Tanti auguri Dovi! Sono 34 per Andrea Dovizioso, come il numero di carena con il quale si laureò Campione del Mondo in 125, 34 anni gran parte dei quali trascorsi cavalcando una due ruote, lungo una carriera sportiva in cui si è affermato come uno dei piloti italiani di maggiore talento dell’ultimo ventennio. Una sola consacrazione iridata, quella ottenuta nel 2004 quando poco più che diciottenne conquistò il titolo mondiale nella classe 125, ma da 17 anni ai vertici di questo sport, in cui non è mai uscito dalla top10 del Motomondiale.

E’ in sella alla sua Ducati che Andrea Dovizioso avrebbe dovuto festeggiare questo compleanno, provando magari a “farsi un regalo”, tentando di migliorare in gara la buona chiusura della scorsa stagione (in cui aveva conquistato due podi nelle ultime 4 apparizioni, chiudendo secondo nella classifica generale), ma per causa di forza maggiore si troverà a passare la ricorrenza lontano dalle gare: il GP della Thailandia, previsto per il 22 marzo, è stato rinviato a causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid-19.
Chissà che la sorpresa non arrivi più tardi: le ultime stagioni dicono che il nome di Dovizioso è il primo nella lista tra i candidati a ricoprire il ruolo di anti-Marquez. Lo spagnolo, con 6 titoli negli ultimi 7 anni, sta scrivendo la storia di questo sport, ma il Dovi, con i suoi tre secondi posti nella classifica generale delle ultime 3 stagioni, è stato il “primo degli umani”. Una seconda giovinezza per il pilota romagnolo, che nel 2020 riproverà a farsi sotto con la sua Ducati.

Andrea Dovizioso, gli esordi e il titolo mondiale

Cresciuto sportivamente in Aprilia, il giovane pilota classe 1986 si affaccia alle grandi competizioni motociclistiche nel 2000 con la conquista del Campionato Italiano Velocità, preludio alla vittoria del Campionato Europeo Velocità dell’anno successivo. Il 2001 è anche l’anno in cui Dovizioso esordisce nel Motomondiale (classe 125): la prima sortita al Mugello si conclude con un ritiro. Nel 2002 passa a Honda, casa che segnerà il suo successivo decennio professionale, nel Team Scot Racing, con cui si piazza quindicesimo nella generale di fine stagione. Si migliora nel 2003, anno dei primi podi mondiali (due secondi posti in Sudafrica e Gran Bretagna, due terzi posti in Francia e nel GP del Pacifico). Il quinto posto finale è un buon piazzamento, ma nel 2004 ecco la consacrazione: apre l’anno con la vittoria nel Gp del Sudafrica, prima in carriera nel Motomondiale, primo posto a cui ne seguiranno altri 4 in stagione (Francia, Gran Bretagna, Giappone e Australia), che contribuiranno alla conquista del titolo di Campione del Mondo per la classe 125.

Gli anni di transizione in 250 e la MotoGp

Il 2005 è l’anno del salto di cilindrata e apre il triennio in cui Dovizioso si misurerà in classe 250: i 189 punti in classifica, al termine di una stagione senza vittorie (ma con 5 podi in Portogallo, Cina, Francia, Catalogna e Qatar), gli valgono il terzo posto mondiale dietro a Daniel Pedrosa e Casey Stoner. La prima vittoria in 250 arriva l’anno dopo, nel GP della Catalogna, ma a nulla valgono gli 11 podi stagionali contro lo strapotere di Jorge Lorenzo, che vincerà il mondiale. Lo spagnolo si riconfermerà anche nel 2007, relegando Dovizioso ad un altro secondo posto, il secondo consecutivo, nonostante le buone prestazioni stagionali (9 podi di cui 2 vittorie, in Turchia e Gran Bretagna).
Esordisce in MotoGp nel 2008, conquistando il primo podio nella penultima gara, in Malesia, e nel 2009 ecco la prima vittoria: in Gran Bretagna, uno dei suoi circuiti preferiti (in carriera otterrà 4 successi su questa pista), precede Colin Edwards e Randy de Puniet, un successo che però resterà l’unico podio stagionale. Saranno 6 nell’anno successivo (Quatar, Francia, Italia, Gran Bretagna, Giappone, Malesia e Portogallo) e 7 nel 2011 (Francia, Gran Bretagna, Olanda, Italia, Repubblica Ceca, Australia e Comunità Valenciana), risultati che gli valgono il terzo posto mondiale dietro a Casey Stoner e Jorge Lorenzo.
Il 2012 segna il passaggio in Yamaha, una toccata e fuga prima dell’approdo in Ducati: 4 stagioni in ombra, quelle a partire dal 2013, con un unico sussulto nella vittoria del GP della Malesia nel 2016.
Nel 2017 un’autentica rinascita: nel pieno dell’esplosione sportiva di Marc Marquez Dovizioso si impone, con 6 vittorie in campionato (Francia, Catalogna, Austria, Gran Bretagna, Giappone e Malesia) come l’unico in grado di tenere testa allo spagnolo: i 261 punti finali gli valgono il secondo posto dietro a Marquez (che chiude a 298 punti). Il copione si ripete nel 2018 e nel 2019, anche se il gap con Marquez diventa più marcato: i 17 podi (con 6 vittorie) nel biennio fanno dell’italiano l’unico pilota ad essersi avvicinato maggiormente al campione del mondo. Nel complesso Andrea Dovizioso ha disputato 313 gare nel Motomondiale, salendo sul podio in 101 occasioni, vincendo in 23 Gran Premi.

La stagione 2020

Il Motomondiale è fermo: l’emergenza coronavirus, deflagrata ormai su scala mondiale, ha portato all’annullamento del GP del Qatar (a causa delle restrizioni imposte dalle autorità locali, che hanno limitato l’accesso alle persone provenienti delle nazioni maggiormente colpite dal virus, compresa l’Italia) e il rinvio della seconda tappa in Thailandia. Dopo avere recentemente presentato un documentario, “Andrea Dovizioso: Undaunted”, che ripercorre la stagione 2019 del pilota, Dovizioso attende l’esordio nel nuovo campionato in un clima inedito per tutti, tra allenamenti in palestra e la preparazione per quello che con ogni probabilità sarà un tour de force alla ripresa delle competizioni, se e quando la situazione sanitaria internazionale lo permetterà. Quella che sta per iniziare sarà l’ottava stagione del forlivese sulla Desmosedici, e già si parla di una possibile riconferma in Ducati, con cui il feeling non ha fatto segnare livelli altissimi negli ultimi tempi, anche per la prossima stagione: non è un segreto di come la casa italiana abbia tentato di prendere contatto coi vari Marquez, Vinales, Quartararo e Rins, uscendone però con un nulla di fatto. Quella di Andrea Dovizioso potrebbe imporsi come la scelta più solida.

Per quanto concerne il ritorno alle gare, ad oggi, nonostante il GP della Spagna resti regolarmente in programma per il 3 maggio, si parla di un possibile rientro in pista nel mese di giugno, o magari, come si augura anche Dovizioso, proprio per il Gp del Mugello, in programma il 31 maggio.