Il primo slam dell’anno è alle battute finali: sabato 20 si chiuderà il torneo femminile dell’Australian Open con la sfida tra la sorpresa Jennifer Brady e la giapponese Naomi Osaka. All’atto finale ci si aspettava Ashleigh Barty, finalista della passata edizione e numero 1 del ranking, ma la sua avventura si è interrotta ai quarti contro Muchova. Il giorno dopo, domenica 21, toccherà invece agli uomini: Novak Djokovic, finalista annunciato dall’inizio, se la vedrà – anche qui un po’ a sorpresa – con Daniil Medvedev. Parliamo di sorpresa non per sminuire il valore assoluto del russo, che anzi in questo torneo ha sfoderato delle prestazioni di altissimo livello, ma perché, secondo i pronostici della vigilia, insieme al serbo, in finale, ci saremmo aspettati lo spagnolo Rafa Nadal, il cui percorso si è invece fermato ai quarti contro Tsitsipas.

Il percorso di Brady e Osaka

Numero 24 del ranking Wta, Jennifer Brady è alla sua prima finale Slam (la seconda in assoluto dopo quella vinta a Lexington lo scorso agosto) in carriera. Il suo percorso è stato netto e praticamente senza interruzioni: in totale, in sei partite, ha perso solamente 40 giochi e appena due set, contro Pegula nei quarti e Muchova in semifinale. Solo in quest’ultimo match, contro la ceca, ha rischiato di perdere il controllo nell’ultimo set, ma ha poi chiuso al quinto match point.

Non è però un nome totalmente nuovo a questi livelli: lo scorso settembre è arrivata fino alla semifinale degli Us Open, battuta proprio da Naomi Osaka che ha poi vinto il torneo, e a Melbourne era arrivata agli ottavi nel 2017, alla prima partecipazione, dopo aver iniziato dalle qualificazioni. Comunque vada, questo percorso in Australia le garantirà di scalare almeno 11 posizioni nel ranking: se dovesse vincere salirebbe fino al 12° posto, altrimenti si piazzerà al 13°. In caso di vittoria, poi, sarebbe la campionessa con il peggior ranking dal 2007, quando vinse Serena Williams partendo come numero 81. Prima di arrivare in finale la statunitense ha sconfitto Bolsova, Brangle, Juvan, Bekic, poi Pegula e Muchova, le uniche che, come detto, l’hanno trascinata al terzo.

Naomi Osaka invece era, già dall’inizio, una delle favorite per la vittoria del torneo e non solo per la finale. Per la nippo-americana sarà la quarta finale di uno slam, dopo quelle degli Us Open 2018 e 2020 e proprio dell’Australian Open 2019. Un percorso netto, finora: tre vittorie su tre finali. E, dopo quella di sabato, Osaka conquisterà il secondo posto del ranking a scapito di Simona Halep, eliminata ai quarti da Serena Williams. La vetta rimarrà invece in mano ad Ashleigh Barty.

Anche Osaka ha lasciato le briciole alle avversarie: in totale, ha concesso 39 game e un solo set, agli ottavi contro Garbine Muguruza, contro la quale ha resistito anche su due match point, sotto 3-5, nel terzo set. Per il resto, tutto liscio contro Pavlyuchenkova, Garcia, Jabeur, Hsieh e Serena Williams (6-3, 6-4 nell’ultima sfida): la sconfitta contro Osaka è costata a Serena, per l’ennesima volta, la possibilità di raggiungere Margaret Court come numero di Slam vinti in carriera, 24.

Questo sarà il quarto incontro tra le due: nei precedenti, il punteggio è di 2-1 per Osaka, che ha vinto gli ultimi due incontri a Charleston (primo turno, 2018) e propio agli Us Open 2020, una gara finita al terzo. L’americana invece ha vinto il primo match, giocato ad Harrisburg nel 2014.

Il cammino di Djokovic e Medvedev

Tra le partite più semplici del torneo, per Novak Djokovic, c’è stato forse il penultimo atto contro il russo Aslan Karatsev, numero 114 del ranking battuto con un netto 6-3, 6-4, 6-2 in un’ora e 53 minuti. Per il resto il serbo ha vinto in tre set solamente all’esordio contro Chardy, ma ha perso un set contro Tiafoe al secondo turno, Raonic agli ottavi e Zverev ai quarti, mentre con Fritz, al terzo turno, è finita addirittura al quinto. Per Nole, in caso di vittoria, si tratterebbe del 18° Slam vinto in carriera, a -2 dal record di 20 di Federer e Nadal. Proprio il torneo australiano è il preferito dal serbo, che a Melbourne ha vinto 8 volte, tra cui le ultime due edizioni. Sempre qui, nel 2008, il numero 1 del ranking Atp ha vinto il suo primo in assoluto. Quella contro Medvedev sarà la sua 28ª finale Slam.

Nettissimo invece il percorso di Daniil Medvedev, numero 4 del ranking, che ha perso due set solo contro il serbo Krajinovic al terzo turno. Per il resto Pospisil, Carballes Baena, McDonald, Rublev e Tsitsipas non sono mai andati oltre il terzo set. In particolare, ha sorpreso la facilità con cui il russo si è liberato del greco in semifinale, un 6-2, 6-4, 7-5 in due ore e 9 minuti. Per Medvedev si tratta invece della seconda finale Slam dopo quella dello Us Open 2019, persa in 5 set contro Nadal. Ha però in bacheca l’Atp Finals del 2020 e l’Atp Cup 2021, vinta con la sua nazionale contro l’Italia di Berrettini e Fognini (il torneo ha preceduto proprio lo Slam Australiano). Sono tre, invece, i Masters 1000 vinti in carriera: Cincinnati e Shanghai 2019 e Parigi 2020, gli ultimi due conquistati ai danni di Zverev.

Sono sette i precedenti tra i due, con Djokovic in vantaggio per 4-3. Il russo ha vinto l’ultimo incontro, quello del 18 novembre 2020 alle Atp Finals, con un doppio 6-3. L’unico precedente in uno Slam si è giocato proprio a Melbourne nel  2019, al quarto turno: ebbe la meglio in quattro set Djokovic che poi si aggiudicò anche il torneo.