Il Napoli si è completamente perso. In due partite, all’Olimpico contro la Lazio e ieri sera al San Paolo contro il Torino, nonostante il pareggio strappato in extremis ai granata, gli azzurri praticamente non hanno mai tirato in porta. Si intende ad eccezione del gioiello di Lorenzo Insigne, al 93’ di una gara già persa.

Un panorama oggettivamente imbarazzante.

Azzurri lenti, impacciati, prevedibili, privi di una sia pur minima idea di calcio. Quella che per 25 minuti aveva imbambolato l’Inter, nella sfida di San Siro. Una partita, per quanto persa, che sembra il paradiso rispetto a questa doppia galleria degli orrori e una gara di qualche mese fa, non certo di una settimana or sono.

Gli infortuni hanno stravolto la squadra, ma anche un’incredibile serie di ko fisici come quella dell’ultimo mese non può spiegare la totale involuzione della manovra.

Oltre alle assenze, in realtà, la squadra di Gattuso sembra essersi smarrita fisicamente. Di conseguenza, il Napoli ha giocato due partite sempre sotto ritmo, dando spazio e coraggio anche ad avversari inferiori.

Quando la gamba non gira, il collettivo sembra perdersi. In particolare, negli uomini che dovrebbero dare fantasia e gioco, completamente mancati per oltre 180 minuti. Inutile soffermarsi su grandi disquisizioni di natura tattica, al di là della notoria difficoltà di schierare contemporaneamente Fabián Ruiz e Bakayoko, di cui qui abbiamo lungamente parlato anche dopo le migliori partite azzurre. Il problema è molto più elementare, se vogliamo: la squadra non sta in piedi e ha sbagliato tantissimo, dagli appoggi più elementari, ai posizionamenti in fase difensiva, fino all’incapacità di costruire in modo fluido.

Un Napoli irriconoscibile, in sostanza, che con un punto in tre partite vede allontanarsi i sogni di gloria. C’è tempo, però, per evitare il baratro di un’altra stagione gravemente compromessa in campionato già a gennaio. Un disastro assolutamente impronosticabile solo pochi giorni fa, che da Gattuso a scendere tutti hanno il dovere di evitare a ogni costo.

Non resta che fare due cose elementari, anzi tre: recuperare gli infortuni, restare calmi e – terzo e più complesso tema in una piazza in subbuglio – non lasciarsi andare a pericolose suggestioni, che già dopo la partita dell’Olimpico hanno cominciato a far capolino, fra i soliti bene informati. Per essere molto chiari, i fantasmi di Maurizio Sarri o di inesistenti idee di dimissioni del tecnico. Rino Gattuso non sta bene ed è un miracolo vederlo in panchina, basterebbe dire questo.

Inutile lasciarsi trascinare verso chissà dove da antichi amori. Ideali per destabilizzare un’ambiente, che già ieri sera è apparso agitato, con il capitano Insigne più volte e platealmente severo nei confronti dei compagni in campo. Proprio quello che Ringhio, poche settimane fa, aveva segnalato come un grave difetto a cui porre subito rimedio.