La partita di San Siro ha lasciato scorie e strascichi, con cui il Napoli dovrà fare i conti. Per oltre un mese, nel caso dell’infortunio di Dries Mertens. Un danno certo, a cui porre rimedio da subito, con il complesso rebus delle formazioni per le prossime partite. Ci torneremo fra poco, ma c’è un altro interrogativo aperto. La squadra, consapevole di aver dominato almeno metà della gara contro l’Inter, ha comunque perso il secondo scontro diretto di questo inizio di campionato. Qualcuno l’ha già fatto notare e il Napoli dovrà saper reagire immediatamente al sospetto di essere ‘leggero’ nelle partitissime, cercando la vittoria all’Olimpico, contro la Lazio.

I complimenti nel calcio, si sa, possono essere un’arma a doppio taglio: regalare consapevolezza o lasciare profonda amarezza, perché alla fine non hai portato nulla a casa. Gli azzurri dovranno essere capaci di costruire la propria autostima, non guardando alla classifica e dimenticando i 20 minuti in cui hanno letteralmente sbattuto il muso su Samir Handanovič.

Contro la Lazio, lo accennavamo, Rino Gattuso dovrà inventarsi un attacco. È rimasta solo l’opzione-Petagna, come punta centrale, in più il tecnico dovrà farà i conti con le scarsissime sostituzioni possibili, in particolare fra gli avanti. Dovendo rimpiazzare, infatti, anche lo squalificato Lorenzo Insigne (ed è pure andata bene, con un solo turno di stop), quasi certamente giocheranno sia Politano che Lozano. A quel punto, a Rino non resterebbe nessun cambio naturale per gli attaccanti. Nel calcio delle cinque sostituzioni, questo può essere un problema molto complesso da risolvere. Lo stesso Napoli ha cambiato il destino di non poche delle sue partite di questa stagione, con interventi radicali, anche tattici, in corso d’opera.

Domani sera, allo stadio Olimpico, Gattuso dovrà scegliere se tenersi un asso nella manica, magari partendo con Elmas, oppure optare per la soluzione più logica, con i già citati Politano, Lozano e Zielinski, alle spalle dell’ex-Spal. Nomi e moduli a parte, decisivo sarà l’approccio mentale alla partita, a cui il Napoli chiede di poter restare agganciato al treno che conta, prima di tornare a giocare al San Paolo, mercoledì prossimo contro il più che pericolante Torino.

Andare alla sosta nelle migliori condizioni possibili psicologiche e di classifica è l’obiettivo azzurro, per assorbire la doppia botta della sconfitta di Milano e dell’infortunio di Mertens. Anche per poter aspettare con la massima serenità il rientro di Osimhen. È bene non dimenticare mai che gli azzurri stanno facendo a meno dell’attaccante nigeriano, ormai da un mese. Proprio nel momento in cui, peraltro, il ragazzo cominciava a dare segni di un’importante maturazione tattica.

Gattuso, che ha scatenato una vera e propria bufera mediatica sull’espulsione di Insigne (siamo convinti anche per non far rimuginare troppo il gruppo sulla grande occasione persa contro l’Inter…), ha avuto il merito di non lamentarsi mai di questo. Siamo noi, però, a voler ricordare il peso di un’assenza, che ora si aggiunge a quella di Mertens. Quanto al belga, destinatario di qualche critica di troppo per il minore apporto di goal in questi mesi, inviteremmo tutti ad andare a leggere anche il numero degli assist, spia infallibile del peso di un giocatore nella manovra e nel rendimento dell’intera squadra.

L’inevitabile attenzione sulla grana-attaccanti, non deve farci dimenticare un altro tema di cui spesso qui abbiamo scritto: le scelte a centrocampo. La coppia Bakayoko-Demme a Milano non è dispiaciuta. Anzi. Soprattutto perché è funzionale alla capacità unica nel suo genere di Piotr Zieliński di legare la fase difensiva e offensiva della squadra. Una soluzione che lascia poco spazio, però, a Fabian Ruiz. Lo spagnolo, in questo momento, non è in un gran stato di forma e si fa meno fatica a farlo accomodare in panchina, ma alla lunga potrebbe diventare un problema non da poco per Gattuso.

Dura la vita dell’allenatore, ma questa è una delle poche certezze del calcio.