Spunti importanti quelli offerti dal fine settimana pallonaro, anche se mancano tante partite alla fine e questo campionato ha dimostrato come non bisogna abbassare la guardia mai, con nessuno, soprattutto per la lotta al vertice.

Perché la sconfitta a domicilio del Napoli potrebbe avere sui partenopei – ricordiamolo, hanno il peggior calendario sulla carta tra le squadre di testa – una ricaduta in termini di prestazioni. Soprattutto a guardare come è maturata, in soldoni “meritatamente”, al netto di eventuali errori da parte di Orsato il quale, per la verità, ha scontentato un pochino tutti non influendo minimamente sul risultato finale.

Pioli ha vinto in maniera chiara la sfida con Spalletti: il Milan è stato superiore sia tatticamente sia fisicamente all’avversario, troppo spesso senza nerbo e rarissime idee. Azzurri quasi mai pericolosi, a memoria un tiro ciabattato di Osimhen e poco altro,  mentre i rossoneri hanno rischiato di raddoppiare almeno in un paio di circostanze. Ora sarà, come dicevamo, importante capire quale impatto, per le due squadre, questa partita avrà nel prosieguo del torneo. Perché se da un lato è vero che il Milan ha vinto quasi tutti gli scontri diretti, a volte meritatamente a volte con un po’ di fortuna ma poco importa, dall’altro ha mostrato difficoltà – nemmeno poche – contro avversarie più abbordabili, sempre sulla famosa carta.

Quindi scorrendo il calendario da qui a fine stagione scopriamo un Diavolo spesso impegnato proprio contro quel genere di squadra con cui è andato, di tanto in tanto, in crisi. Se il Milan si trova a poter correre nello spazio è una squadra non leggibile: se, al contrario, deve fare gioco, magari con chi si chiude a riccio lasciando pochissimi pertugi dove potersi infilare, allora balbetta. Magari questo successo potrà sbloccare i ragazzi di Pioli anche per le sfide più complesse, regalando ai rossoneri un’autostima fino ad oggi appena accennata. A inseguire la capolista, con due punti in meno e una partita da recuperare, c’è l’Inter. Che ha vinto, anzi stravinto, disintegrando letteralmente l’ultima della classe. Non è stata la Salernitana vista nelle ultime partite, l’atteggiamento spregiudicato dei campani è stato punito in maniera pesante dai nerazzurri.

Ma non è stata nemmeno l’Inter delle recenti prestazioni, sottotono, monocordi e con poca cattiveria agonistica. Barella e Lautaro si sono ripresi, Brozovic e Dzeko hanno distribuito palloni, Dumfries sta dimostrando di poter essere il valore aggiunto che i tifosi interisti speravano. Ora Inzaghi e i suoi saranno attesi da un trittico faticoso, culminante con Juve-Inter del prossimo 3 aprile. I bianconeri giocano un bruttissimo calcio ma ultimamente segnano sempre un gol più dell’avversario e, puntando su una difesa coesa e poco propensa a regalare occasioni, portano a casa vittorie importanti. Basterà per reinserirsi nella lotta scudetto? Per me no ma, se quelle davanti dovessero accusare altre battute a vuoto inspiegabili, allora la Juventus è lì, pronta ad approfittare delle circostanze fortuite.

Nella parte bassa la Sampdoria, prossima avversaria della banda Allegri, sembra essere in caduta libera: pericolosa la china imboccata dai blucerchiati, sconfitti dall’Udinese e ormai in piena lotta salvezza, impensabile a inizio stagione. Salernitana e Genoa appaiono ormai troppo staccate dal gruppone dove potrebbe rientrare anche il Venezia, vincendo il suo recupero.

Chiudiamo con Roma e Lazio, entrambe a segno. La domanda, spontanea, è: così tanto sicuri del Mourinho bollito? Perché oggi, pur attraversando mille problematiche, il portoghese ha affiancato, battendola, l’Atalanta. E la zona Champions non è così tanto distante.

Alla prossima.