Ok, ok, lo ammetto, ci è andata di lusso. Per come si era messa la partita, bisogna solo ringraziare Stryger Larsen per quell’intervento da pallavolista professionista e mettere in saccoccia un punticino che sembrava oramai sfumato. Per mettere a tacere subito quelli che non hanno visto la partita ma che in queste ore stanno ironizzando sui social con il più classico dei “Eeeeh, il solito rigorino…”, dico subito che la schiacciata di mano dell’esterno friulano è talmente perfetta che mi ha ricordato Shiro all’apice della sua carriera. Spero di aver reso bene l’idea.

Quello di ieri era il classico noiosissimo match da 0-0. Escluso il lancio della monetina dell’arbitro ad inizio gara, fatico a ricordare momenti altrettanto emozionanti. Solo un episodio fortuito poteva sbloccare una partita così scialba e quell’episodio è capitato sulla testa del difensore bianconero Becao che l’ha messa dentro, sin troppo facilmente. Quello di Becao peraltro è il suo secondo goal in Serie A. Pensate che il primo in assoluto risale allo scorso anno. Sempre di testa. Sempre contro il Milan. Benissimo. Grandi responsabilità per il goal subito peraltro vanno attribuite sicuramente a Gigio Donnarumma che nell’occasione non è sembrato impeccabile. Quest’anno però Gigio ci ha salvato talmente tante volte che ieri sera non ho neanche avuto la forza di arrabbiarmi con lui. Ero già nervoso di mio con tutta la squadra considerando che, dopo la sfida di Roma, mi aspettavo un Milan più pimpante, propositivo, stimolato. Povero illuso.

Il problema di base è che quando troviamo squadre ben strutturate, come l’Udinese per l’appunto, andiamo in difficoltà. Creiamo poco e creiamo male. Ieri come non mai ci è mancato il fisico, l’imprevedibilità e l’esperienza di Zlatan Ibrahimovic. Sono convinto che in un modo o nell’altro Ibra si sarebbe inventato qualcosa, un po’ come fece nella partita d’andata dove – a pochi minuti dal triplice fischio finale – tirò fuori dal cilindro una rovesciata da 3 punti.
 Della partita di ieri salvo anche le intenzioni dei ragazzi. Nonostante la brutta prestazione ho visto una squadra volenterosa di fare bene, anche se poi nella pratica lo faceva in maniera sconclusionata e disorganizzata.

Lo sa bene Mister Pioli che, lucido come sempre nell’analizzare la prestazione dei suoi calciatori, ha dichiarato: “Ci voleva più velocità e qualità nell’uno contro uno con una squadra brava a chiudersi. Ho visto tanta volontà, ma poca lucidità. Dovevamo muovere palla più velocemente e vincere più duelli…
Così come ho tranquillamente ammesso che la squadra mi ha abbastanza deluso, è giusto anche dare un’attenuante a questa prestazione così opaca: le assenze.

Sarebbe bello che molti detrattori del Milan che sono sempre con la calcolatrice in mano per contare i rigori a favore del Milan, ne avessero anche un’altra per contare tutte le assenze che ci stanno perseguitando in questa assurda stagione. Assenze pesanti del calibro di Ibrahimovic, Calhanoglu, Bennacer, Mandzukic e Tomori. Un po’ come se all’Inter mancassero di colpo Lukaku, Barella, Lautaro e De Vrij.

Così, giusto per fare un esempio a caso. 
Un’altra verità è che siamo una squadra giovanissima, con tante qualità ma anche con tante debolezze dettate soprattutto da inesperienza. Il gruppo però c’è e il tempo sarà un nostro caro alleato, ne sono sicuro. Al netto di tutto, la classifica ad oggi ci sorride ancora: siamo secondi, a +6 sul quinto posto, momentaneamente occupato dalla Roma. Mai come quest’anno, la lotta per conquistare un posto in Champions League è accesissima. Ci sarà da lottare a denti stretti e con il fuoco negli occhi, probabilmente fino all’ultima giornata.

7 squadre per soli 4 posti. Anzi, escludendo Inter e Juventus che personalmente fatico a immaginarmi fuori dalle prime 4 posizioni, saranno Milan, Atalanta, Napoli, Lazio e Roma a darsi battaglia per i due posti vacanti. Sarò di parte, ma credo fortemente che il Milan meriti uno di quei 2 posti. Ok, l’ho detto. Sipario.