Per qualsiasi tifoso della Roma, scavare nella memoria e ricordare una pausa “amara” più lunga di quella appena trascorsa, non è affare semplice. In questi giorni, con i fari degli italiani puntati sulla Nazionale di Roberto Mancini, i romanisti hanno continuato a crucciarsi e tormentarsi sopra un risultato indigesto: il 3-2 contro il Venezia. La vigilia del match contro il Genoa, dunque, si è rivelata – insospettabilmente, ma comprensibilmente – interminabile, benché non avara di sorprese. In tale lasso temporale, infatti, abbiamo assistito alla nascita di un “movimento difensivo” a presidio di José Mourinho. Una mobilitazione di cuori giallorossi del tutto inedita, che ha dato vita a #conmourinhoperlaroma.

Si tratta di un “hashtag” appositamente creato dalla tifoseria “social”, poche ore dopo la disfatta contro i lagunari, al fine di sostenere lo Special One nel momento più complicato dal giorno del suo insediamento, con la Roma che in campionato ha conquistato solo 4 punti nelle ultime 5 partite, mentre in Conference League deve accontentarsi, a due gare dalla fine, della piazza d’onore dietro ai norvegesi del Bodø/Glimt. Insomma, quello appena tratteggiato è uno scenario indubbiamente deludente, che pochissimi avrebbero potuto preconizzare con José Mourinho sulla panchina giallorossa.

La stragrande maggioranza dei tifosi, questo è bene chiarirlo subito, è però coesa e schierata apertamente con il tecnico portoghese, come quell’hashtag inconfutabilmente dimostra. Un segnale forte e chiaro lanciato all’indirizzo di squadra, società e detrattori in un momento tanto critico per le sorti della compagine capitolina. La strada da percorrere è lunga ed impervia, il lavoro da fare è ancora tanto, ma Mourinho non si tocca. Questo è l’imperativo. Sul tema, in settimana, sono intervenuti anche due indiscussi simboli di questi colori: Totti e De Rossi. Mentre il capitano ha ricordato a chiare lettere che l’attuale mister della Roma “ha vinto più di tutti gli allenatori della Serie A messi insieme“, DDR ne ha auspicato una lunga permanenza sulla panchina per il bene di tutti: “La Roma dovrà ritenersi soddisfatta a fine stagione se non avrà fatto stufare anche questo allenatore, uno dei più forti che ci sono in circolazione“. Anche loro, quindi, dichiaratamente dalla parte di Mou.

Che la piazza romana sia una “mangiatrice di allenatori”, d’altronde, è risaputo. Basti pensare che, dall’avvento degli americani, nella stagione 2011/2012, Mourinho è il nono (!!) timoniere giallorosso. Temere che la piazza, per quanto esigente, possa trovare il coraggio di divorare anche il portoghese, può sembrare un’esagerazione. Ma non del tutto infondata. Del resto, si sa, gli anti-Mourinho, quelli che lo hanno tacciato, sin da quando ha messo piede nella capitale, di essere il simulacro dello Special One che realizzava il “Triplete” con l’Inter, proprio in momenti come questo riemergono dall’oblio per ribadire le loro convinzioni. E allora, se la fiducia permane intatta nella mente di chi tifa, di chi scende in campo e di chi staziona ai piani alti della società, non c’è nemico che tenga, virtuale o reale che sia. L’importante è che il progetto di crescita, così tanto propagandato dai Friedkin, sia concreto: vincere per creare un equilibrio indissolubile, costruito partita dopo partita, difficoltà dopo difficoltà. Passando anche, se non soprattutto, dalla prossima sfida contro un Genoa in lotta per la salvezza.