Sono almeno 3 i motivi per andare pazzi per Sandro Tonali. E ci vado pazzo, fino in fondo, fino all’ultima goccia di ciascuno dei 3 grandi motivi. Sia ben chiaro: non sto parlando di una trattativa. Non sto scrivendo che Tonali verrà al Milan e nemmeno che ci sono possibilità che arrivi. Anzi, corro il grossissimo rischio che, leggendo queste righe, Juventus o Inter affondino il prima possibile il colpo consentendo ai loro rispettivi tifosi di potermi dileggiare. E in ogni caso nella malaugurata, e ahimè probabile, ipotesi che questo accada, non rinnegherò certo queste righe. Perché, vedete, Sandro Tonali è davvero impressionante.

Quest’anno il Brescia ne ha viste e passate di tutti i colori. Ma lui niente, lui una sfinge, lui sempre a testa alta, lui sempre se stesso. Che la squadra perda o pareggi, lui è lì, lo trovi sempre: imposta, recupera, tira, crossa, senza mai far cadere la penna, senza mai dare la sensazione di farti un favore. E senza mai fare il fenomeno, ma cercando di leggere le pieghe giuste della partita e facendo le scelte più essenziali e più funzionali nell’interesse del flusso di gioco della squadra. Un grande e maturo spirito di servizio anche se, da Torregrossa a Sabelli a Cistana, nel Brescia ci sono tanti giocatori rispettabili e interessanti, ma lui è oltre la media. Ed è sopra asticella rispetto a molte altre squadre della Serie A italiana. Ma veniamo ai 3 motivi.

1) Sandro Tonali è un milanista straordinario. La sua terra, il lodigiano, è terra rossonera, come confermano Lodetti, Gallinari, Matri. Tanti, molti. Tonali fa la colazione rossonera nella tazzina rossonera portatagli dalla mamma, tutte le mattine. Come il caffè del sabato della mia di mamma, che ci guarda da lassù, sempre nella tazzina rossonera. Il milanismo aiuta, il milanismo ti fa sudare la maglia, ti porta oltre l’ostacolo, ti fa soffrire dopo una sconfitta per poterla migliorare e ti rende felice dopo una vittoria al punto da non volerla poi più lasciare quella maglia. Il Milan ai milanisti è un concetto grande grande, ma se si riesce ad applicarlo anche al campo non è un delitto, non è un fatto negativo. Andiamo avanti.

2) Il secondo motivo è storico. Una quindicina d’anni fa il Milan ha avuto sott’occhio il giovane Marek Hamsik. Caratteristiche e nazionalità diversa da quella di Sandro Tonali, ma giocava anche lui nel Brescia. E come Sandro non giocava su una zolla, ma sul campo di gioco. A 360° gradi, dominando la scena, senza mai subirla. Il Milan dell’epoca era un grande Milan e, se un giovane prometteva da subito di fare la differenza, lo prendeva, altrimenti evitava per non correre il rischio di vederlo immalinconirsi in panchina come sarebbe accaduto qualche anno dopo al pur ottimo Yoann Gourcuff. Tra il 2005 e il 2007, il Milan ha visto Hamsik quattro volte, in quattro partite di coppa Italia, 2 gol del slovacco, sempre in campo dall’inizio alla fine. Il ragazzo veniva offerto, non solo al Milan ma anche all’Inter. Ma il club dell’epoca passò oltre. E il rimpianto c’è sempre stato. Prima sottile, poi un po’ più che sottile. Tonali, cognome di sei lettere. Come quello di Hamsik. Brescia, curva gemellata con quella rossonera. Se fosse possibile ottenere una seconda chance dalla Storia, sarebbe bello rifarsi rispetto a 15 anni fa. Sempre che Juventus e Inter non stiano leggendo queste righe…

Ma se la Storia è importante, è molto più importante quello che succede domani mattina, soprattutto nell’ottica dei tifosi, soprattutto quelli del Milan che hanno una grande tradizione di vittorie e di campioni ma che da 8 anni a questa parte stanno soffrendo. Ed eccoci quindi, proprio in questo senso, al terzo grande motivo.

3) Semmai Tonali dovesse arrivare in rossonero, sarebbe come fare due grandi acquisti. Non solo uno. Tonali centrale consentirebbe a Ismael Bennacer di tornare nel suo ruolo, quello di mezzala, quello con cui aveva conquistato per distacco, nell’estate 2019, lo status di MVP, di miglior giocatore della coppa d’Africa vinta dalla sua Algeria. Con qualche ammonizione in meno per il fatto di essere meno frangiflutti e con qualche tiro e gol in più per il fatto di potersi avvicinare un filo di più alla porta, sarebbe un Bennacer ancora più sostanzioso e più propositivo di quello che già in questa stagione abbiamo visto a livelli molto soddisfacenti. Sarebbero complementari, sarebbero coppia tecnica giovane e di prospettiva.

È la prima volta che mi capita di parlare a ruota libera di un giocatore di un’altra squadra e che il Milan non sta trattando. Ma per Sandro Tonali ne valeva la pena. Prima di spegnere, come si diceva una volta, la Playstation e di tornare con i piedi per terra, è giusto ribadirlo. Quando un ragazzo gioca a testa alta, è leader nato, è milanista dalla testa ai piedi, non si può non sognarlo. Anche a costo di rimanere a bocca asciutta e di vederlo andare altrove. Ma con la speranziella in fondo al cuore che, semmai dovessero verificarsi le condizioni che oggi non ci sono, Sandro tenga centrale nelle sue scelte per il futuro quella fede rossonera che lui, con coerenza e con orgoglio, ricorda in tutte, ma proprio tutte, le poche interviste che fa. Perché Sandro parla ogni tanto, come fanno le persone serie che nascono adulte e che pensano solo a giocare.