C’è una costante nelle ultime estati del Napoli e dei suoi tifosi. Una brutta abitudine, che andrebbe accuratamente evitata: il balletto incontrollato delle voci e dei nomi. Se è pur vero che il mercato è popolare ed affascinante anche per i sogni che sa regalare (Messi all’Inter?!), spesso destinati a durare lo spazio di una notte di mezza estate, alla lunga anche il più suadente dei tormentoni risulta indigesto.

Negli ultimi anni, abbiamo assistito alle stucchevoli telenovele del ritorno di Edinson Cavani, dell’arrivo di James Rodriguez, di almeno altri 10 grandi nomi strombazzati e ripetuti fino allo sfinimento.

Un gioco, ce ne rendiamo perfettamente conto, ma come tutti i giochi a forte rischio-noia. Quando è troppo, è troppo. Qualche avvisaglia si intravede anche in questa estate 2020: si pensi al caso Gabriel, difensore del Lille già dato al Napoli, poi all’Arsenal, ora di nuovo in maglia azzurra. Un esempio fra i tanti che potremmo fare, mentre manca sempre solo un particolare, una firma, un ultimo sforzo. E invece…

Un giochino utile a chi vuol far leggere qualche pagina Internet in più o vendere qualche copia di giornale, ma anche dal rischioso effetto secondario. Le storie impossibili e sfinenti degli ultimi mercati hanno finito per sviluppare – frantumandosi sulla realtà – un diffuso senso di disillusione fra i tifosi, che la società e la squadra hanno in qualche misura pagato. Le voci di mercato, sia chiaro, non possono essere soffocate e le smentite hanno l’invariabile effetto di moltiplicarle, però ci sentiamo di lanciare un appello a tifosi e appassionati: basta essere la comoda sponda delle più grosse idiozie dell’estate. Gli avvistamenti a Mergellina di Cavani, l’eterno arrivo di Rodriguez, i voli in elicottero per Icardi dovrebbero aver stufato anche i più incalliti cultori dell’ultimo scoop via whatsapp dei giornalisti ‘esperti’ di mercato. Una partita di giro a esclusivo uso dei procuratori, in cui al Napoli è spesso rimasto in mano solo un cerino.

Con buona pace dello scambio Milik-Bernardeschi, anzi Ünder. Oppure chi volete voi, purché debba essere un po’ pompato e strapagato. Anche basta.