Ronaldo fa 3 gol e, a leggere qua e là, pare che per noi sia una brutta notizia.

Del resto negli ultimi quindici giorni Cr7 è passato dall’essere considerato il solito glaciale campione che risolve la partita difficile, giocata malino da lui e dalla squadra (in 5 minuti gol annullato, rigore procurato e poi segnato all’ultimo secondo) al severo giudizio di “giocatore ormai in calo, che non dribbla un uomo da anni”. Sul viale del tramonto, ci siamo quasi.

Grande giocatore ma molto meglio Messi”, ci si è affrettati a dire dalle nostre parti, a partire da quell’incredibile luglio dell’anno scorso. E fin qui ok, un po’ goffi nel ribadirlo costantemente ma Messi è sempre Messi, poco male.
Tutto questo però ora non basta più: bisogna andare oltre, dire che Cr7 è un problema per la Juve. Commerciale, tecnico, fisico, ora comportamentale: scegliete voi, l’importante è che sia considerato un limite e non una (straordinaria, impensabile) opportunità.

E così sono bastate due sostituzioni, una a 8 minuti dalla fine, peraltro dopo avere realizzato almeno metà del primo gol, l’altra dopo 10 minuti del secondo tempo di una partita complicata e giocata senza la solita brillantezza. Al suo posto Dybala, poi decisivo con uno splendido gol, valso vittoria e primato.
Era arrabbiato dopo il cambio, è andato via. Lo vedi che è un problema? Ora si sfalda tutto”.

E da lì, quotidianamente, anche per riempire il vuoto di notizie durante la sosta per la nazionale, ecco i titoli in vista dell’apocalisse: allarme, ansia, Cr7 “Portogiallo”. Fino al dubbio amletico posto dal Corriere dello Sport “è in calo o può ancora tornare al top?”.

Finalmente ci siamo, sta per tornare in campo. Come starà? Ha male al ginocchio o sta bene? E’ ancora lui oppure no? Può ancora tornare al top? Ansia, allarme.

E così lui gioca e dopo venti minuti ha già fatto due gol, prima di uscire fa pure il terzo e per i media torna, almeno quando sta in Portogallo, quello che è sempre stato prima di venire da noi. Non va bene. Dev’essere un problema, ricordate?

E allora eccoli, pronti: tra tutti prendiamo solo a titolo d’esempio la Gazzetta, per la quale “con il Portogallo Ronaldo riparte, dimentica Sarri e al cambio abbraccia il C.T.”. Mancano solo i gravi e irreversibili problemi economici che ci ha procurato, per il resto c’è tutto: la crisi alla Juve perché lui in Nazionale finalmente “riparte”, le liti con il nostro allenatore in quanto finalmente lì “dimentica Sarri” ed ecco anche l’aspetto comportamentale, così Pierino da noi e così disciplinato lì, tanto che abbraccia felice il tecnico quando viene sostituito.

Ed è così che, come spesso accade, i nostri organi di informazione spiegano tutto: il Ronaldo che non segna da noi è ormai in calo e chissà se lo rivedremo mai al top, il Cr7 che segna a ripetizione contro la Lituania è il fenomeno che ritrova serenità rispetto all’inferno che gli tocca vivere a Torino. In calo, certamente, ma solo se si dimentica che nella campagna d’Europa dell’ultima Juve allegriana Ronaldo ha segnato 5 gol in 4 partite (di cui 3 mal giocate da tutta la squadra ma non da lui), che un mesetto fa dribblava mezza Inter e sfondava la traversa, che quindici giorni fa tra il novantesimo e il novantecinquesimo faceva tutto lui per andarsi a prendere quei 3 punti così importanti.

Tutto nella norma, se davvero crediamo a questo perenne stato d’ansia che secondo i nostri media albergherebbe intorno alla Juve (prima in campionato, agli ottavi di Champions e unica imbattuta in Europa) e all’ormai declinante e infelice Cr7 bianconero.

Se nutriamo qualche dubbio, invece, la verità ci appare più chiara: se Ronaldo fa 3 gol, si mostra in buona condizione, colleziona l’ennesimo record e torna col morale alto, un problema molto grande esiste davvero. Ma di certo, credetemi, non per la Juve.