Tra poche ore si disputerà Roma-Napoli, match cruciale nella corsa alla Champions League. Avevo pensato, quanto meno, di accennare alle fitte polemiche fioccate in seguito al diniego opposto dalla Lega alla richiesta di rinvio dell’incontro (diversamente da quanto deliberato per Juventus-Napoli) e alle innumerevoli perplessità che una tale decisione aveva suscitato tra le file romaniste e non solo. Ma ciò che ho letto in settimana su un quotidiano sportivo italiano mi distoglie da questo obiettivo.

In buona sostanza, giovedì scorso, mentre Roma e Milan calcavano il palcoscenico dell’Europa League nel tentativo di qualificarsi per i quarti di finale (per la Roma sarebbe stata la prima volta da quando la competizione ha assunto l’attuale denominazione), si è assistito a qualcosa di grottesco: in prima pagina, nonché all’interno del quotidiano, campeggiavano proclami esortativi e parole d’incitamento ad esclusivo indirizzo dei rossoneri, nella speranza di poter vivere un “giovedì da leoni” e salvare così l’onore ferito del calcio italiano, deluso e amareggiato dopo la disfatta in Champions di Juventus e Atalanta. E la Roma, scusate?

Improvvisamente sembrava non far più parte della Serie A! Dei giallorossi se n’è solo fatto cenno, per mero dovere di cronaca, perché “senza nulla togliere” si trattava di una partita dallo scarso appeal, sia per il risultato dell’andata (vittoria perentoria dei capitolini con un rotondo 3-0), sia per la caratura dell’avversario, lo Shakthar (“squadra di un torneo minore”), contrariamente al big match che attendeva il Milan, il quale doveva vedersela con la blasonata corazzata del Manchester United. Ma non è finita qui.

L’articolo riporta anche un asserto che, poco importa la fede calcistica, indispone e difficilmente si presta ad essere dimenticato: “Per noi italiani la vera partita di ritorno degli ottavi di Europa League si gioca a San Siro”. Ma “noi” chi, pardon?! Non si è mica capito! In molti si sono chiesti, legittimamente, come possa un giornale di informazione sportiva tanto diffuso, arrogarsi il diritto di ergersi a portavoce di un’intera nazione, stabilendo d’arbitrio quale sentimento debba muovere il paese. Questa affermazione stampata su carta rosa non ha ferito solo i tifosi romanisti, ma un po’ tutti gli appassionati di questo sport. Chi vive di pane e pallone, infatti, dovrebbe sapere che nel calcio nulla è mai scontato.

Intendo dire che la partita che la Roma si accingeva ad affrontare a Kiev, non assumeva i contorni di una sfida marginale solo perché nella gara d’andata era già stata messa una seria ipoteca sul passaggio del turno. Non sono poche le volte – per fortuna non questa – in cui si è assistito al clamoroso ribaltamento di un risultato, specie nelle coppe europee (ne sa qualcosa proprio la squadra capitolina, che nel 1980, forte del 3-0 casalingo contro il Carl Zeiss Jena in Coppa delle Coppe, perse poi 4-0 in terra tedesca).

Per questo e tanti altri motivi, la Roma, alla pari di qualsiasi altra squadra di Serie A ancora in corsa nella competizione, meritava maggior riguardo e ben altra considerazione. Ma spesso, è risaputo, il destino si fa beffe dei suoi interpreti, e alla fine, dell’impresa giallorossa e di Fonseca, se ne dovrà comunque parlare diffusamente. Di più. Questa volta, infatti, sotto i riflettori ci sarà solo e soltanto la Roma, ultimo baluardo del calcio italiano in Europa: è auspicabile che la stampa e i media facciano fronte comune, riservando ai giallorossi le dovute attenzioni e sostenendoli con il calore che meritano.

Nel frattempo, dall’urna di Nyon, il sorteggio ha assegnato alla Roma l’insidioso Ajax, squadra tanto giovane quanto ricca di talento. Non a caso, i lancieri comandano disinvoltamente il campionato olandese con 8 punti di vantaggio, ed una partita in meno, rispetto al PSV Eindhoven, la prima inseguitrice. Le sfide sono programmate per l’8 e il 15 aprile. Non sono imminenti, dunque, ma nemmeno troppo distanti: giusto il tempo di riordinare un po’ le idee, per chi avrà il compito di raccontarle; giusto il tempo di concentrarsi sulle prossime avversarie in campionato (Napoli e Sassuolo), per i giallorossi.

Cara Roma, non temere: il calcio italiano ha bisogno anche di te.