E’ difficile fare qualunque previsione per il futuro dell’Inter. Nel bene e nel male.
I fatti dicono che Zhang è partito da tempo e non tornerà probabilmente più a Milano, dal suo ufficio di Nanchino attende offerte per i giocatori, cercando di monetizzare il più possibile. Dipendesse dal gruppo Suning, se dovessero arrivare proposte interessanti per Brozovic, Barella, De Vrij, Bastoni e persino altri, venderebbe tutti, investendo il 15% del guadagno per mettere qualcuno in campo. Il fondo Oaktree ha dato il placet per la cessione dei giocatori più forti ed entro un anno probabilmente entrerà in possesso dell’Inter.

Il prossimo a partire sarà Lautaro Martinez. Si attende che il Tottenham venda Harry Kane a una cifra folle (180 milioni), per poter reinvestire almeno la metà dell’incasso su Lautaro. La sua destinazione preferita era il Barcellona, oggi gradirebbe anche l’Atletico Madrid. Difficile che l’Inter possa offrirgli un rinnovo di contratto a cifre congrue con il suo livello. Abbiamo già visto il rendimento del giocatore a inizio del 2020, quando si parlava del suo trasferimento nel Barca e Messi faceva endorsement al giocatore. Per tre mesi Lautaro aveva avuto un rendimento opaco e si era riacceso giusto per il finale di Campionato e l’Europa League. Se non sarà quest’anno sarà per il prossimo.

Oggi il tema è anche la motivazione che metteranno i giocatori e come scenderà in campo una squadra che Simone Inzaghi non sa ancora come sarà composta, a dieci giorni dall’inizio del Campionato.
Alla gente, ai tifosi piacciono le buone notizie e chiunque sia il portatore di ottimismi e valori positivi diventa un oracolo a cui aggrapparsi.
C’è una resistenza ostinata verso la verità delle cose da parte di un alto numero di tifosi che non accetta la realtà così come si prospetta. Va via Hakimi? “Pazienza ne arriverà un altro ugualmente forte”. Lascia improvvisamente Antonio Conte e arriva Simone Inzaghi? “Va bene, meglio così, era uno juventino, Inzaghi in prospettiva è persino migliore”. Viene lasciato a casa Oriali? “non era un vero interista. Così impara a fare certe dichiarazioni”. Oriali non era un vero interista… sentita da più tifosi.
E ancora: Lukaku va via? “Che se ne vada, l’Inter non poteva farci nulla” omettendo che a permettere di imbastire la trattativa è sempre la società. Non si può parlare con un giocatore sotto contratto se il club di appartenenza non vuole. E l’Inter lo ha permesso senza riserve.
“L’Inter non si discute”, “Chi critica l’Inter non è un vero tifoso” declamano con un estremismo che infanga chiunque si indigni.

Stiamo parlando di una squadra che ha perso in un colpo solo uno dei migliori tecnici europei, l’esterno più bravo in circolazione, l’attaccante più forte in Italia e tra i migliori d’Europa. Stiamo raccontando quotidianamente di un gruppo Suning in grave crisi e un presidente che lascia il compito di rappezzare la squadra ai poveri Marotta e Ausilio, mentre Oaktree assiste, pensando esclusivamente a come i cinesi rientreranno dal debito contratto con loro.
L’arrivo di Dzeko, 35 anni e uno tra Correa, buon attaccante argentino, o Zapata, 31 anni il prossimo aprile, non dovrebbe essere nemmeno spiegato che sia un passo indietro della squadra Campione d’Italia.

La certezza che Zhang lasci viene dal fatto che se avesse intenzione di restare sarebbe folle cedere tutti i giocatori che potrebbero permettergli di rientrare dal debito nei prossimi tre anni. Altre tre partecipazioni alla Champions, andando possibilmente più avanti del girone, il ritorno del pubblico e degli sponsor, genererebbe profitti che inizierebbero a restituire gli investimenti fatti.
Zhang tuttavia non ha più soldi, non ha niente, solo debiti, anche in patria. E ha paura del governo cinese. Non certo dei tifosi interisti che sono lontani 8874 chilometri.
Forse questa potrebbe essere la leva definitiva perché non ci siano più avventurieri di passaggio e fondi speculativi a cui interessa zero dell’Inter, per fare l’azionariato.

Oggi essere proprietari/azionisti della propria squadra sembra uno scenario decisamente migliore di quanto non sia il vederla umiliata come sta accadendo ora.