A volte capita che mi chiedano quale sia il derby che più mi abbia emozionato o che mi abbia lasciato i ricordi, ancora oggi, più vivi.

La risposta è molto difficile e complicata perché, nella mia mente, si affollano tante immagini di grandi bomber, di magnifici gol, di trionfi indimenticabili. Le sconfitte ho sempre cercato di cancellarle presto. Sembra un paradosso ma il derby che mi ha regalato le sensazioni più intense, il più angosciante, il più teso non si è chiuso con una vittoria del Milan, ma con un pareggio.

È quella sfida di Champions League, quell’Inter-Milan del maggio 2003, partita di ritorno della semifinale appunto di Coppa, che termina 1-1, permettendo ai rossoneri, dopo lo 0-0 dell’andata, di conquistare la finale di Manchester, avversaria la Juventus. Che brividi, che emozioni! Un gol avrebbe potuto garantire la vittoria, da una parte e dall’altra.

Ogniqualvolta la palla passa la riga di metà campo, il cuore batte forte. Passa in vantaggio la squadra di Ancelotti, grazie alla rete di Shevchenko. Sembra che il lieto fine sia vicino e ineluttabile, quando “Oba Oba” Martins pareggia per i nerazzurri. A pochi secondi dalla fine Kallon ha la palla della finale. Il suo tiro sembra destinato a finire in fondo alla rete, dove sarebbero finiti tutti i miei sogni, tutte le mie speranze. Il tocco del portiere Abbiati, con l’estremità del polpaccio, devia il pallone in angolo, regalando al Milan la finale e, di fatto, la Coppa dei Campioni numero sei.

Certo nessuno può dimenticare anche il 6-0 dell’11 maggio 2001. La bellissima rete del 3-2 di Seedorf, decisiva forse per la conquista dello Scudetto, della stagione 2003-2004 oppure un vecchissimo derby del marzo 1960 quando José Altafini realizza quattro gol nella eclatante vittoria, con il risultato di 5-3, a favore dei Ragazzi di Bonizzoni e Viani. Questo è il passato, ma ora veniamo al presente.

Un presente che vede favorita l’Inter. Non lo affermo per mere ragioni di scaramanzia, ma perché lo dice la classifica, tre partite con tre vittorie, la caratura della squadra, costata centinaia di milioni, allenata da Antonio Conte, uno dei più preparati tecnici d’Europa. Però i nerazzurri non sono così favoriti, come il Milan non appare la vittima designata. Certo, se i rossoneri ripetessero le prestazioni pallide, poco intense, scarne di occasioni pericolose, figlie di una manovra lenta e scontata come quelle di Cesena, Udine, di San Siro contro il Brescia e di Verona, le possibilità di conquistare un risultato positivo non sarebbero molte.

Contro un’Inter che comunque sul piano del gioco non ha esaltato a Cagliari e contro l’Udinese, confermando le sue difficoltà in Coppa contro una organizzatissima Slavia Praga. Questo deve essere il primo obiettivo di Marco Giampaolo, imitare l’organizzazione dei cechi, veloci, reattivi, efficaci, anche se privi di individualità di spicco. Il tecnico deve dunque costruire presto una squadra dai contorni chiari, dal saldo filone di gioco, dai canoni e dagli schemi precisi. Il motivo per il quale sostengo che il Milan non sia così sfavorito nasce proprio dal fatto che io una squadra, con queste caratteristiche, l’abbia già ammirata nelle amichevoli estive.

Soprattutto a Cardiff contro il Manchester United, il nuovo Milan gioca una partita vibrante, spettacolare, divertente che vede poi quattro o cinque giocatori inglesi recarsi negli spogliatoi del Milan, a fine partita, chiedendo: ”Ma giocate sempre così?”. Quella squadra sembra si sia fermata in Galles, ma se prendesse un aereo per arrivare giusto intorno alle 19 a San Siro, beh, potrebbe diventare un derby ben differente da quello che si aspettano i tifosi rossoneri.

Il Milan si affida comunque a una difesa che appare già ben rodata, con Conti, molto attesa la sua prova, al posto dello squalificato Calabria. Il tecnico milanista ha lavorato con cura e applicazione sui movimenti del reparto arretrato, con buoni risultati. Il banco di prova sarà ora limitare la classe e la potenza di Lukaku e compagni.

Che sia derby allora! Un crocevia che permetterà al Milan di lavorare con fiducia e serenità in caso di risultato positivo.

In caso di sconfitta invece? Non prendo in esame questo caso!!