Ne mancano sempre meno, ormai solo tre. E due sono i punti tra prima e seconda. Con l’Inter, che nel bel mezzo della settimana passata, dilapida il recupero a Bologna riuscendo nell’impresa, mica da tutti, di prendere due gol con un solo tiro in porta degli avversari. Così, senza l’asterisco, oggi la classifica ci racconta una volatona finale al cardiopalma, caratterizzata da errori e orrori davvero clamorosi. Le caratteristiche delle due squadre rimaste in corsa sono totalmente differenti. Da una parte il Milan, meno forte tecnicamente dei rivali ma agonisticamente più cattivo e, soprattutto, con pochi cali di concentrazione. Dall’altra l’Inter, magari più bella da vedere, magari più forte nei singoli ma assai meno concreta e più suscettibile alla meteoropatia pallonara.

Anche contro la Fiorentina i rossoneri hanno sfruttato un errore banale del portiere ospite portando a casa l’ennesimo uno a zero stagionale e ringraziando, ancora una volta, il proprio portiere. Maignan è l’indiscusso e indiscutibile protagonista di questa cavalcata milanista, il numero uno per distacco: ieri, praticamente inoperoso per un’ora, ha sfoderato la solita parata salva risultato consentendo ai compagni di chiudere, alla fine, novanta minuti complessi, a tratti confusi. Perché senza quella parata, mia personalissima sensazione, tutto sarebbe diventato complicato assai. La Fiorentina difendeva rilassata e, a parte lo sbandamento di inizio ripresa, in pieno controllo. Ora la capolista sarà di scena a Verona: ecco, sulla carta sia gli scaligeri che l’Atalanta, proprio per caratteristiche di gioco, per come stanno in campo, saranno esami temibili per la truppa di Pioli. Anche se entusiasmo e convinzione, in casa rossonera, possono fare la differenza.

L’Inter insegue sapendo di avere sempre e solo un risultato a disposizione: i tre punti, che magari potrebbero anche non bastare, I nerazzurri hanno fatto harakiri sportivo a Bologna: ma Udine, tappa intricata sul cammino – i bianconeri friulani erano indicati come la formazione più in forma del campionato e tali si sono dimostrati, correndo a perdifiato per i novanta minuti più recupero – ha mostrato un undici coeso e compatto. Nerazzurri padroni del campo, anche a Bologna era capitato almeno per la prima mezz’ora. La differenza? mentre in Emilia i campioni d’Italia in carica hanno sprecato in più circostanze il raddoppio, ieri lo hanno ottenuto addormentando il secondo tempo, almeno fino alla rete di Pussetto utile solo per la suspense finale. Stavolta senza sorprese.

Napoli matematicamente in Champions dopo la passeggiata di salute col Sassuolo, mai sceso in campo e autore di una partita davvero gravemente insufficiente. Anche alla Juventus manca pochissimo all’ingresso nell’Europa dei grandi, davvero un passo. Juve che ha faticato più del dovuto per liberarsi del Venezia, ultimo e con un piede e mezzo in serie B considerando, soprattutto, il calendario delle altre. A proposito di lotta per la retrocessione: la vittoria doriana nel derby della lanterna sembra aver condannato il Genoa mentre il Cagliari (che ha appena esonerato Mazzarri) continua la sua serie nera anzi, nerissima. E domenica c’è Salernitana-Cagliari, tanto per dire. Attualmente, nelle retrovie, l’impressione è che Samp e Spezia possano essere escluse dal bailamme per l’ultimo posto utile alla salvezza. Chiudiamo con un appunto: il gol di Spezia-Lazio, quello di Acerbi per chiarire, era da annullare. Regolamento del gioco del calcio. Regolamento che, ricordiamolo, arbitri e varisti dovrebbero conoscere. Qui non parliamo di “ha preso la palla prima del piede o il piede prima della palla”: qui siamo all’abc del pallone. Eviterei in futuro episodi del genere, altrimenti i complottisti calcistici avranno sempre maggior terreno fertile su cui seminare.

Alla prossima.