Il calciomercato è da sempre il vero “teatro dei sogni”, con tutto il rispetto per lo stadio del Manchester United. A proposito di Manchester, prendete il caso Koulibaly: Il Napoli vuole e deve venderlo, per esigenze di bilancio e perché molto probabilmente la parabola del fenomenale difensore senegalese in azzurro è giunta fisiologicamente al termine. Nessuna rottura traumatica, una semplice convergenza di interessi, riconosciuta dalle parti. Eppure, come si diceva in apertura, il mercato è terra di affabulatori, prestigiatori, maestri della mosse e contromosse.

Solo questa mattina, i due principali quotidiani sportivi italiani danno notizie diametralmente opposte, tra la Gazzetta dello Sport che annuncia per concluso l’affare con il City e il Corriere dello Sport che ‘spara’ la momentanea ritirata degli sceicchi. Un classico, in cui hanno tutti un po’ di ragione. È altamente probabile che la destinazione finale di Koulibaly sia proprio il Manchester City, anche per la sostanziale assenza di alternative. Un gioco pericoloso per la società azzurra, perché quando l’acquirente sa di essere l’unico in lista, tirare sul prezzo è il minimo. Così, si resta fra coloro che son sospesi, mentre i giorni passano e oggi nasce il calendario della serie A. Il Napoli, senza la montagna di quattrini derivante dalla cessione di KK, farà molta fatica a mettere a segno i principali colpi in agenda.

Guardate un po’ il caso: ieri, con tempismo quantomeno sospetto, il Sassuolo è venuto allo scoperto su Boga, annunciando l’interesse azzurro. Di più, mettendo il Napoli in cima alle preferenze… Le trattative in pubblico sono pericolosissime, perché nascondono quasi sempre interessi divergenti, giochi al rialzo e attori più o meno nascosti. Nel caso specifico del Napoli, poi, la mente non può non correre alle ultime estati e a casi francamente sfinenti come quello di James Rodriguez.

Il direttore Giuntoli non avrà molti giorni per uscire dall’angolo, in cui la società è finita non tanto per colpe proprie, ma per l’eccezionalità di questo mercato compresso. La squadra è, allo stesso tempo, abbondante e scoperta. Un rebus di non facilissima soluzione, forse impossibile senza la cessione del pezzo super-pregiato. Il freschissimo addio ad Allan, deprezzatosi del 60% nel giro di 18 mesi, è una severa lezione su quanto non sia il cuore a poter guidare le strategie. Fa rabbia, ce ne rendiamo conto, non poter provare a trattenere un uomo eccezionale, prima che straordinario calciatore, come Kalidou Koulibaly, mentre altre società si fanno beffe di quella buffonata che si è rivelata il Fair Play finanziario, ma tant’è.

Questa è la realtà ad oggi, in cui conviene fare la tara alle roboanti dichiarazioni di molti (anche quelle della Juve su Milik…), facendosi aiutare da calcoli economici tutto sommato banali e dall’inesorabile scorrere del calendario.