Oddio, diciamocelo, non è che bisognasse attendere questo fine settimana per averne la (quasi) certezza, dove il quasi è un qualcosa in più onde evitare pietose figure barbine. Tricolore verso Torino, sponda bianconera, e tanti saluti al resto della truppa. Il miracolo Lazio si arena definitivamente all’Olimpico in un caldo tardo pomeriggio di inizio luglio, nonostante la direzione di gara perlomeno discutibile del signor Di Bello, coadiuvato in tal senso anche dal VAR, dove sedevano Aureliano e Longo.

Gol di Raspadori, ventenne di belle speranze, pupillo di De Zerbi, annullato per fuorigioco. Di chi sia l’ultimo tocco è dubbio, ricorriamo al mezzo tecnologico: dal quale si evince che il tocco è, senza discussione, di Parolo. Quindi il fuorigioco, regolamento del calcio alla mano, non esiste. Eppure, nonostante quello che sembra evidente a tutti, Di Bello e la sala VAR prendono una decisione come minimo opinabile. Comunque sia parliamo del nulla: il Sassuolo vince, con pieno merito, e i biancazzurri di Simone Inzaghi ora vedono definitivamente spegnersi le speranze di un inseguimento clamoroso a madama bianconera dovendo guardarsi le spalle dal ritorno delle avversarie.

La Juventus ringrazia l’harakiri biancazzurro prolungato – a tal proposito una domanda è lecita: la Lazio è crollata appena ha dovuto giocare ogni tre giorni, prima del lockdown ciò non accadeva: siamo così certi che, con l’Europa di mezzo, la banda Inzaghi si sarebbe trovata tanto in alto in classifica? – e allunga, seppur di un solo, misero, punticino. Ma tanta manna per i bianconeri, in alcuni tratti della partita letteralmente strapazzati dalla Dea. Cominciamo mettendo subito i puntini sulle i: a norma di regolamento i due rigori, poi trasformati da Cristiano Ronaldo, sono corretti. Casomai, ma questo è un problema annoso che facciamo fatica a risolvere in Italia, all’estero lo hanno risolto da tempo, l’errore (nel nostro caso orrore) sta alla radice: il regolamento sul fallo di mano è più nebbioso delle mattinate nella Lomellina a novembre, l’interpretazione personale la fa da padrona incontrastata.

Altrimenti non si può spiegare l’evidente fallo di mano non sanzionato da Rocchi all’andata di questa sfida e quello fischiato, ripetiamo correttamente per l’astruso regolamento, da Giacomelli, che ha ben diretto distribuendo cartellini in maniera appropriata e intelligente e non lasciandosi mai sfuggire la partita dalle mani.

Se metà Roma piange, l’altra mezza gongola. I giallorossi ritrovano il gioco e Zaniolo: sì, certo, ormai il Brescia è allo sbando più totale, rassegnato alla retrocessione e senza il minimo accenno di reazione, aspettando gli eventi di un futuro ormai scritto, ma i ragazzi di Fonseca sono alla terza vittoria consecutiva e danno l’impressione di essere vicini a ritrovare la forma dei giorni belli mentre l’Europa League si avvicina ad ampie falcate.

Intanto hanno distanziato sia il Napoli sia il Milan, annullatisi vicendevolmente al termine di una gara piacevole e ricca di spunti pallonari. Azzurri e rossoneri sono, insieme a Sassuolo e Atalanta, le squadre uscite meglio dal riposo forzato dovuto alla pandemia: hanno corsa, fiato, consapevolezza nei propri mezzi, voglia di dimostrare qualcosa. Tutti ingredienti scomodi per i loro prossimi avversari.

Il derby emiliano tra Bologna e Parma termina con un due a due rocambolesco: rossoblù sopra fino al minuto 93 poi, inspiegabilmente, luce spenta e pareggio ducale nell’arco di un amen. Si dividono la posta Cagliari e Lecce, punto dei salentini che non sappiamo quanto sarà utile, ce lo racconterà la prossima in via del mare contro la Fiorentina reduce dal pareggio interno col Verona, farcito da qualche piccola discussione sull’arbitraggio.

Ridono entrambe le genovesi: colpaccio della Samp a casa Udinese e vittoria interna del Grifone contro la Spal, insieme al Brescia ormai praticamente retrocessa.

Il tutto in attesa di un Inter-Torino che potrebbe proiettare i nerazzurri al secondo posto in classifica.