Nella sfida contro la Fiorentina, la Roma ha fatto ciò che doveva: vincere (dolce). D’altronde, dopo lo striminzito pareggio a Benevento e la sconfitta costellata da recriminazioni contro il Milan, era la sola cosa che contava. A maggior ragione, in una stagione contraddistinta da un’autentica bagarre ai piani alti della classifica: una competizione serrata, senza esclusione di colpi, in cui anche per blindare un quinto posto occorre sudare e versare lacrime (amare) ad ogni partita.

Che poi il dolce di questa vittoria si fonda all’amarezza per l’infortunio muscolare occorso a Veretout, elemento cardine della mediana giallorossa, che per un po’ sarà costretto ai box, è tutt’altra storia: di sfortuna, di destino, o come volete chiamarlo voi, ma che di fatto, a Roma, non manca mai. Al momento, dunque, il tifoso può consolarsi con la vittoria nel turno infrasettimanale di mercoledì, che mantiene viva la corsa Champions per i giallorossi di Fonseca (dolce). In virtù dell’inatteso sigillo di Diawara su assist di Karsdorp, giunto sul filo di lana, la Roma ha espugnato il Franchi, prendendo tre punti importantissimi in chiave europea contro un’indomita Fiorentina. Il gol dell’1-2 finale, peraltro, era stato in prima battuta annullato per fuorigioco dall’arbitro Calvarese, e solo successivamente convalidato dal VAR (altrimenti, con ogni probabilità, qualcuno avrebbe storto il naso di fronte ad un pareggio in cui la Roma aveva fatto tutto da sola: gol e autogol).

Prima della vittoria, i giallorossi avevano comunque vissuto una settimana piuttosto intensa, specie nei contenuti, con la vivace conferenza stampa pre gara del mister: un botta e risposta senza giornalisti in sala, ma non per questo scevro di spunti interessanti. È stata forse la miglior conferenza del portoghese dal suo approdo sulla panchina giallorossa, quasi una chiacchierata a cuore aperto con tutti gli appassionati di calcio. Naturalmente, il risultato maturato sul campo ha contribuito a risollevare il morale della truppa romanista e del suo comandante (dolce), che culla la speranza di una conferma al timone della squadra per la prossima stagione, anche se, da qualche tempo, su di lui si sta allungando l’ombra sinistra di Allegri.

È vero poi, come è stato rilevato, che la Viola non attraversava uno smagliante momento di forma, e che, pertanto, vincere era quasi un imperativo, ma il calcio insegna che spesso sono proprio le partite in cui l’avversario viene sottovalutato, magari per via del “gap” tecnico, quelle che celano le maggiori insidie. Alcuni non avranno gradito neppure che la Roma abbia iniziato a spingere sull’acceleratore solo nella ripresa (amaro), ma, in fondo, evocando un motto sempre in auge, ciò che conta è il risultato finale!

La Roma è riuscita a stringere i denti ed ora deve continuare su questa strada, con o senza Džeko tra i titolari, sebbene (lo si è visto anche a Firenze) di un punto di riferimento lì davanti si avverta nitidamente la mancanza (amaro). La prossima sfida in programma è quella di domenica alle 12.30 contro il Genoa. Dopo una lunga convalescenza, i giallorossi recuperano finalmente Smalling (dolce), il cui innesto consentirà di sopperire all’assenza forzata di Kumbulla per squalifica (amaro).

Anche stavolta la Roma dovrà mantenersi vigile, perché ogni svista nella fase cruciale della stagione può costare cara. Specialmente contro i rossoblù, rinvigoriti dall’arrivo di Ballardini, tecnico che é riuscito a infondere nuove motivazioni nei suoi ragazzi, inanellando 20 punti in 12 giornate e allontanandosi dalla zona retrocessione. Di certo il Grifone si presenterà battagliero all’Olimpico, sulla scia del pareggio ottenuto in un derby ben giocato contro i cugini della Sampdoria.

Nelle file romaniste si confida molto nel ritorno al gol di Mkhitaryan che, uscito scontento dal Franchi per la sostituzione (amaro), dovrebbe comunque partire nuovamente dal primo minuto. E chissà che la conferma non gli sia di ispirazione per un ritorno al gol, che, nonostante il pingue bottino stagionale di undici segnature, manca dalla partita contro il Verona del 31 gennaio (amaro). La fame c’è. Verrà saziata? Speriamo con un saporito menù dal finale molto dolce.