Antonio Conte dunque sta lasciando l’Inter, la pianta in asso con conseguenze che, se non verranno gestite bene, potrebbero causare danni al club. Interrompe la collaborazione e si prende pure la buona uscita che è poco più della metà di quanto l’Inter avrebbe dovuto riconoscergli. In pratica l’Inter lo paga perché il contratto stipulato prevedeva questa condizione surreale.

E’ un fatto grave che come tutte le cose può essere affrontato e risolto ma che un tecnico non accetti la situazione nella quale versa tutto il mondo del calcio e, nello specifico, la revisione al ribasso del progetto Inter, preferendo andarsene, anteponendo le sue ambizioni e prendendosi gran parte dei soldi è tanto legittimo quanto immorale.
In un altro periodo storico sarebbe sgradevole ma si fa fatica a districarsi tra tutte le mezze verità, le illazioni e le poche affermazioni trasparenti rilasciate da Zhang nel suo periodo nerazzurro.

Fino a quando tutto andava bene, la comunicazione ministeriale di Zhang era distante ma tutto sommato fresca, grazie alla giovane età e a una certa intraprendenza che lo aveva portato anche ad andare in qualche nota birreria di Milano a guardare l’Inter con un amico.
La crisi del covid ha però svelato la notevole inconsistenza di questa comunicazione silente, lasciata a pochi post e frasi di circostanza, mentre Conte si dimenava già nell’estate del 2020 chiedendo senza mezzi termini e in modo eccessivamente spettacolare risposte che non gli venivano date.
Si cercano colpevoli ma si deve anche addebitare la situazione alle circostanze, con una visione più distante rispetto alle ricostruzioni emotive che facciamo in queste ore.

La vera domanda è perché Suning non sia mai stato chiaro nei suoi intendimenti e non ha ceduto a BC Partners, se per una questione di soldi ritenuti insufficienti o per via di una Superlega nascente che stava per dare una importante fiche di ingresso ai partecipanti.
Se anche per il desiderio di non voler lasciare una società nella quale il gruppo cinese ha fatto investimenti molto importanti, ripianato gran parte del debito, emesso dei bond e costruito una squadra da scudetto.
Perché questo, mentre molti sostengono che il gruppo cinese faccia i suoi interessi (e chi non li fa?), dimentica che con i suoi investimenti e le sue scelte ha portato Marotta, Conte, Lukaku, Lautaro, Barella ecc.

Suning però sta facendo un errore nel non parlare chiaramente e questo fa parte di una cultura che si scontra con la nostra. Con la differenza che è il colosso cinese a lavorare nel nostro Paese e non il contrario.
Dall’altra parte c’è una pandemia mondiale che ha messo in ginocchio l’economia globale e in primis il mondo del calcio, c’è un’opinione pubblica che chiede a gran voce di fare attenzione alle spese e di abbassare e tanto i costi, ma contemporaneamente abbiamo giocatori che fanno i loro interessi e non vogliono abbassare il loro ingaggio del 10/15% e poi un Antonio Conte che non vuole perdere la reputazione perché alla guida di una squadra che l’anno prossimo non avrà più uno o due giocatori importanti.
Con il suo addio però contribuisce ad aggravare il problema perché andandosene scatena l’effetto domino, insinuando tanti dubbi nella testa dei giocatori.

Il nome del prossimo tecnico è determinante ma è chiaro che Inzaghi e Fonseca, per quanto bravi, non sembrano avere le spalle abbastanza grandi per dare continuità al progetto con queste basi e restituire entusiasmo ad un pubblico frastornato.
Ci saranno aggiornamenti a ripetizione, speriamo non tutti negativi.