Si spengono le luci e si chiudono i Doherty Gates della 134esima edizione del torneo di Wimbledon. Quella di quest’anno ha risentito della presenza costante della pioggia e dell’assenza di alcuni atleti importanti come Dominic Thiem, Rafael Nadal, Simona Halep e Naomi Osaka, oltre che di Serena Williams, infortunatasi all’esordio, ma è stata comunque spettacolare e in alcune fasi equilibrata. Nei quindici giorni del torneo, Wimbledon ha saputo restituire al pubblico sfide emozionanti, proponendo di volta in volta, oltre ai due protagonisti assoluti in campo maschile e femminile, ovvero Novak Djokovic e Ashleigh Barty, altri attori inattesi sul rettangolo verde, con le loro storie cariche di sport e umanità: da Federer, forse al suo ultimo Championship, fino allo strepitoso Berrettini, passando dalla sorpresa del tabellone femminile, la tunisina Ons Jabeur.

E sono state proprio le donne a disputare la prima finale in programma, sabato 10 luglio, con l’incontro tra due delle giocatrici migliori attualmente nel circuito. A vincere è stata la favorita, l’australiana Ashleigh Barty, che ha sconfitto la ceca Karolína Plíšková per 6-3, 6-7, 6-3, portando a casa l’ambito Rosewater Dish. La prima e l’ottava testa di serie del tabellone si sono affrontate a viso aperto, mettendo in mostra ciascuna le proprie abilità. Il match è partito con equilibrio, ma non appena la Barty, tecnicamente l’atleta più completa in circolazione, ha iniziato a macinare gioco, la Plíšková ha iniziato a commettere qualche errore di troppo, divorata dalla tensione. Molto meglio il secondo set, quando invece è riuscita a gestire le emozioni e le palle basse giocate dalla rivale, rispondendo di potenza ma anche di astuzia. L’australiana è però tornata fuori di prepotenza nel terzo e ultimo set, chiudendo benissimo sottorete e trovando molti cross stretti che hanno mandato in crisi l’avversaria. Pronostico rispettato, purtroppo, anche nella finale maschile di ieri, che per la prima volta nella storia del torneo ha visto in questa fase una donna arbitrare l’incontro, ovvero la 43enne croata Marija Cicak.

Wimbledon 2021, il racconto della finale maschile

L’ultima volta che si era potuto giocare quello che è considerato il più prestigioso torneo dell’intero circuito ATP, avevamo assistito a una delle partite più belle nella storia del tennis, ovvero la finalissima tra Djokovic e Federer che, dopo quattro ore e 57′ di vera battaglia e due match-point non sfruttati dallo svizzero, aveva visto il successo del serbo per 13-12 al tie-break, nel quinto e conclusivo set. E quella di ieri, con gli opportuni distinguo, per certi versi non è stata da meno. Ma procediamo con ordine.

Novak Djokovic è arrivato alla sua settima finale a Wimbledon, dopo aver eliminato, non senza affanni, in semifinale, il canadese Denis Shapovalov, che ha sconfitto dopo tre set combattuti 7-6, 7-5, 7-5, mentre il nostro Matteo Berrettini, il polacco Hubert Hurkacz, col punteggio di 6-3, 6-0, 6-7, 6-4, confermandosi in un ottimo stato di forma. I precedenti davano nettamente favorito il serbo, avanti 2-0 sull’italiano dopo aver vinto nei quarti del Roland Garros 2021 e alle ATP World Tour Finals di Londra del 2019.

E veniamo alla gara: l’azzurro paga forse un po’ di emozione e comincia male, arrivando al 2-5 con un set point contro. Poi però inizia a reagire e a sfoderare quella sicurezza e presenza costante che hanno caratterizzato questa sua partecipazione a Wimbledon, puntando ancora una volta sul suo martellante servizio, lo stesso che gli ha permesso di chiudere la semifinale con 22 ace, 60 vincenti e solo 18 errori. Così riesce incredibilmente a rimontare e a strappare il primo set all’avversario al tie break. Ma Djokovic si rivela naturalmente l’avversario peggiore da incontrare in una finale: il serbo è inarrestabile e cinico nel lasciare talvolta sfogare il suo avversario, per poi sorprenderlo con qualche giocata letale. Nel secondo set, Nole il Cannibale diventa un muro invalicabile in difesa, e la solita macchina lancia palle in attacco, mentre Berrettini paga probabilmente il grande sforzo fisico e mentale compiuto per ribaltare il primo. 6-4 Djokovic: è 1-1. Si arriva così al terzo set, dove il campione in carica attacca, ma fatica a chiudere, complice l’attenta gara dell’italiano che serve alla grande e risponde con qualità, concedendosi anche qualche colpo spettacolare. Due break point perduti sul più bello, però, consentono a Djokovic di chiudere ancora una volta sul 6-4 e di portarsi sull’1-2.

Il quarto set parte con Berrettini al servizio, che tiene la battuta a fatica contro un avversario che ribatte l’impossibile. Il numero uno del mondo è a dir poco granitico, il solito Terminator in calzoncini: le sue gambe sono veloci ad arrivare sulla palla, il suo braccio sembra caricato a molla. Il set è equilibrato, almeno fino a quando non arriva un doppio fallo di Berrettini, che cede la battuta al campione serbo che si porta quindi sul 4-3, si prende il servizio e non lo molla fino al colpo conclusivo del 6-3, che con un break chiude set e match. E così Djokovic vince anche la terza prova stagionale del Grande Slam ed eguaglia Nadal e Federer arrivando a conquistare il 20º slam della carriera. Alla premiazione il serbo ha subito un pensiero per l’avversario: “Mi congratulo con Berrettini per il meraviglioso torneo che ha disputato. Deve essere orgoglioso di quello che ha fatto, anche se non ha vinto“. Immancabile una battuta sul suo primato: “Il mio record? Venti vittorie nello Slam sono tante, quasi non ci credo. Eguagliare due campioni come Nadal e Federer su questi prati che hanno visto giocare tante leggende mi regala delle emozioni indescrivibili. Spero di poter tornare a difendere il titolo il prossimo anno”. Soddisfatto della gara, un po’ meno del risultato, ovviamente, Matteo Berrettini, oggi a dir poco sontuoso, che ha ribadito quanto espresso alla vigilia: “Essere qui per me è stato come vivere un sogno. Un traguardo troppo grande che sono fiero di aver raggiunto dopo essere tornato più forte dopo gli infortuni. Peccato non aver vinto, ma non ho niente da rimproverarmi contro questo Djokovic”.

Wimbledon, i risultati delle finali maschili e femminili:

(1) Djokovic – (9) Berrettini: 6-7, 6-4, 6-4, 6-3

(1) Barty – (8) Ka.Pliskova: 6-3, 6-7, 6-3

Tennis maschile, i tornei della settimana

Dopo le fatiche di Wimbledon, questa settimana si riparte con i tornei di categoria minore. Ad attendere gli atleti partecipanti saranno dal 12 al 18 luglio l’ATP 500 di Amburgo (Germania), che si svolgerà su terra rossa, e gli ATP 250 di Bastad in Svezia (sempre sulla terra) e di Newport negli Stati Uniti (sull’erba). Pochi i top player presenti in gara all’Hamburg European Open. Tra questi, grazie a una wild card, il greco Stefanos Tsitsipas, una delle delusioni più cocenti dello Slam inglese, dove è stato eliminato al primo turno, il georgiano Nikoloz Basilašvili, che in Germania ha vinto due volte, nel 2018 e nel 2019, e il tedesco Dominik Koepfer. Per l’Italia, dopo il cambio di programmazione di Lorenzo Sonego, che ha deciso di dare forfait e prendersi una settimana di pausa, ci sarà il solo Gianluca Mager, che sfiderà al primo turno lo slovacco Molcan (n° 160 della classifica ATP).

Molti di più gli azzurri presenti nel tabellone del torneo ATP 250 di Bastad 2021, che si disputa sulla terra battuta. Il primo della lista è ovviamente Fabio Fognini, testa di serie numero 3 e una delle stelle del torneo, che se la dovrà vedere con il vincente della sfida tra Bagnis e Carballes Baena. Gli altri italiani sono Lorenzo Musetti, che aspetta uno degli atleti che stanno disputando i turni di qualificazione, Salvatore Caruso, che esordirà contro il ceco Jiri Vesely, e Marco Cecchinato, che affronterà l’esperto atleta francese Richard Gasquet, il sesto giocatore in attività nella storia dell’ATP a vincere 550 partite. Tra i campioni stranieri protagonisti dell’evento, che ricordiamo si chiama Nordea Open, il numero 12 al mondo Denis Shapovalov, arrivato in semifinale a Wimbledon, il cileno Christian Garìn e il norvegese Casper Ruud, numero 14 nella classifica ATP.

L’ATP 250 di Newport, dal canto suo, può contare come sempre su un’entry list di discreta fattura, composta da molti talenti locali e alcune stelle internazionali, a partire dal numero 37 del mondo, il kazako Alexander Bublik, finalista nella scorsa edizione del torneo, dove venne sconfitto dal padrone di casa John Isner, e quindi in cerca di rivincita. Tra gli altri tennisti più famosi alla Hall of Fame Open 2021 spiccano i nomi di Denis Kudla, numero 114 del ranking ATP, e il talentuoso giapponese Yoshihito Nishioka, numero 56 della classifica mondiale. A rappresentare l’Italia, dopo la rinuncia di Andrea Seppi, ci sarà un solo atleta, Paolo Lorenzi, impegnato in un comodo esordio contro l’americano Maxime Cressy.

Tennis femminile, i tornei della settimana

Chiusa la parentesi del torneo di Wimbledon, per le donne la stagione tennistica prosegue con i WTA 250 di Praga, Losanna e Budapest. Al Livesport Prague Open 2021 si giocherà sul cemento un torneo carico di aspettative, non solo per la presenza di Petra Kvitova, testa di serie numero 1 e vincitrice a Wimbledon nel 2011 e nel 2014, con ben ventotto titoli WTA in singolare conquistati isu trentotto finali disputate, ma anche per quella di diverse altre tenniste molto abili sul veloce di Praga. Barbora Krejcikova, Tereza Martincova, Marketa Vondrousova, Marie Bouzkova e Katerina Siniakova, tutte teste di serie e atlete di casa, sono pronte a darsi battaglia per il successo finale. Per l’Italia ci sarà Giulia Gatto-Monticone, impegnata nel main draw contro l’ostica taiwanese Su-Wei Hsieh.

In Svizzera, il Ladies Open Lausanne 2021, che si giocherà sulla terra, proporrà forse l’evento WTA più interessante della settimana. La manifestazione, la cui punta di diamante è la campionessa in carica Fiona Ferro, numero 51 al mondo, potrà contare sulla presenza della svizzera Jil Teichmann (numero 55 del Ranking internazionale), della slovena Tamara Zidanšek e dell’italiana Camila Giorgi, che è anche testa di serie numero 4. La seconda e ultima azzurra che partecipa al torneo è Jasmine Paolini, numero 8 del seed, mentre tra le atlete di casa, sono molto attese Stefanie Vögele, Simona Waltert, e l’esordiente Susan Bandecchi: la ticinese parteciperà al Ladies Open di Losanna grazie alla rinuncia di Viktorija Golubic.

Mentre a Losanna si attendono i risultati delle ultime gare di qualifica al torneo prima degli accoppiamenti definitivi, l’Hungarian Grand Prix 2021 di Budapest prende ufficialmente il via con il sorteggio finale: non è andata male a Sara Errani, testa di serie numero 8 del torneo, che si trova a dover affrontare all’esordio la romena Irina Bara in una parte del tabellone che le sorride e che potrebbe portarla addirittura alle semifinali, se riuscirà a sfruttare a fondo le sue doti superiori sulla terra battutai. Un po’ più ostica l’avversaria dell’altra azzurra impegnata nel torneo, Elisabetta Cocciaretto, che se la vedrà con una delle padrone di casa, l’ungherese Réka-Luca Jani. Attenzione a Irina-Camelia Begu, numero 79 al mondo nel Ranking WTA, e all’ucraina Kateryna Kozlova.