Incredibile. Ha dell’incredibile e nessun precedente in serie A, quanto è accaduto a Napoli in questi giorni, dove i calciatori disobbedendo al diktat presidenziale post trasferta a Roma: “tutti in ritiro fino a domenica“, hanno deciso di fare ritorno alle loro abitazioni dopo l’1-1 contro il Salisburgo in Champions League, un risultato che a meno di improbabili sorprese, permette comunque agli azzurri di staccare il biglietto per gli ottavi della più importante competizione calcistica internazionale.

Un ammutinamento vero e proprio quello degli uomini di Ancelotti, non nei confronti del tecnico, che sin dal primo momento si era dichiarato contrario alla decisione di De Laurentiis, ma proprio verso il patron azzurro e quel suo provvedimento che non è andato giù a nessuno. La spaccatura tra i calciatori e la dirigenza, si è consumata nel giro di pochi minuti negli spogliatoi del San Paolo, quando il capitano Lorenzo Insigne ha comunicato al vice presidente Edoardo De Laurentiis, figlio di Aurelio, che aveva già lasciato nel frattempo lo stadio, la decisione di fare ritorno a casa e non al centro tecnico di Castelvolturno. Minuti concitati, con posizioni contrastanti, che molto probabilmente segneranno inevitabilmente tutta la stagione. E non in positivo.

Le azioni legali sono dietro l’angolo. Avvocati al lavoro, da una parte e dall’altra. Alle richieste societarie di salatissime multe, anticipate in un comunicato stampa, i calciatori cercheranno di dare una risposta legale con fondamenti giuridici. In tutta questa vicenda, c’è stato un silenzio assordante: quello di Carlo Ancelotti. Lui, maestro della comunicazione, muto a fine gara, ha rappresentato una novità assoluta. Una scelta sorprendente. Come sorprendente è stato vedere partire il pullman della squadra dallo stadio, con il solo autista a bordo e senza passeggeri. La palla, in un primo momento nelle mani di Aurelio De Laurentiis, sempre stato bravo a gestire situazioni intricate con i suoi “colpi di scena”, ritorna nelle mani dei calciatori dopo l’esaustivo comunicato della società che: “procederà a tutelare i propri diritti economici, patrimoniali, di immagine e disciplinari in ogni competente sede. Si precisa inoltre di aver affidato la responsabilità decisionale in ordine alla effettuazione di giornate di ritiro da parte della prima squadra all’allenatore della stessa Carlo Ancelotti. Infine comunica di aver determinato il silenzio stampa fino a data da definire“.

Da questa guerra civile calcistica esce rafforzato il solo Carlo Ancelotti, riferimento, a questo punto, sia della società che dei calciatori. Presidente e allenatore sono costantemente in contatto. A De Laurentiis non è mai passato per la mente di prendere provvedimenti nei confronti del tecnico con il quale è sempre stato in sintonia. Nella normale dialettica che c’è all’interno di un club i due discutono di scelte, prestazioni e risultati, ma la leadership tecnica non è e non sarà in discussione. A Castelvolturno, intanto, si prepara l’importante sfida di sabato contro il Genoa, fondamentale per cercare di tornare tra le prime quattro in classifica, obiettivo minimo in campionato. La speranza è che quanto accaduto possa ricompattare tutto l’ambiente. Non sarà facile perché i segnali vanno nella direzione opposta, ma Napoli è anche la città di San Gennaro, il Santo della liquefazione del sangue e dei miracoli (quasi) impossibili.