Fabio Quartararo, dopo una stagione da rookie in cui ha sfiorato costantemente la prima vittoria in MotoGP, nel suo secondo anno nella Premier Class comincia subito da dominatore con due pole e due successi consecutivi. Se consideriamo anche la passata stagione le pole di fila sono ben sette. Il francese della Petronas SRT Yamaha, nel weekend che si è appena concluso, l’ha fatta da padrone nel MotoGP Andalusia 2020 svoltosi sulla pista di Jerez della Frontera, ancor più della settimana scorsa, quando si è aggiudicato il GP di Spagna sullo stesso circuito.

Sabato El Diablo ha conquistato la pole position con un tempo di 1′:37″007, girando più velocemente di Maverick Viñales (Monster Energy Yamaha) di 95 millesimi. Pecco Bagnaia della Ducati Pramac ha chiuso la prima fila, mentre in seconda, con il quarto tempo utile, si è piazzato Valentino Rossi (Monster Energy Yamaha), che ha poi sfruttato la buona posizione nella griglia di partenza per essere protagonista per tutta la gara di domenica e alla fine arrivare sul podio dopo più di un anno di assenza dalla top 3.

In gara per la prima posizione non c’è stata praticamente gara perché Quartararo ha subito messo le cose in chiaro e dopo il semaforo verde è fuggito via senza farsi mai più riprendere da nessuno e incrementando giro dopo giro il suo vantaggio sugli inseguitori tra i quali, nel frattempo, ne succedevano di tutti i colori. Alla fine, infatti, soltanto 13 piloti sono riusciti a portare a termine la gara, mentre gli altri, tra cadute e guasti meccanici, sono stati costretti al ritiro.

L’inutile tentativo di Marc Marquez

Il weekend della MotoGP si è aperto con una notizia clamorosa: Marc Marquez, operato martedì per la frattura all’omero del braccio destro, scende in pista. Il campione del mondo in carica ha una placca in alluminio sull’osso, fissata con 12 viti, ma nonostante questo ha subito cominciato a fare flessioni, prima al muro e poi a terra. Ma purtroppo si è dovuto arrendere: non ci sono flessioni che tengano, in pista è un’altra cosa. Ha partecipato a due sessioni soltanto di prove libere, ha corso sette giri di fila, come voleva il team manager Honda Alberto Puig, per capire quanta resistenza avesse, ma in qualifica, dopo un minuto e mezzo, è tornato ai box e si è ritirato, perché il dolore al braccio appena operato è diventato preoccupante.

Insomma, il miracolo non c’è stato, ma Marquez, evidentemente, aveva bisogno di vedere con i suoi occhi di non essere in grado di gareggiare, di sentirlo sulla sua pelle. Infatti, dopo il ritiro, ha dichiarato: “Adesso posso dormire tranquillo, so di aver dato tutto quello che avevo. Ci ho provato. E quando hai la passione dentro, lo devi fare. Ho cercato di capire il mio corpo”. E il suo corpo gli ha detto che no, nonostante i miracoli che fa in pista, non è un supereroe, è pur sempre umano, e Jerez, quest’anno, non gli ha portato fortuna. Ora dovrà aspettare il 9 agosto per tornare in pista a Brno, e molto probabilmente lo farà ancora una volta da protagonista.

Valentino Rossi torna sul podio dopo più di un anno

Chi invece ieri ha trovato il riscatto a Jerez dopo una gara sfortunata nel primo GP, in cui è stato costretto al ritiro, è Valentino Rossi, che a 41 anni, dopo oltre un anno di assenza dalla top 3, è tornato sul podio. L’ultimo era stato il secondo posto al GP delle Americhe nell’aprile 2019. Il Dottore, subito dopo il via, ha infilato il suo compagno di team Viñales e si è portato in seconda posizione. Mentre Quartararo fuggiva via, il campione di Tavullia ha tenuto a bada tutti gli inseguitori per 11 giri, poi si è visto superare da Pecco Bagnaia, il quale però ha dovuto alzare bandiera bianca quando al 18° giro il motore della sua Desmosedici ha cominciato a fare li bizze perdendo olio in pista.

Rossi, che è riuscito a resistere anche all’attacco di Franco Morbidelli (Petronas Yamaha SRT), anch’egli alle prese con un problema meccanico alla sua M1, è così tornato in seconda posizione e l’ha mantenuta fino a due giri dal termine, quando Viñales lo ha superato e per la seconda domenica consecutiva ha occupato la piazza d’onore sul podio.

Rossi, ovviamente, si è dimostrato molto soddisfatto alla fine della gara per il terzo posto, ma ha anche chiesto alla Yamaha di credere di più in lui. Ora è diventato il secondo pilota dopo l’americano Randy Mamola a conquistare il podio nella classe regina in tre decenni diversi, ossia 2000, 2010 e 2020. Se poi teniamo conto anche delle classi inferiori, Rossi sul podio è salito in quattro decenni diversi, perché ha cominciato negli anni ’90, subito da grandissimo protagonista.

MotoGP Andalusia: weekend nero per le Ducati

Al traguardo del MotoGP Andalusia 2020 il primo ducatista è sempre lui, Andrea Dovizioso, ma il suo weekend è stato difficilissimo. Nelle prove libere ha fatto peggio addirittura di Marquez, che a malapena si manteneva in piedi, poi in qualifica ha ottenuto soltanto il 14° tempo.

In gara, pur non potendo mai lottare per il podio, a differenza del MotoGP di Spagna, che ha concluso al terzo posto, è stato comunque il migliore dei piloti delle Desmosedici, finendo al sesto posto e guadagnando dei punti preziosi grazie ai quali è terzo in classifica dietro a Quartararo e Viñales che, invece, hanno chiuso entrambi i primi GP a Jerez al primo e secondo posto.

È arrivato a punti anche Johan Zarco del team Hulot Reale Avintia, con oltre 23 secondi di ritardo da Quartararo, mentre il suo compagno di squadra Tito Rabat si è piazzato all’11° posto. Tutti gli altri ducatisti sono stati costretti al ritiro: Danilo Petrucci è caduto a metà gara, stessa sorte per Jack Miller, mentre a Bagnaia, come abbiamo visto, si è rotto il motore.

MotoGP Andalusia 2020: classifica piloti e costruttori

Questa la classifica piloti dopo i primi due GP:

1) Fabio Quartararo (Yamaha) 50 punti
2) Maverick Viñales (Yamaha) 40
3) Andrea Dovizioso (Ducati) 26
4) Takaaki Nakagami (Honda) 19
5) Pol Espargaro (KTM) 19
6) Valentino Rossi (Yamaha) 16
7) Jack Miller (Ducati) 13
8) Alex Marquez (Honda) 12
9) Johann Zarco (Ducati) 12
10) Franco Morbidelli (Yamaha) 11
11) Joan Mir (Suzuki) 11
12) Francesco Bagnaia (Ducati) 9
13) Miguel Oliveira (KTM) 8
14) Danilo Petrucci (Ducati) 7
15) Tito Rabat (Ducati) 7
16) Alex Rins (Suzuki) 6
17) Bradley Smith (Aprilia) 5
18) Brad Binder (KTM) 3
19) Cal Crutchlow (Honda) 3

E questa la classifica costruttori:
1) Yamaha 61
2) Ducati 28
3) Honda 22
4) KTM 19
5) Suzuki 17
6) Aprilia 5