Eccoci di nuovo qui, tre anni dopo, a cullare un altro grande sogno. Dopo la semifinale di Champions League conquistata nel 2018, la Roma torna a disputarne una, stavolta in Europa League, nel 2021. Lo scrivo ancora, per chi stentasse a crederci: la Roma è in semifinale! Sì, proprio lei. La stessa squadra di cui, alcune settimane addietro, stampa e media hanno omesso di tessere le lodi, “dimenticandosi” di sostenerla, elogiarla e narrarne le gesta sportive (contrariamente a ciò che avveniva per il Milan, l’altra italiana ancora in ballo in Europa), è l’unica tuttora in corsa in una competizione europea. Tutti i romanisti disseminati nel mondo, da ieri sera, non fanno altro che pizzicarsi la guancia: è tutto vero, amici tifosi.

Dopo un anno critico, a tratti deludente, fatto di cambiamenti, polemiche sterili, infortuni, dubbi e incertezze, torna il sorriso sui vostri volti. Nella sfida di ritorno contro l’Ajax, consapevole che gli avversari sarebbero stati costretti a giocarsi il tutto per tutto per provare a ribaltare il risultato dell’andata (conta, eccome, fare risultato già nel primo dei due incontri previsti!), la Roma ha impostato il match lasciando il pallino del gioco agli ospiti. Difesa alta e squadra cortissima, così da irretire l’Ajax in ciò che meglio gli riesce: il gioco in velocità tra le linee. Missione compiuta, se pensiamo che i lancieri, pur avendo fatto registrare nella prima frazione di gioco un possesso palla superiore al 70%, non hanno mai davvero insidiato la retroguardia capitolina, se si eccettua la conclusione di Klaassen su assist di Antony, nata tuttavia da uno svarione di Pau Lopez. E pensare che la difesa era il reparto che, alla vigilia, sembrava creare i maggiori grattacapi a mister Fonseca. Nella ripresa, però, i giallorossi hanno sudato freddo: ten Hag ha irrobustito l’attacco (mossa comprensibile), inserendo la punta Brobbey al posto di Antony. Ed è proprio il classe 2002 a lasciare il segno al 49’, approfittando di un’imbucata tra Mancini e Cristante e di un’uscita non proprio irreprensibile di Pau Lopez. Così, su assist di Schuurs, il neo attaccante del Lipsia portava in vantaggio gli ospiti. Passa una manciata di minuti e l’Ajax ha trovato anche il raddoppio con Tadić, ma il gol viene giustamente annullato dopo il check al VAR per un evidente fallo ai danni di Mkhitaryan (decisione contestata dal tecnico olandese nel post partita). A pericolo scampato, la Roma ha ripreso coraggio, quasi avesse intuito che il destino le stava dando modo di lasciare il segno anche in questa partita: così, dopo un momento buio, la luce è tornata. Il pareggio giunge grazie al gol di Edin Džeko, su un magnifico assist di Calafiori sporcato da Gravenberch. Un’azione che merita di essere rivista almeno una decina di volte. Poi il triplice fischio di Taylor e le urla di gioia in uno stadio vuoto che avrebbe meritato di condividere questo prestigioso traguardo con i propri beniamini: la Roma vola in semifinale.

Un momento storico, tutto da vivere. Ad attenderla al varco, ora, il Manchester United di Solskjær: si trema anche solo a scriverlo, ma dietro ogni singola lettera che compone il nome di questa blasonata avversaria, c’è la grande voglia di tentare l’impresa. Mi do un altro pizzicotto sulla guancia, ci credo. La Roma giocherà la sua prima semifinale di Europa League. Di questa partita voglio ricordarne per sempre alcune cose. L’adrenalina che mi scorreva addosso nel leggere la formazione a 5 minuti dal fischio di inizio. La paura provata in attesa che il direttore di gara, al VAR, decidesse di annullare il secondo gol dell’Ajax. Ma soprattutto l’azione che ha condotto al gol del pareggio: con Mancini che sradica un pallone sulla lunetta del calcio d’angolo, Cristante che trova il corridoio giusto per Mkhitaryan, l’armeno che sventaglia di prima per Calafiori, e quest’ultimo che dopo una galoppata serve l’assist vincente a Edin Džeko. A proposito del bosniaco, dichiarazioni da 110 e lode nel post partita: «Io gioco per la Roma, non gioco per la fascia». Gli fanno eco le parole di mister Fonseca ai microfoni di Sky, che, in merito alla sua permanenza sulla panchina capitolina, afferma: «Non penso al mio futuro in questo momento, ma a quello della Roma». Restate comodi sul divano, tifosi giallorossi e amanti di questo sport, lo spettacolo continua.