Di Gabriele Borzillo
27 Giugno 2020
Milan-Roma da che calcio è calcio, da quel 27 ottobre 1929, inizio delle sfide tra le due squadre – per la cronaca si imposero i rossoneri 3-1 dominando in lungo e in largo come riportano i quotidiani dell’epoca – in un San Siro ancora isolato nel mezzo della campagna alle porte del capoluogo lombardo, ha raccontato tanti gol, emozioni, poca noia e la quasi certezza di assistere a spettacoli appassionanti. Tornando alla storia dei Milan-Roma, perché ci piace ripercorrere le strade di un calcio che fu condividendolo con chi legge, rammentiamo che fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale il bilancio degli scontri diretti era pressoché alla pari: poi, negli anni Cinquanta, i rossoneri hanno ingranato una marcia in più e oggi la Roma è la vittima sacrificale preferita dal Milan in Serie A, potendo vantare quest’ultimo nei confronti dei giallorossi capitolini ben 74 vittorie a fronte di 50 pareggi e 45 sconfitte.
Negli ultimi anni, però, la tendenza sembra essere leggermente mutata: basti pensare come, delle ultime nove partite, i rossoneri ne abbiano vinte solamente due, altrettanti i pareggi e ben cinque i successi romanisti. Così come non è da sottovalutare la verve realizzativa di Edin Dzeko sul prato verde meneghino: il cannoniere bosniaco segna ovunque, Milano compresa, e il suo stato di forma pare straripante.
Milan-Roma, nel passato recente, è stato il gol di Sheva per la conquista dello scudetto numero 17, il 2 maggio 2004, con un gran colpo di testa dopo un minuto di gioco su cross perfetto e teso di Kakà dalla destra in un San Siro stracolmo di tifosi o, ancora, uno dei pochi 0-0 che consegnò ai rossoneri di Massimiliano Allegri il titolo numero 18, il 7 maggio 2011, con Rino Gattuso capitano, lo stesso Rino Gattuso che da allenatore ha guidato i rossoneri nelle ultime due vittorie contro i giallorossi.
Oggi questo Milan-Roma non ha quel pathos, ma vale tanto, tantissimo, in ottica di un posto per l’Europa. Perché la Roma, non dimentichiamolo, non veleggia a distanze siderali dalla quarta posizione, utile per un posto nel paradiso pallonaro. E il Milan, dal canto suo, ha necessità di rientrare nelle competizioni continentali, pena una seggiolina in seconda fila, investimenti pochi e restare a guardare gli altri: non sembra essere questo il piano di rilancio della proprietà attuale, forse Elliott gradirebbe assai poco l’ennesima stagione in panchina.
Gli uomini di Stefano Pioli, che in passato ha allenato la Lazio con risultati lusinghieri, hanno ripreso dopo il lockdown a passo spedito. Sono stati eliminati forse immeritatamente dalla Juventus in Coppa Italia, al termine di due partite particolari, ma è inutile ricordare rigori ed espulsioni che appartengono al passato, oltre alla bella figura rimediata allo Stadium in dieci contro undici per circa 80 minuti senza mai subire la pressione bianconera e cercando, fino all’ultimo, il clamoroso gol qualificazione. I rossoneri hanno poi maramaldeggiato a Lecce abbattendo senza storie le difese salentine e mettendo in mostra una notevole forma fisica accanto a una ritrovata sete di vittoria.
Discreta anche la Roma al suo esordio: 2-1 contro una buona, più che buona, Sampdoria. La squadra di Fonseca ha vinto con merito ribaltando una situazione complicata. Alcuni meccanismi, soprattutto quelli difensivi, vanno ancora oliati: potendo contrare su uno Dzeko a dir poco entusiasmante, la doppietta ai blucerchiati è una gioia per gli occhi di chi ama il calcio. Ed ecco che i capitolini diventano un ostacolo complicato per il Milan. Pioli spera di recuperare Kjaer, insieme a Romagnoli in coppia tecnica e fisica, per cercare quantomeno di arginare il goleador bosniaco, a quota 104 reti con la Roma: per il resto non cambia nulla, promossi e confermati in blocco i dieci di Lecce.
Dall’altra parte Fonseca sembra avere l’idea di cambiare parecchio: sono previsti oltre 30 gradi a Milano, si giocherà alle 17:30. Complimenti a chi stila il calendario – stessa sorte capiterà la settimana successiva all’Inter – perché giocare a Milano alle cinque e mezza del pomeriggio quando fa caldo sembra poco utile per lo spettacolo e per chi va in campo. Del resto cosa volete che interessi a chi in campo non ci va? E il tecnico portoghese pare intenzionato a sostituire completamente il terzetto alle spalle di Dzeko. Under, Pellegrini e Kluivert mordono il freno, i due esterni dovrebbero essere Zappacosta e Spinazzola con Cristante al posto di Diawara accanto a Veretout, inamovibile a meno di cataclismi.
La 170esima sfida è aperta. Attendiamo gol, speriamo anche spettacolo, nonostante l’orario poco consono. È Pioli contro Fonseca, la storia di due signori della panchina, mai sopra le righe.
Buon divertimento.
Nato a Milano, giornalista, scrittore, speaker radiofonico ed opinionista televisivo, laureato in Marketing e Comunicazione d’Impresa.