Così, almeno sembra, lo scudetto sarà una questione per due. Luciano Spalletti e il suo Napoli si auto-eliminano dalla volatona finale conquistando un punto nelle ultime due partite, in casa oltretutto e offrendo calcio prevedibile e inefficace. Un controsenso, se pensiamo alla partita giocata dagli azzurri a Bergamo, con testa e mentalità da grande squadra appena quindici giorni or sono, era il tre aprile. Cosa sia successo poi è davvero un mistero. L’impressione, da fuori, è che i partenopei si sciolgano quando le attese assumono una rilevanza diversa dai soliti tre punti da conquistare. Esempi: pareggio casalingo con l’Inter, secondo tempo in netta antitesi col primo, poi il Milan, sconfitta che ancora brucia sempre al Diego Armando Maradona, e ancora il doppio impegno di cui scrivevamo poco sopra, Fiorentina e Roma tra le mura amiche, esito a questo punto del torneo a dir poco sconcertante. Quindi, a meno di imprevedibili e imprevisti cataclismi pallonari – è una stagione dal punto di vista dei risultati completamente anomala quindi ci sta tutto – il Napoli esce dall’agone leccandosi le ferite e centrando l’obiettivo minimo, visto come si erano messe le cose, ovverosia la qualificazione alla prossima Champions League. Vero, non parliamo ancora di matematica ma, oggettivamente, non vedo come gli azzurri potranno esserne esclusi.

Ragion per cui lo scudetto sembra aver definitivamente preso la strada di Milano, vedremo su quale sponda del Naviglio verrà cucito a questo punto. Oggi come oggi l’Inter sembrerebbe aver ritrovato non tanto la freschezza quanto la convinzione di novembre/dicembre 2021 ma il Milan, dopo un paio di passi falsi, è ritornato a giocare ad alti livelli in una sfida, quella col Genoa, che nascondeva ben più di un’insidia. Sarà una vera partita a scacchi che inizierà stasera col derby di coppa Italia. Confesso, non appartengo minimamente al partito del chi vince stasera vince il campionato: sono due manifestazioni differenti, Milan e Inter non si incroceranno più e il loro futuro passerà attraverso altre partite con altre squadre. Allo stesso modo, se oggi mi chiedessero chi è favorita, non ne avrei minimamente idea. Da una parte l’Inter ritrovata, capace di alternare ritmi e intensità di gioco come ai bei tempi, Verona aggredito dal minuto uno per mettere in ghiaccio il risultato e Spezia battuto ragionando e risparmiando energie. Dall’altra il Milan, la cui unica colpa è quella di aver steccato contro il Bologna al Meazza: quella partita ha, di fatto, riconsegnato ai cugini le chiavi del tricolore. In questo momento se l’Inter dovesse fare filotto da qui a fine stagione, ne mancano sei ai nerazzurri, non basterebbe alla truppa Pioli vincere le cinque restanti. Ecco, quella partita lì potrebbe aver disegnato lo scenario finale di un campionato non bello esteticamente parlando ma, di certo, avvincente.

Juventus fuori dai giochi in maniera conclamata, ammesso e non concesso fosse mai rientrata nei giochi, che adesso deve guardarsi le spalle e dalla Fiorentina e dalle romane che l’hanno messa nel mirino: prestazioni come quella col Bologna lasciano speranze alle inseguitrici.

In coda la situazione, dal mio personalissimo punto di vista, è molto meno chiara di quanto può sembrare a una prima occhiata. C’è la Salernitana in fondo ma deve recuperare due partite e può salire a venticinque punti. C’è il Venezia, anche i lagunari con una partita in meno e la possibilità di arrivare a un tiro di schioppo dal Cagliari. Ma, soprattutto, attenzione alla Samp in caduta libera. I blucerchiati appaiono attualmente piuttosto tranquilli, ma la sensazione è che siano terminate risorse fisiche e mentali. La strada, da qui alla fine, è ancora lunghissima.