Ultima giornata del girone d’andata e primi verdetti. Lassù, sul tetto della classifica, la solita Juventus, meno cannibale degli anni scorsi in verità; sono solo due i punti di vantaggio sull’Inter seconda e, potenzialmente, tre sulla Lazio dei record che continua a vincere, magari stentando ma poco importa.

Però, perdonateci, la copertina del fine settimana pallonaro spetta, di diritto, a Ibrahimovic; non tanto per il gol, indubitabilmente bello, quanto per la capacità del fuoriclasse svedese di risvegliare i compagni di squadra, fino a settimana scorsa un insieme di belli addormentati nel bosco. Lo svedese, nonostante le ormai trentotto primavere, è riuscito a scuotere Milanello con la sua sola presenza; a Cagliari i rossoneri hanno, finalmente, giocato aiutandosi l’un l’altro e non ciascuno per conto proprio.

Si è vista una comunione d’intenti che, tradotto, significa voglia di vincere uniti e coesi, merce rara da molto tempo a questa parte tra le fila degli uomini di Pioli. Certo, il Cagliari dell’attuale periodo è lontanissimo parente dell’undici che abbiamo apprezzato ed esaltato fino ad un mese fa; ma ciò non toglie l’evidenza dei fatti. Ibra, anche a mezzo servizio, ha rappresentato per il Milan quell’ancora di salvezza di cui i rossoneri avevano necessità o, diciamo meglio, sembra possa rappresentarla. Oggi, con la vittoria dei rossoneri e del tanto bistrattato Torino di Mazzarri – non dimentichiamoci le parole di Cairo non certo tranquillizzanti per il tecnico di San Vincenzo solo un paio di settimane orsono – aspettando Parma-Lecce di questa sera, la corsa all’ultima poltrona per l’Europa League diventa quanto mai interessante, dal momento che quella per l’Europa dei grandi, in soldoni la Champions, sembra ormai circoscritta e ben definita, a meno di crolli improvvisi ed inaspettati di una delle prime cinque battistrada, abbondantemente staccate dalle inseguitrici.

Il sabato calcistico, Milan a parte, ha decretato che alla Lazio, in questo momento, le cose girano tutte per il verso giusto. Il gol-vittoria di Ciro Immobile, per lui marcatura numero venti in diciotto partite, mica pizza e fichi, è qualcosa di surreale; Ospina si ingobbisce sul pallone senza un senso, Immobile lo beffa, cerca la porta da posizione defilata con un tiro morbido sul quale si avventa Di Lorenzo il quale, nel goffo tentativo di liberare, infila la propria porta colpendo come peggio non si potrebbe. Insomma, un gollonzo da consegnare agli annali del pallone. E la crisi del Napoli continua, nonostante gli uomini di Gattuso abbiano mostrato qualche segno di leggero risveglio, cassato brutalmente dal patatrac appena raccontato.

Pareggiano Inter e Atalanta in un match molto fisico, magari non bello da vedere ma di certo combattuto e trascinante; i nerazzurri segnano, lasciano di proposito il pallino del gioco ai bergamaschi che, per la verità, nei primi sessanta minuti creano una sola, vera, occasione da rete con rigore annesso non visto da Irrati, mah, dopodiché, con il calo fisico di Sensi e Gagliardini, prendono decisamente il comando delle operazioni dapprima pareggiando meritatamente poi, grazie al rigore parato numero 24 in carriera da San Samir, sprecano malamente. L’Inter, per quanto visto, necessita di qualche innesto importante e non tanto per fare, se l’intenzione è quella di proseguire la marcia incredibile di questo girone d’andata ed insidiare la Juventus fino al termine del campionato; l’Atalanta ha dimostrato di essere in gran forma e ormai, di diritto, tra le grandi del calcio nostrano.

Già detto del successo del Toro ai danni del Bologna, ci piace sottolineare le vittorie di Fiorentina, Udinese e Sampdoria, coi blucerchiati in netta ripresa grazie ad un grande lavoro del solito Ranieri, uomo adatto per ogni stagione. Di conseguenza, Spal a parte, che a Firenze ha cercato perlomeno di giocare, malissimo il Brescia, leggermente meglio il Sassuolo con Musso che si è distinto in almeno tre circostanze, ma la squadra di De Zerbi perde ancora una volta. Bene, benissimo il Verona, vera sorpresa fin qui della stagione e male, malissimo il Genoa, impelagato in piena zona retrocessione. La lotta per non andare in B è aperta quanto mai e sia Samp che Sassuolo stesso devono stare con gli occhi ben aperti.

In serata vittoria della Juventus a Roma; partenza sprint bianconera, Roma attonita ed imbalsamata, sessantacinque minuti di dominio totale bianconero fino al rigore di Perotti che riapre i giochi. La Juve sbanda, rischia di subire il pareggio ma porta a casa tre punti fondamentali per chiudere al comando il girone d’andata, campione d’inverno tanto per cambiare. Ma i venti minuti finali debbono far riflettere assai Sarri, non sempre gli dei del pallone possono essere benevoli.