Milan sempre solo, sempre in testa, sempre di corsa e sempre più sicuro di sé stesso e dei propri mezzi. La partita vinta col Torino, brutta prestazione dei granata apparsi in difficoltà spesso e volentieri nell’arco dei novanta minuti e regolati con una facilità a tratti sconcertante, ha certificato il ritorno della capolista alla vittoria che pesa molto più del semplice due a zero finale.

La sconfitta casalinga con la Juventus e il contemporaneo buon periodo granata avrebbero potuto minare il castello milanista. Invece, nonostante l’emergenza presente a Milanello, Pioli e i suoi ragazzi hanno offerto buon calcio, lucidità mentale e forma fisica invidiabile. Mix adatto ad affrontare la trasferta di Cagliari lunedì prossimo: non sarà per nulla facile, i rossoblù sardi sono alla disperata caccia di punti ora che, inaspettatamente, si trovano coinvolti in piena bagarre salvezza.

A proposito di Juventus, appena citata: Madama non incanta, soffre maledettamente in superiorità numerica il calcio frizzante e spavaldo del Sassuolo, vince e non convince ma, intanto, è al terzo successo consecutivo e, piaccia o meno, ipoteticamente a quattro punti dalla testa della classifica, ammesso e non concesso vinca il recupero col Napoli che ieri ha davvero sofferto e stretto i denti per portare a casa una vittoria fondamentale in chiave lotta Champions, per adesso. Gli azzurri attuali appaiono troppo discontinui per poter ambire a qualcosa di davvero importante, questo nonostante la classifica, vincendo a Torino, sarebbe tutt’altro che deficitaria. Gli stop improvvisi dei partenopei lasciano interdetti per la modalità e la puntualità con i quali accadono. Trovasse continuità di risultati il Napoli diventerebbe automaticamente un cliente pericolosissimo per chiunque avesse ambizioni di vertice.

Sempre in ottica Champions rientra alla grande, dodici gol nelle ultime tre partite, l’Atalanta del Gasperini orfano di Gomez. Anche a Benevento i neroblù bergamaschi hanno mostrato una forza d’urto offensiva davvero invidiabile, sincronia nei movimenti e capacità di accelerare o diminuire l’intensità della manovra secondo quel che richiede il momento specifico della gara. L’assenza del Papu, che poteva trasformarsi in un boomerang per gli orobici, pare aver rafforzato ancora di più l’unità di un gruppo calcisticamente bello da vedere e con un copione, in campo, che non è mai uguale a quello del turno precedente.

Copione che, al contrario, l’Inter non riesce a cambiare, quasi mai. A Roma i ragazzi di Antonio Conte vanno sotto, al solito, immeritatamente, continuano a macinare calcio per tutto il primo tempo, chiuso in svantaggio senza nemmeno sapere perché. Poi, nella ripresa, i nerazzurri offrono spettacolo puro per venticinque minuti, dominando la partita in lungo e in largo, ribaltandola dando la sensazione di esserne in totale controllo. E qui accade l’imprevedibile: perché il tecnico leccese, senza un motivo specifico, almeno senza un motivo che a noi è dato sapere, decide di fare harakiri calcistico con sostituzioni conservative, rinunciando, di fatto, a continuare la proposizione di un calcio veloce e aggressivo.

Questa situazione, quella di voler a tutti i costi salvaguardare il risultato, era già capitata a Bergamo, l’Inter si era fatta raggiungere anche a Roma con la Lazio, oltretutto in superiorità numerica e col Napoli aveva ottenuto una vittoria di lusso quanto mai sofferta e nemmeno ampiamente meritata, ma il calcio è anche questo. Ora, se tutte le volte che l’Inter è in vantaggio e le sostituzioni tendono a cercare di congelare il risultato, ma tutte le volte o quasi vieni recuperato beh, è evidente che l’Inter, tra le varie cose, non è capace di amministrarlo quel vantaggio. Anzi, tende a rinculare offrendo il fianco agli attacchi avversari. Domenica sera, con la Juventus, avremo un’esatta misura del valore di questa squadra, che in due trasferte ha raccattato un punticino quando, in realtà, avrebbe tranquillamente potuto metterne in saccoccia sei.

Sul fondo della classifica annaspa il Crotone, ormai a meno cinque dalla quart’ultima ma, soprattutto, appaiono in enorme difficoltà il Parma, risucchiato nel marasma retrocessione e il Cagliari, l’ombra della squadra che si pensava potesse disputare un campionato addirittura con vista Europa. Il tutto in attesa di Spezia-Sampdoria stasera, ultima partita del diciassettesimo turno.