Il protagonista indesiderato della giornata numero venticinque del massimo campionato di calcio, e non solo, è stato il Coronavirus, che ha, di fatto, costretto al rinvio la metà delle partite in programma, rendendo incerto anche il prosieguo del torneo. Aspettando gli sviluppi dell’infezione – fare oggi previsioni non è assolutamente possibile – parliamo di pallone e di quel che è capitato nei campi dove si è potuto giocare.

La Juventus, in attesa della sfida di Champions League che non dovrebbe portare ai bianconeri soverchi problemi visto il valore dell’avversario, continua a vincere più per colpi dei propri campioni che non grazie a un gioco vivace e spumeggiante. Anche a Ferrara, opposti al fanalino di coda SPAL, gli uomini di Sarri hanno sofferto più del lecito. Quaranta minuti di poco, prima di trovare il vantaggio con Cristiano Ronaldo, raddoppio di Ramsey finalmente propositivo, oltretutto gol di fattura ben oltre la media; estensi che paiono in ginocchio ma si riprendono grazie ad un calcio di rigore per fallo inutile di Rugani trasformato da Petagna, sempre lui, e ultimi venticinque minuti gestiti non senza qualche difficoltà di troppo dai campioni d’Italia in carica. La domanda da porsi, dal nostro punto di vista, è: può bastare la Juve di oggi per andare avanti in una manifestazione come la Champions? D’accordo, il sorteggio col Lione è stato particolarmente benevolo per i bianconeri, ma i francesi sono senza dubbio più forti della SPAL e, pensando al futuro, in un ipotetico turno successivo potrebbero non essere sufficienti le giocate dei singoli contro avversari di caratura superiore, ben organizzati e, cosa non da poco, con altrettanti campioni tra le loro fila.

Continua a vincere la Lazio; anche a Genova, opposti ai rossoblù liguri, i romani non solo incamerano i tre punti ma, al contrario dei rivali juventini, convincono per la qualità del gioco espresso sul terreno. La Lazio, con l’andare del tempo, è diventata una sorta di macchina letale, calcisticamente parlando; e quegli episodi, a volte fortunati, che ne avevano caratterizzato la striscia vincente, soprattutto all’inizio con partite vinte all’ultimo secondo, sono ormai nel dimenticatoio. Oggi gli aquilotti biancazzurri sono padroni del campo, consapevoli della propria forza e affrontano ogni partita nella maniera corretta, dando sempre il massimo e spesso adattandosi intelligentemente all’avversario. Il Genoa visto ieri ha offerto una prestazione di altissimo livello, mettendo i laziali in difficoltà spesso e volentieri; ma la forza degli uomini di Simone Inzaghi sta proprio nel saper colpire chirurgicamente, resistere al suo ritorno e cercare, costantemente, la porta avversaria. Oggi come oggi la Lazio non è più una contendente non qualificata nella corsa al titolo; è molto di più.

Facendo un passo indietro sbarchiamo a Firenze. Il Milan pareggia, raggiunto a cinque minuti dal novantesimo grazie a un calcio di rigore quantomeno discutibile fischiato dal signor Calvarese. Su questo episodio, chiacchiere a parte, è giusto sottolineare l’idiozia social di qualche buontempone. Insulti a Cutrone per aver esultato dopo la decisione del direttore di gara; al peggio, purtroppo, non c’è davvero mai fine. Detto ciò, ci sembrava opportuno citare l’episodio, fastidioso per non dire disgustoso, ancora una volta il fallo non fallo di mano ha giocato un ruolo determinante nell’economia di una partita: Ibra, gran gol il suo, forse tocca davvero con la mano, forse no; se anche tocca il pallone lo fa in maniera del tutto involontaria, almeno questa è la nostra opinione. Sta di fatto che Calvarese annulla, la gara si chiude in parità come abbiamo detto e i rossoneri vengono raggiunti dal Napoli, che vince senza strafare a Brescia con le rondinelle ormai in caduta libera, così come la SPAL, verso il baratro della serie B.

Torna al successo la Roma, lasciandosi alle spalle un periodo nero e pareggiano Bologna e Udinese.

Il tutto, ovvio, in attesa dei vari recuperi; di cui non sappiamo ancora la data.