Si chiude il terzo turno della fase a gironi di Champions League con la terza sconfitta consecutiva del Milan che crolla di fronte ad un Porto che per 95 minuti si dimostra superiore dal punto di vista fisico e tecnico. Alla vigilia della partita, mister Pioli aveva definito il doppio confronto con i portoghesi come uno “snodo cruciale per le sorti della classifica” ed è proprio per questo motivo che la sconfitta sembra condannare pesantemente i rossoneri. Nonostante le prestazioni convincenti con Liverpool e Atletico Madrid, la sfida al Do Dragão risulta essere a senso unico fin dall’inizio.

Dopo pochi minuti, il Porto colpisce il palo con Luis Diaz, al termine di una strepitosa percussione palla al piede. Il Diavolo prova a reagire, ma gli errori in fase di impostazione e l’ottimo pressing dei portoghesi impediscono ai rossoneri di costruire azioni pericolose o comunque degne di nota. Il primo tempo vede il monologo della squadra di Conceição che spreca numerose occasioni (colpendo anche un palo) e lasciando quindi la partita in equilibrio almeno dal punto di vista del risultato. L’unica chance per i rossoneri per provare a passare in vantaggio è quella capitata sulla testa di Giroud che, su cross di Leao, invece che concludere in porta, cerca una sponda per un suo compagno che non c’è. Facile dirlo da casa ma da quella posizione, forse, poteva fare meglio.

La ripresa comincia esattamente nello stesso modo con cui si erano conclusi i primi 45 minuti con un Porto ancora più agguerrito ed affamato. Pioli prova a dare la scossa ai suoi giocatori con un triplice cambio: dentro Ibrahimovic, Romagnoli e Kalulu, fuori Giroud, Tomori e Ballo-Touré. Ma al 65’ arriva l’episodio che sblocca il match: il pallone spiove in area di rigore, Taremi con un intervento irruento abbatte Bennacer, ne approfitta Luis Diaz che capitalizza l’occasione spedendo il pallone alle spalle di un incolpevole Tatarusanu. La partita però continua a scorrere sullo stesso binario con il Porto che mantiene il pallino del gioco schiacciando i rossoneri nella propria area.

Nel finale il Milan ci prova disperatamente con un calcio d’angolo al termine del quale Brych decreta la fine della partita. Che dire? Questa notte europea lascia numerosi spunti di riflessione: il primo riguarda l’intensità di gioco. In campo internazionale la velocità sembra essere doppia rispetto ai ritmi del campionato italiano: pressione alta, qualità e velocità nei passaggi sono elementi fondamentali per affrontare qualsiasi avversario a questi livelli.  Da questo punto di vista il Milan sembra essere impeccabile in campionato, ma forse, ancora un passo indietro in Champions League.

Il secondo aspetto da non sottovalutare riguarda le numerose assenze. A tal proposito, nell’intervista post-partita, Pioli ha tenuto a precisare che la squadra fosse comunque competitiva ma che la possibilità di poter contare su qualche uomo in più avrebbe permesso una diversa gestione del match non solo dal primo minuto, ma anche a partita in corso. Infine, resta il rammarico per la gestione arbitrale di Brych che, probabilmente, commette un evidente errore non fischiando il fallo su Bennacer in occasione del gol e non riesce a mantenere lo stesso metro di giudizio in alcune circostanze.

Il Milan deve guardare con fiducia alla lunga stagione che lo vede in corsa per la lotta scudetto e, finché la matematica non lo condannerà, avrà la possibilità di giocarsi le ultime carte per una qualificazione agli ottavi di Champions molto difficile, ma non impossibile. Dopo queste sconfitte non c’è medicina più efficace che giocare un’altra partita e sabato ci sarà la sfida con il Bologna che sarà importante per continuare a volare in campionato e per far tornare il buonumore a Milanello.