Sono stati diversi i piloti italiani di Formula 1 che hanno scritto pagine importanti della storia del Gran Premio, portando in alto il tricolore. Vediamo dunque quali sono stati i migliori in questa breve rassegna.

I più grandi piloti italiani delle origini: Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari

I due più grandi piloti italiani di F1 delle origini sono stati Tazio Nuvolari ed Enzo Ferrari. Il primo ha iniziato come motociclista ma poi, a partire dal 1927 ha iniziato anche a gareggiare con le automobili, partecipando alla Mille Miglia e creando poi, in quello stesso anno, una sua propria squadra automobilistica per la quale acquistò quattro Bugatti. Al Gran Premio di Tripoli Nuvolari conquistò il suo primo successo internazionale e da lì iniziò la sua brillante carriera, che fu consacrata con il suo passaggio all’Alfa Romeo nel 1930, al fianco di altri due grandi campioni di Formula 1 dell’epoca, Achille Varzi e Giuseppe Campari. Nel 1932 riuscì a vincere anche i Gran Premi di Monaco, di Francia e d’Italia, i primi di una lunga serie che lo fecero diventare una vera e propria leggenda, insieme all’invenzione della tecnica della “sbandata controllata” a lui attribuita da Enzo Ferrari, una tecnica che consisteva nell’affrontare le curve con un colpo secco di sterzo che faceva slittare le ruote posteriori verso l’esterno, per poi controsterzare e accelerare al massimo, così da riuscire a lasciare la curva già in piena accelerazione.

Enzo Ferrari, invece, oltre che pilota, fu un dirigente sportivo nonché un imprenditore: fu proprio lui a fondare l’omonima casa automobilistica, la Scuderia Ferrari che oggi è un vanto italiano in tutto il mondo. Con lui ancora in vita, la Ferrari si è aggiudicata 9 campionati del mondo piloti e 8 campionati del mondo costruttori. Enzo iniziò la sua carriera di pilota nel 1920, correndo con l’Alfa Romeo, casa nella quale iniziò poi a gestire anche lo sviluppo delle vetture, fino a quando poi, dopo la fine della guerra, creò ufficialmente la Scuderia Ferrari. La prima vittoria del marchio risale al Gran Premio di Gran Bretagna del 1951, dove la Ferrari riuscì così a segnare per sempre il declino, iniziato già da tempo, dell’Alfa Romeo nel campo della Formula 1; allo stesso tempo, diede inizio a una storia che continua ancora oggi e che è costellata di successi.

Piloti italiani F1 degli anni ’50: Nino Farina e Alberto Ascari

Quando fu istituito il Campionato mondiale nel 1950, il nostro paese poteva già vantare alcuni tra i migliori piloti F1 della sua storia. Il team quell’anno era composto da Giuseppe Farina, che correva con l’Alfa Romeo, e poi da Luigi Fagioli, Piero Taruffi, Consalvo Sanesi e poi uno dei piloti più famosi di quegli anni, ossia Juan Manuel Fangio, argentino ma figlio di italiani.

E ancora, con la Maserati correva Franco Rol, mentre i piloti italiani Ferrari erano Luigi Villoresi, Alberto Ascari e Dorino Serafini. Tra questi piloti italiani, a vincere quell’anno fu Nino Farina: fu proprio lui a diventare il primo pilota F1 italiano campione del mondo nella categoria, battendo il compagno di scuderia Fangio solo di tre punti. Quest’ultimo ha comunque vinto lo stesso numero di titoli, tra i quali due Campionati di seguito. Farina continuò la sua carriera fino a dopo i 50 anni, ottenendo diverse vittorie e sfiorando il titolo di nuovo nel 1952 alla guida della Ferrari.

Non ci riuscì perché a batterlo fu un altro dei grandi piloti di Formula 1 italiani, Alberto Ascari: figlio d’arte, questo campione esordì come motociclista, per poi passare alle quattro ruote esordendo nel 1940 nella Mille Miglia. Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, entrò nella scuderia della Maserati; passò poi alla Ferrari e divenne ben presto il principale avversario di Nino Farina.

Fu proprio dopo il titolo del 1952 che iniziò la lunga scia dei suoi successi che lo portarono a diventare il primo pilota F1 italiano a vincere due titoli di seguito, considerando che vinse anche quello del 1953; poi nel 1954 decise di firmare con la Lancia. Questo cambiamento segnò purtroppo la sua fine: a Monaco uscì di strada e la vettura addirittura si inabissò. Lui si salvò, ma morì pochi giorni dopo, mentre stava testando una nuova Ferrari a Monza.

Piloti italiani di Formula 1: i migliori negli anni ’60, ’70 e ’80.

Dopo i successi degli anni ’50, nei due decenni successivi purtroppo non si può parlare di campioni di Formula 1 per l’Italia, considerando anche che le scuderie italiane si ridussero a 2, la Maserati e la Ferrari. L’unico pilota F1 italiano che riuscì ad avvicinarsi al titolo fu Lorenzo Bandini che nel 1964 arrivò quarto alle spalle di tre piloti britannici.

Le cose iniziarono a cambiare nel decennio successivo, quando nel 1977 arrivò nella massima categoria Riccardo Patrese con la Shadow, scuderia dalla quale poi nacque la Arrow. Dopo alcuni podi, la prima vittoria in un Gran Premio arrivò per lui nel 1982 con la Brabham; nello stesso anno vinse anche la gara di Monaco e ottenne altri due podi in Canada e negli Stati Uniti ma poi una sfortunata serie di ritiri bloccò la sua ascesa. Solo con la Williams Patrese riuscì finalmente a lottare davvero per il titolo nel 1989, quando collezionò una serie di podi ma fu poi battuto da Senna che, di fatto, divenne il protagonista di quegli anni.

Tra i piloti di Formula 1 degli anni ’80 una menzione meritano sicuramente due campioni, purtroppo accomunati da un destino tragico, ossia Elio De Angelis e Michele Alboreto. Il primo esordì nel con la Shadow ma fu dopo il passaggio alla Lotus nel 1980 che iniziò la sua ascesa: in quell’anno ottenne il suo primo podio in Brasile, poi negli anni successivi ottenne diversi successi, fatta eccezione per il 1983, anno nero in cui riuscì a portare a termine solo due gare. Nel 1984 e nel 1985 riuscì a collezionare diversi buoni piazzamenti ai primi posti e qualche vittoria, ma in quegli anni a dominare era la McLaren. Poi nel 1986, a nemmeno 30 anni, la carriera di questo promettente pilota F1 italiano si concluse bruscamente: passato alla Brabham, De Angelis morì in un incidente durante una sessione di prove a Marsiglia.

Un’altra grande promessa tra i piloti di Formula 1 anni ’80 è stato poi, appunto, Michele Alboreto: il giovane approdò nella massima categoria con la Tyrrell nel 1981 e iniziò a ottenere discreti successi, al punto che poi riuscì a diventare uno dei piloti italiani della Ferrari. Cambiò scuderia nel 1984 ma la prima stagione fu deludente a causa dell’ormai consolidata posizione di forza della McLaren. L’anno della svolta fu il 1985, quando vinse in Canada, collezionando poi ben 8 podi nelle prime dieci gare. La sua ultima grande vittoria fu in Germania in quello stesso anno, poi le stagioni successive furono deludenti. Il pilota lasciò la Ferrari nel 1988, passando prima alla Tyrrell e poi alla Arrows, due scuderie con le quali però non riuscì a ottenere nulla. Dopo il ritiro, il pilota si dedicò ad altri tipi di gare e purtroppo morì nel 2001 durante un collaudo.

I piloti italiani famosi negli ultimi anni: Trulli e Fisichella

Tra i piloti italiani di Formula 1 degli ultimi anni sicuramente meritano una menzione Jarno Trulli e Giancarlo Fisichella. Il primo ha militato in diverse grandi scuderie, ovvero Minardi, Prost, Jordan, Renault, Toyota e per ultima la Lotus, con la quale ha concluso la carriera. L’unico Gran Premio vinto risale al 2004, quando ottenne il primo posto a Monaco con la Renault; nella sua carriera può vantare ben 11 podi e 4 pole position.

Giancarlo Fisichella, invece, come pilota F1 italiano ha iniziato con Minardi e concluso con Ferrari, passando per Jordan, Benetton, Sauber, Renault e Force India. Nella sua carriera può vantare 3 Gran Premi vinti, il primo con la Jordan in Brasile nel 2003, il secondo in Australia nel 2005 e il terzo in Malesia, entrambi con la Renault. In totale ha poi ottenuto 19 podi e 4 pole position, diventando uno dei piloti italiani più famosi ancora oggi.