Manca poco più di una settimana e poi i nostri divani diventeranno a tutti gli effetti degli spalti. Il 24 giugno assisteremo anche al ritorno in campo della Roma che, dopo l’emergenza, affronterà la Sampdoria in una delle sette partite previste, da calendario, in notturna. Precisamente alle 21:45. Che match vedremo? Difficile sbilanciarsi dopo uno stop così prolungato. Quel che è certo è che l’incipiente sfida tra giallorossi e blucerchiati ha sempre avuto, sin dal passato, il sapore dell’appuntamento da non perdere.

Si tratta di uno di quegli scontri che negli anni si è spesso rivelato pieno di sorprese – a volte dolci, altre volte amare -, in virtù di gare combattute con ardore e ricche di gol. Facciamo qualche esempio: nei miei anni di lavoro con la Roma, ho più volte sentito parlare di un precedente che io, essendo classe ’86, non ho avuto modo di vivere in prima persona. È la terza giornata della stagione 1982-1983, quella del secondo scudetto, e si gioca in trasferta, a Marassi. La Sampdoria si impone per 1-0, con un goal dell’attuale c.t. della Nazionale Roberto Mancini, che brucia sullo scatto Di Bartolomei e trafigge Tancredi. La partita scatena fragorose polemiche per il nuovo ruolo di “libero” che il Barone Liedholm ha affibbiato al capitano e che non sembra affatto rientrare nelle sue corde. Alla fine, ad aver ragione, è il tecnico svedese, il cui esperimento culmina nel secondo tricolore della storia romanista.

Risale a circa dieci anni dopo un altro precedente degno di nota. Siamo al termine della stagione 1990-1991, quella del debutto di “Pluto” Aldair, quando la Roma si aggiudica la settima Coppa Italia imponendosi nel doppio confronto con la Samp: 3-1 in casa e 1-1 in trasferta, con gol del “tedesco volante” Voeller su calcio di rigore. Dei nove successi nella competizione nazionale archiviati in bacheca, quello appena rievocato è senz’altro tra i più speciali per il popolo romanista. Non solo perché conquistato contro la compagine campione d’Italia al termine di un’annata dura, segnata dalle squalifiche di Peruzzi e Carnevale, nonché dalla dolorosissima sconfitta nella finale di Coppa UEFA ad opera dell’Inter di Trapattoni, ma anche perché ottenuto nell’anno della scomparsa del grande Dino Viola, il presidente dell’era dei sogni, a cui la coppa fu dedicata.

Nemmeno l’approdo al nuovo millennio ha cambiato la musica, con lo scontro tra capitolini e blucerchiati che ha continuato a riservare parecchie sorprese. E queste le ricordo decisamente meglio anch’io. È la stagione 2006-2007 e si gioca di nuovo in trasferta. Io ho 20 anni e, col senno di poi, avrei davvero voluto assistere a quella sfida. Non tanto per il roboante risultato finale (2-4) ma, piuttosto, perché avrei avuto la possibilità di ammirare dal vivo un’autentica prodezza del capitano Francesco Totti. Una rete da posizione impossibile: un gol di esterno sinistro, al volo, su invito di Cassetti, che è annoverato di diritto tra i più belli di sempre. Non a caso tutto il Ferraris si alza in piedi e tributa una scrosciante ovazione al numero 10 giallorosso.

Tre anni e mezzo dopo, sul finire della stagione 2009-2010, si gioca un altro Roma-Samp cruciale. Stavolta, per i nostri colori, il calice da bere si rivelerà amarissimo. Come dimenticarlo? Dopo un’incredibile rimonta sull’Inter di Mourinho, la compagine guidata da Ranieri viene inopinatamente fermata in casa dal duo Pazzini-Cassano. La doppietta del “Pazzo”, che ribalta l’iniziale vantaggio romanista ad opera di Totti, pietrifica un Olimpico in lacrime che vede svanire sul filo di lana il sogno del quarto scudetto. È una gara rocambolesca, con la Roma che carica a testa bassa, costruendo una caterva di occasioni da rete, tutte sventate dal portiere doriano Storari, nell’occasione davvero insuperabile.

Tra le sfide che preferisco, tuttavia, devo menzionare Roma-Sampdoria della stagione 2013/2014. È il 16 febbraio 2014 e si gioca in un clima surreale: in casa, all’Olimpico, con le curve chiuse. Pressappoco lo scenario che vedremo in questa partita di ritorno del 2020. I ragazzi di Garcia vincono 3-0, grazie ad una doppietta di Destro e al sigillo, nel mezzo, di Pjanic. Scesa in campo con un 4-3-3 che vedeva Nainggolan e Strootman più guardinghi e Pjanic con maggior licenza di pungere, la Roma gioca una partita strana: circospetta fino a metà del primo tempo, si scioglie con il trascorrere dei minuti e, alla fine, disputa una delle prestazioni più convincenti della gestione Garcia. Il vantaggio di misura al termine della prima frazione di gioco, viene legittimato nella ripresa, quando salgono in cattedra Destro e Pjanic: il bosniaco pesca dal cilindro la solita magia su punizione, mentre l’attaccante marchigiano chiude i conti con un goal in cui sfoga tutta la rabbia accumulata, una sorta di liberazione dopo le occasioni fallite in apertura. La Roma cancella così la delusione di Napoli, nella semifinale di ritorno della Coppa Italia, e riparte all’inseguimento della Juventus.

Storia davvero recente è invece la vittoria conseguita nella stagione 2018-2019. Una partita rimasta nel cuore non tanto per aver espugnato di misura Marassi, quanto perché De Rossi suggella la sua prestazione realizzando l’ultimo goal con la maglia della Roma. Dopo due sconfitte e un pareggio, quella vittoria rianima i colori giallorossi ma infligge al contempo un’altra ferita dolorosa e insanabile dopo quella dell’addio di Totti. Il tempo passa, le cose cambiano, ma una cosa è certa: le sfide tra Roma e Samp non saranno mai noiose. Negli anni le due squadre si sono affrontate più di 120 volte e il risultato più frequente all’Olimpico è stato 1-0 (in ben 12 occasioni). Stavolta è molto difficile formulare pronostici attendibili. Mai, infatti, il campionato era stato sospeso per tre lunghi mesi, riprendendo in un periodo che vede, di norma, i giocatori pianificare le vacanze estive. Tutto può succedere, dunque. Specialmente in questo match. Bisogna solo farsi trovare pronti per affrontarlo al meglio che si può. Bentornata Serie A.