È la prima, vera partitissima dell’anno. La sfida di domani sera fra Napoli e Milan, allo stadio San Paolo, vale più di ogni altra gara vista dall’inizio del campionato. Non ce ne vogliano Juventus, Inter, Roma e Atalanta, che in realtà potrebbero tutte approfittare dello scontro diretto, ma le prime risposte della stagione le aspettiamo dal faccia a faccia fra Rino Gattuso e il suo passato.

 

Inutile negarlo, il Napoli arriva in campo incerottato, con tante assenze e molti dubbi in più, rispetto al giorno in cui scaricò tutta la sua rabbia per la vicenda-Juventus sulla malcapitata Atalanta. Da una sosta all’altra, molto è cambiato. A questo giro, le nazionali sono costate Osimhen e Hysaj, senza dimenticare Rrahmani, per ora fuori dalle rotazioni, ma pur sempre un’alternativa all’occorrenza. Anche il Milan ha pagato pegno,  perdendo nelle ultime ore Leao, al cui posto giocherà Rebic. C’è poi la lungodegenza di mister Pioli, costretto a casa dal Covid, cui si è aggiunto lo stop del suo vice. Con tutto il rispetto, però, nulla a che vedere con il peso della forzata rinuncia a Osimhen, l’uomo a cui Gattuso chiede di spaccare le difese avversarie. Così è ed è inutile piangerci sopra. Toccherà a Ciro Mertens, riportato per l’occasione in quel ruolo che lo ha imposto all’attenzione mondiale. Sarà lui la punta centrale con alle spalle Insigne, Elmas e uno fra Lozano e Politano, se si  opterà per il 4-2-3-1. Viceversa, agirà al fianco di Lorenzo e del prescelto fra Lozano e Politano, in caso Gattuso scelga di tornare al caro, vecchio  4-3-3, per ovviare all’assenza della punta nigeriana. Un dubbio, a ben vedere, intrigante non solo per giornalisti e appassionati, ma per il futuro stesso della stagione azzurra. Ragionavamo proprio qui, la scorsa settimana, sull’esigenza del mister di saper prevedere delle alternative a un disegno tattico, che ha oscillato un po’ troppo fra momenti di calcio sublime ed altri di palese imbarazzo. La difficilissima prova contro la capolista potrebbe risultare un banco di prova ideale, per capire come procedere e quali varianti tattiche varare.

 

Molto si è parlato in questi giorni di Osimhen, giusto e inevitabile, ma troviamo più affascinante sottolineare l’occasione che si presenta a Mertens. Il belga è apparso appannato nelle ultime uscite, vagamente a disagio in un ruolo diverso. Il terzo della sua mirabolante avventura napoletana. Domani potrà tornare dove ormai si sente a casa, in quei larghi spazi a ridosso dell’area di rigore, dove ha abituato i tifosi a fare sfracelli. Ciro non ama stare troppo tempo ai margini dello show e non c’è occasione migliore della sfida a Ibrahimovic. Dopo la partita di Bologna, del resto, lo stesso Gattuso era stato chiaro, ricordando come mancasse alla squadra il consueto apporto di Ciro. Parole dolci e sempre di profonda riconoscenza, ma anche di stimolo per il ragazzo. Come nello stile del mister.

 

Citavamo Ibra, spauracchio per tutte le stagioni e per qualsiasi avversario. Al San Paolo, l’Italia potrà offrire al mondo una delle sfide più eccitanti in assoluto su un campo da calcio: l’eterno svedese contro Kalidou Koulibaly (e Manolas…), praticamente il meglio che si possa vedere in un faccia a faccia fra attaccanti e difensori. Con tutto il rispetto per Liga e Premier, questi due fenomeni li abbiamo noi. Straordinaria occasione per la nostra serie A, a poche ore dallo storico voto favorevole all’ingresso dei Fondi nell’assetto proprietario della Lega. Se si vogliono far soldi, si deve saper vendere nel miglior modo il miglior prodotto possibile. Oggi, per centrare questo obiettivo, si deve passare anche da Napoli.