Gennaio è il mese degli attaccanti, un classico che resta di moda quasi come il cinepanettone. Chi vuole essere ambizioso, molto ambizioso, deve prendere un attaccante. Chi vuole consolidarsi a metà classifica, alla larga dai rischi, ha bisogno di un attaccante. Chi è nei guai, dentro la palude della bassa classifica, deve ingaggiare un attaccante, altrimenti diventa durissima. Al comando di questa speciale hit parade, dischi caldissimi, c’è Arek Milik, in scadenza di contratto con il Napoli. Ma la lista contiene altri sette-otto nomi da tenere in considerazione: Llorente, Cutrone, Cerri, Pavoletti, Pinamonti, il corteggiatissimo Scamacca. Senza dimenticare quelli che si trovano all’estero e che non stanno benissimo, il cui conto in banca si è gonfiato al punto che la nostalgia per la Serie A ora è fortissima. Ci riferiamo a El Shaarawy, Eder e Pellè ma non è detto (anzi) che tutti e tre possano rientrare, ci sono altre offerte e la concorrenza non manca.

Milik è una storia che sinceramente ha un po’ stancato e che avrebbe potuto trovare il logico approdo già qualche mese fa se il ragazzone polacco avesse accettato la proposta della Fiorentina da quattro milioni a stagione. Nulla. No alla Fiorentina dopo il naufragio della trattativa (malgrado le visite impostate) con la Roma, sedotto e abbandonato dalla Juve, poco considerato dal Milan per una questione di budget e di altre priorità. E quindi? Non resta che la pista estera, partendo dal presupposto che De Laurentiis non può più chiedere 25 milioni, neanche 20 e neanche 15, considerato che dal primo febbraio incasserebbe esattamente zero euro. Infatti, il Napoli si accontenterebbe anche di 10-12 milioni, una cifra che l’Olympique Marsiglia ha pensato di mettere a disposizione con un’offerta ufficiale da presentare presto. Dopo aver incassato il sì definitivo di Milik, che ha già aperto in modo significativo, passaggio già importantissimo. Milik preferirebbe l’Olympique all’Atletico perché in Francia giocherebbe mentre a Madrid si troverebbe davanti un certo Suarez, passaggio di fondamentale importante per la sua enorme voglia di essere titolare e non più comparsa. Dobbiamo aspettare, il ragazzo è umorale e può cambiare idea dalla sera alla mattina.

Milik chiama Llorente e spieghiamo perché. Se andasse via il polacco, il Napoli probabilmente prenderebbe tempo ancora per qualche settimana sullo spagnolo, un altro con il contratto in scadenza. La spiegazione non è soltanto legata all’infortunio di Mertens ma al recentissimo Covid di Osimhen che mette Gattuso nei guai. Ringhio aspettava con ansia estrema il rientro del più grande investimento di mercato dell’era De Laurentiis, la soluzione che gli consentirebbe di ripristinare la normalità e di rispettare le strategie estive tutte impostate tatticamente sul nuovo attaccante. Lo stop allunga maledettamente i tempi e mette un freno alla cessione di Llorente (cercato anche dalla Samp prima che Ferrero cambiasse idea), almeno per le prossime settimane. Fernando può venire utile per uno spezzone, venti minuti o mezz’ora, come già capitato contro il Torino: con l’aria che tira bisogna accontentarsi e adattarsi, in attesa di tempi migliori.

Il valzer sarà breve ma intenso. Patrick Cutrone, in prestito dal Wolverhampton, ha intuito che a Firenze non è più aria, a maggior ragione dopo l’esplosione di Vlahovic. Andare a giocare è una necessità, per lui c’è una bella fila con Benevento e Samp che si sono iscritte all’asta. Proprio per questo motivo non ci sono margini per una trattativa legata a Piatek da parte di Commisso, vale la stessa spiegazione di prima e che coinvolge Vlahovic. Il Genoa preparerebbe un affare-nostalgia riportando il Pistolero che sotto la Lanterna non sparava a salve, ma è un’operazione molto onerosa perché l’Hertha non regala il cartellino in prestito con semplice diritto di riscatto. Così il Genoa sonda Lammers, che lascerà Bergamo per mancanza di visibilità e che è apprezzato da almeno altri tre club di Serie A, Samp compresa. Molto dipenderà da Scamacca, in prestito secco dal Sassuolo e che piace a tanti, Milan in testa, se non fosse che il cartellino costa non meno di 20 milioni. Almeno uno tra Cerri e Pavoletti andrà via: il primo ha mercato in Italia e anche in Turchia (Karagumruk), il secondo potrebbe essere un’occasione per le big (Juve compresa) che cercano una punta senza un grande esborso. Ma a quel punto il Cagliari dovrebbe andare sul mercato per trovare con urgenza una soluzione alternativa.

Ci sono poi i big e i nostalgici che vorrebbero un’altra chance. Un big è sicuramente Gervinho che è stato più volte vicino a lasciare il Parma nell’ultima sessione: tra Inter e richiami dall’estero questa potrebbe essere un’occasione da cogliere. I nostalgici sono Graziano Pellè (ormai libero da qualsiasi vincolo dopo l’esperienza in Cina) e Eder (che ha ancora pochi mesi con lo Jiangsu Suning). Pellè ha offerte anche in Inghilterra (West Ham), Eder no, ma il suo rientro in Italia è abbastanza complicato anche per situazioni anagrafiche. Loro hanno deciso di lasciare la Cina perché non è più l’oasi di prima, il tetto sugli ingaggi ha modificato gli scenari. Lo stesso discorso vale per Stephan El Shaarawy che ha ancora un anno e mezzo contrattuale con lo Shanghai Shenhua, scadenza giugno 2022. Stephan potrebbe essere un potenziale regalo per almeno tre società di Serie A ma vorrebbe la Roma a ogni costo, la stessa Roma che sfiorò a fine settembre affogando la sua delusione dentro un’emoticon. Adesso i tempi potrebbero essere maturi: è sempre una questione di soldi e di ingaggio ma il Faraone spera davvero di poter essere nuovamente lì, allo stadio Olimpico, casa sua.