Il tempo corre: siamo alla fine del mese di giugno, quando per l’ufficialità sul nuovo allenatore della Roma dobbiamo procedere a ritroso fino al 4 maggio. Insomma, sono già trascorsi due mesi, eppure il “tema Mou” è ancora talmente gettonato che sembra quasi l’annuncio risalga a ieri.

Il motivo? Be’, se non c’è dubbio che l’approdo dello “Special One” sulla panchina giallorossa rappresentasse un’eventualità tanto accarezzata quanto remota, dietro questo insistente vociare sul tecnico portoghese (dove vivrà, dove andrà a cena fuori, chi frequenterà, ecc.) si cela però anche un’altra realtà: sul fronte mercato, al momento, tutto tace. O quasi. Chi, ad esempio, si persuadeva che Florenzi sarebbe rincasato, dovrà probabilmente ricredersi, visto che nessun segnale concreto sembra avallare una tale possibilità. E la cosa, francamente, è per molti versi inspiegabile.

Che la “romanità” non sia più un elemento imprescindibile in quel di Trigoria, ormai, è chiaro a tutti, ma lasciar partire a cuor leggero un talento come il suo, sebbene con Mou alla guida, resta comunque una decisione che suscita innumerevoli perplessità. Per Pellegrini, invece, trapela maggiore ottimismo: il contratto è da sistemare, ma c’è tempo ed entrambe le parti si professano fiduciose. In questo momento, oltretutto, la priorità, è recuperare al 100% il centrocampista giallorosso e della nazionale azzurra.

A far parlare tanto di sé, in questo Europeo, è sicuramente Spinazzola, a cui l’Équipe ha dedicato alcune righe proprio ieri: “Il laterale sinistro della Roma partecipa al suo primo torneo internazionale mettendo in mostra un nutrito ventaglio di qualità: forte con entrambi i piedi, soprattutto a sinistra, abile nel dribbling e nel tiro”, la chiosa d’oltralpe che avrà senz’altro inorgoglito la società.

Altra storia, invece, la permanenza in giallorosso di Mkhitaryan, che, archiviati i dissidi del passato con il coach, sembra pronto a dare il massimo con la maglia della Roma anche il prossimo campionato. Un giocatore troppo importante, l’armeno, artefice di un’eccellente stagione pur nel grigiore generale, per rischiare di perderlo. Un grande punto interrogativo, invece, continua ad aleggiare sopra Edin Džeko, quasi a suggellare il rapporto di “amore e odio” che, volendo estremizzare, intercorre tra lui e la Roma da oltre un anno.

Il contratto prevede 7,5 milioni netti a stagione con scadenza 2022: un importo che, nonostante i 35 anni del “cigno di Sarajevo”, potrebbe essere ancora giustificato, come testimonia il crescente interesse manifestato da altre squadre nei suoi confronti. Una cosa è certa: la Roma, per muoversi sul mercato, anche timidamente, ha bisogno di monetizzare, e la cessione del bosniaco, per quanto tutt’altro che facile, offrirebbe la possibilità di “guardare avanti”. Sarà un addio o una permanenza? Arriveranno nomi importanti al pari di quello in panchina? Ripetiamo, per ora tutto tace. La palla, allora, passa a Mourinho.