Insomma, aveva perso uno scudetto in albergo, probabilmente ne vincerà uno nello stesso luogo. Perché ieri sera, a meno di un improbabile successo della Lazio attuale sul campo dei bianconeri, la Juventus si è cucita definitivamente lo scudetto sulle maglie. Le dirette inseguitrici stentano, arrancano, non riescono a dare ai risultati quella continuità che è prerogativa fondamentale per giocarsi un titolo. Inizia l’Atalanta a Verona, laddove proprio la Juventus di Sarri ci aveva lasciato le penne e l’Inter di Conte aveva pareggiato una partita che sembrava già vinta. Perdono due punti i neroblù orobici, forse bisognosi di rifiatare dopo una corsa senza sosta che li ha portati in acque sicure, con la qualificazione alla prossima champions ormai in tasca.

Pareggia anche l’Inter in quel di Roma una partita strana e ricca di episodi derivanti più da orrori marchiani, ora di una squadra ora dell’altra, che non da una vera e propria fisionomia e idea di calcio. I nerazzurri di Antonio Conte perdono, ammesso e non concesso ce ne fosse stata ancora qualcuna, ogni possibilità di rientrare in una incredibile volatona per il successo finale. Il tecnico leccese, a fine partita, ha sottolineato l’assurdità del calendario interista: ora, lungi da me difendere chi non ha bisogno di avvocati, ma l’Inter che gioca a Ferrara giovedì sera, deve rientrare il giorno dopo a Milano per effettuare i tamponi, poi riparte per Roma dove gioca la domenica sera mentre gli avversari sono scesi in campo il mercoledì precedente sempre in casa; beh, scusatemi, pare una stortura e nemmeno di poco conto. Così come una stortura sono sembrate alcune decisioni del signor Di Bello, chiamato a dirigere la partita. Sorvoliamo su gomitate in pieno viso non viste né segnalate, su entrate meritevoli di un cartellino lasciate andare senza un perché, su chiamate fuori luogo del VAR ma, se poi vai a vedere e continui a pensare che un calcio sulla suola di un giocatore, che sta difendendo il pallone, sia regolare e faccia parte delle comuni azioni di gioco, allora mi arrendo, vale tutto. Allineandomi alla maggior parte dei quotidiani, sportivi e non, credo che Di Bello abbia arbitrato in maniera insufficiente, parecchio insufficiente. Ma non può e non deve essere un alibi per Conte e i suoi, spariti dai radar nella seconda metà della partita. Costante nerazzurra dall’inizio del girone di ritorno, in pratica, giocare uno dei due tempi, come se l’altro fosse un semplice corollario all’avvenimento.

Intanto il Milan corre per tutti e novanta i minuti, facendolo in maniera intelligente e produttiva. La domanda che mi viene spontaneo fare è: adesso chi va da Pioli e gli racconta “Te ne devi andare a fine stagione”?. Perché diventa davvero complicato fare a meno del tecnico di Parma, dell’uomo che ha saputo dare ai rossoneri un’identità e un gioco dopo anni di balbettii e prestazioni mediocri. Poi certo, analizzare questo spezzone di campionato del tutto anomalo esprimendo giudizi tranchant ora su tizio ora su caio è leggermente fuori dagli schemi, ma sarebbe irrispettoso non sottolineare il gran lavoro svolto a Milanello. Sarà una volata finale entusiasmante per un posto in Europa tra la Roma, il Milan e il Napoli, ancora vittorioso anche se a fatica e grazie a una invenzione di Politano nei minuti, ampi, di recupero. L’Udinese esce sconfitta dal San Paolo, ma il vantaggio sul Lecce terzultimo, sette punti, rimane rassicurante per la permanenza nella massima serie. Lecce che scivola nella sfida salvezza di Genova, e il Grifone tira un profondo sospiro di sollievo.

Il tutto in attesa di Juventus-Lazio. A questo punto solo i biancazzurri possono, con una grande prova d’orgoglio, cercare quantomeno di tenere ancora aperto un piccolo spiraglio dove poter immaginare di infilarsi in caso di battute d’arresto dei bianconeri di Sarri. La Juve non esalta, è in testa più per demeriti altrui che non per reali meriti propri, raccontano tanti. Ma è in testa, questo è ciò che conta. I bianconeri, vincendo, chiuderebbero definitivamente la partita e porrebbero in difficoltà la Lazio che si troverebbe relegata al quarto posto, dopo essere stata a lungo l’inseguitrice regina degli attuali capoclassifica. Sarà l’Allianz Stadium a raccontarci se, dal prossimo turno, dovremo occuparci esclusivamente di salvezza e posti per l’Europa League.