati dalla stampa sportiva i “tre tenori”: Ezequiel Lavezzi, Edinson Cavani e Marek Hamsik. E il motivo è presto detto: in quel campionato 2010-2011 realizzarono in tre 43 dei 59 gol totali messi a segno dalla squadra.
Un capitolo a parte, però, lo merita Hamsik. Tra i centrocampisti più forti nella storia del Napoli, all’ombra del Vesuvio è cresciuto diventando una bandiera della squadra, in un calcio in cui le bandiere sono ormai specie sempre più rara. Ad oggi, tra i calciatori del Napoli, è ancora il recordman di presenze con 520 partite disputate in maglia azzurra e il miglior marcatore all time in coabitazione con Dries Mertens a 121 gol. Il 2 febbraio 2019, la vittoria al San Paolo per 3 a 0 sulla Sampdoria è stata l’ultima partita di Hamsik con la maglia del Napoli, quasi 12 anni dopo un altro Napoli-Sampdoria. Quello del 16 settembre 2007 nel quale segnò il primo dei 121 gol in azzurro.
Un napoletano d’adozione: Dries “Ciro” Mertens
Per il particolare feeling creatosi con l’ambiente, Dries Mertens è ormai per i tifosi del Napoli “Ciro”, un partenopeo d’adozione nato in Belgio, nonché un caso davvero particolare nella storia di tutti i giocatori del Napoli. Approdato all’ombra del Vesuvio nell’estate del 2013, veste la maglia azzurra da sette anni. Dopo aver superato Maradona nella classifica dei migliori marcatori azzurri di tutti i tempi, ha agganciato in testa Hamsik ed è a una sola rete dalla storia.
Il 3 maggio 2014 ha sollevato il primo dei due trofei vinti in azzurro: la Coppa Italia conquistata nella finale di Roma contro la Fiorentina. In quella partita, dopo la doppietta di Insigne e il momentaneo 2 a 1 Viola di Vargas, mise la sua firma siglando il 3 a 1 definitivo: l’alba azzurra di un campione alla ricerca del suo posto al sole nella storia del Napoli. E chissà se la sua storia in questa città, che l’ha adottato, proseguirà anche il prossimo anno visto che il suo rinnovo di contratto tarda ancora ad arrivare.
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