Il mondo del pallone, quello italiota, sta cercando di complicarsi la vita oltre il dovuto. Ricapitolando il fine settimana appena trascorso (analizzeremo più avanti le, poche, partite disputate), davvero non si sa più quali pesci prendere. Il coronavirus la fa da padrone, senza ombra di dubbio, in un campionato ormai sfalsato; sfalsato, attenzione, non falsato, che tra le due parole passa un oceano e anche più. Il problema nasce per la decisione, poco spiegabile a dirla tutta, di rinviare alcune gare del turno ventisei che si sarebbero dovute disputare a porte chiuse. Per ragioni di salute, dicono gli alti vertici della Lega di serie A. Giusto, corretto, e ci mancherebbe pure aggiungiamo noi.

Però, allora vorremmo capire un altro paio di cose; per quale motivo, ad esempio, la serie B decide di giocare tutto il turno comprese le partite a porte chiuse nelle zone gialle, detto per inciso si giocava a Verona, Venezia e Cittadella mentre a Udine, ad esempio, non si è scesi in campo. O perché, tanto per sapere, non vengono vietate le trasferte a tifoserie provenienti dalle zone gialle; ah, no, poi gli si prende la temperatura fuori dallo stadio. Lasciamo stare, ci sarebbe da scrivere pagine e pagine sull’argomento.

Si può tranquillamente obiettare che la Lega di A non è quella di B; e ci sta pure. Ma allora, scusateci, esiste un virus di serie A e uno di serie B? Non è possibile scegliere una via comune e seguire quella? Il governo non può intervenire direttamente e gestire la situazione con gli accorgimenti del caso, mettendo un minimo d’ordine nel caos che si è creato, invece di rimbalzare ponziopilatescamente il problema al mondo pallonaro? Della serie: si fa così, punto. Senza figli o figliastri veri o presunti, sgombrando il campo da qualsivoglia illazione, ad oggi facilmente cavalcabile da chiunque. Tralasciando il comunicato della Lega serie A con il quale si spiegavano le motivazioni del rinvio, assolutamente rivedibile. E con un presidente, Dal Pino, che esce dalla vicenda, secondo noi, depotenziato assai; perché non ci pare di aver letto nessuna dichiarazione, a oggi, da parte di qualche club in difesa del suo operato. Silenzio, quasi totale.

Esiste una data per il recupero? A quanto sembra sì, il prossimo fine settimana facendo slittare il campionato di un turno. E con lo spettacolo di Juventus-Inter in onda lunedì 9 marzo. Ipotesi, quest’ultima, valutata positivamente anche dalla stessa Inter, a quanto è dato di capire.

Nel frattempo, tra un rinvio e l’altro, alcune gare si sono disputate. Detto già del come mai spettatori provenienti da alcune zone gialle possano seguire la propria squadra in trasferta, scusate la ripetizione ma ci pare francamente una decisione azzardata, sabato 28 la Lazio ha regolato il Bologna due a zero. Che, raccontata in questo modo, sembrerebbe essersi trattato di una semplice formalità. Invece vai a vedere la partita e scopri che i felsinei hanno rischiato in più occasioni di ridurre le distanze, nel secondo tempo, riaprendo di fatto una partita chiusa al ventunesimo minuto.

I biancocelesti, oltre a giocar bene – dato innegabile – sono sostenuti anche dagli dei del pallone; e quando tutto fila per il verso giusto qualche pensiero in grande, grandissimo, è corretto farlo.
Fatica, alla faccia del “fatica”, il Toro versione Longo. La trasferta di Napoli non regala quei punti che tanto sarebbero stati graditi in casa granata e il cambio della guida tecnica voluto dal presidente Cairo per ora non sta portando i frutti sperati. Intanto, zitto zitto, il Napoli continua nella sua rincorsa all’Europa, non a quella dei grandi ma pur sempre all’Europa. Gattuso, dopo qualche tentennamento iniziale, sta forgiando una squadra che rispecchia in pieno il carattere del suo allenatore; decisa, mai banale, in partita fino al fischio finale senza arretrare di un passo.

Solita valanga di gol dell’Atalanta stavolta sul Lecce, stranamente rilassatosi dopo aver recuperato il doppio svantaggio iniziale. Strano per Liverani e i suoi ragazzi, sempre pronti a lottare fino al novantesimo e oltre. Mentre continua la crisi, ormai acclarata, del Cagliari. I rossoblù vengono sconfitti anche dalla Roma al termine di una gara pirotecnica, piena di gol ma, a ben vedere, che ha sancito la definitiva uscita dei sardi dal gruppone che punta all’Europa League. Aspettando il resto della giornata, quando sarà.