Pian piano, senza nemmeno accorgercene, siamo già a inizio stagione. La cavalcata imperiosa durante gli europei ambulanti di questa estate colorata d’azzurro dal punto di vista sportivo e contraddistinta da temperature mai registrate prima in Italia ha, di fatto, accorciato i tempi. Sembrano ieri i festeggiamenti per lo scudetto dell’Inter, siamo qui a ricominciare dopo un mercato piatto e insignificante nel mese di luglio – la cessione di Hakimi non ha fatto scalpore perché nota a chiunque – agitato e convulso in un agosto che i tifosi interisti ricorderanno a lungo. Lukaku se ne va, decisione sua, il resto son chiacchiere inutili. Così i nerazzurri chiudono Dumfries, sostituto naturale del nuovo terzino del PSG, tralasciamo pistolotti sulla sostenibilità delle spese effettuate dai transalpini, si regalano Dzeko (esordio più che positivo nell’amichevole di sabato scorso), cercano un’altra punta richiesta da Simone Inzaghi e, perché no, il centrocampista tuttofare con personalità ed esperienza, leggasi Nandez.

Sull’altra sponda del Naviglio il Milan, dopo l’acquisto intelligente assai di Mike Maignan, ne parlavamo bene già la scorsa primavera, ragazzo con grande senso della posizione e reattività degna dei migliori estremi in circolazione, e di Olivier Giroud, 35 primavere a settembre ma sa esattamente come muoversi e dove sistemarsi in campo, sopperendo con enorme intelligenza pallonara all’età non più giovanissima, rimane nel lotto delle squadre pronte a lottare per un posto al sole della Champions. Il discorso scudetto è un’incognita: personalmente vedo i rossoneri ancora un gradino, anche due, sotto Inter e Juve ma, se Pioli dovesse riuscire a giostrare i suoi senza le pause che ne hanno contraddistinto il girone di ritorno dello scorso campionato, allora il Milan risulterà la vera scheggia impazzita nelle zone altissime della classifica, in coabitazione col Napoli di Spalletti. Attenzione ai partenopei, spesso relegati da una parte della critica tra le formazioni alla ricerca dell’ultimo posto utile per l’Europa dei grandi. Il tecnico di Certaldo è abituato a respirare aria di vecchio continente, di quello importante. La squadra, l’anno passato, è andata molto sotto le aspettative per la rosa di cui dispone. Quindi sì, ripeto, occhio al Napoli. E all’Atalanta, ormai di diritto nella noblesse del pallone nostrano: il vero nodo, in casa orobica, è l’eventuale cessione di Zapata. Se il colombiano saluterà la compagnia i problemi per Gasperini ci saranno, altrimenti l’impianto di gioco consolidato sarà il miglior viatico per l’ennesima stagione da grandi protagonisti.

Le romane, oggi, le trovo poco leggibili e non giudicabili in ottica alta classifica. D’accordo, c’è Mou. D’accordo, c’è Sarri. Ma in campo, nonostante il giusto entusiasmo della piazza che si trova due allenatori di alto profilo in panchina, non vanno loro. Loro casomai possono trasmette idee, novità, se proprio volete agire sulla psicologia dei loro calciatori. Però, poi, dipende sempre dalla forza d’urto della squadra. Oggi, ma parlo di oggi, 16 agosto, il divario che c’era la passata stagione tra Roma, Lazio e le prime quattro del campionato non è colmato. Sulla carta, beninteso. Servono e serviranno nuovi innesti per salire di grado. Il mercato, per loro, è ancora aperto, sia in entrata che in uscita.

E occhio alla Viola: nel plotone del centro classifica i ragazzi di Iachini, con Vlahovic, potrebbero essere la vera rivelazione del campionato, insieme al solito Sassuolo che rivelazione non è più da tempo ormai. 

Manca la Juventus: vero. Aspettiamo le mosse di mercato di Madama. Il gruppo lo conosciamo, Allegri pure. Serve ancora qualcosa: non molto, i bianconeri non hanno necessità di rivoluzioni vere o presunte, però sono sicuro che la dirigenza della Vecchia Signora saprà piazzare il colpo giusto. 

Locatelli o non Locatelli? Questo è il dilemma.