I bianconeri suonano la nona: lo scudetto più strano della storia del calcio è stato assegnato con buona pace dei dirigenti pallonari. La Juventus vince ma, indubbiamente, la domanda da porsi è: vince perché più forte delle altre o per l’inconsistenza delle dirette avversarie? Il passo tenuto dagli uomini di Sarri non è stato, dalla riapertura tanto chiacchierata del campionato, da leader incontrastati del torneo: casomai, nota di biasimo, sono state le inseguitrici a crollare senza se e senza ma, lasciando di fatto un’autostrada completamente a disposizione di Cristiano Ronaldo e compagnia, autori di prestazioni spesso incolori e insapori.

Che il calcio di luglio non sia piaciuto, contrariamente a quanto si pensava sia in Lega che in Federazione, lo raccontano i dati: spettatori in calo del 40% circa, orari impossibili e non graditi al grande pubblico, trasmissioni che, a parte qualche eccezione, hanno subito veri e propri crolli di ascolto. Insomma, il campionato post pandemia – non è finito nulla e vanno mantenute tutte le precauzioni del caso, meglio ricordarlo a chi se n’è dimenticato troppo presto – è andato molto peggio delle attese. Tra le cause, forse, anche partite non particolarmente esaltanti, spesso giocate col freno a mano tirato, errori marchiani, condizione fisica insufficiente a occhio nudo e, perché no, aggiungiamolo, gli arbitraggi troppo spesso da dimenticare. Decisioni difficili da spiegare, fischi per fiaschi, VAR assente non giustificato hanno senza dubbio contribuito a un luglio che tanto prometteva e poco, pochissimo, ha mantenuto.

La Juventus vince, dicevamo. Anche contro la Samp, necessari i tre punti per chiudere ogni discorso e smorzare definitivamente gli entusiasmi, peraltro pacati, delle inseguitrici, i bianconeri non hanno giocato una gara indimenticabile, anzi. Il solito lampo di Cristiano Ronaldo, antagonista principe di Immobile nella corsa al titolo di capocannoniere, una delle poche cose interessanti di questo strano torneo, il gol di Bernardeschi, spesso ai margini del progetto Sarri, ma che personalmente continuo a considerare uno dei migliori talenti nostrani, poco altro e vittoria garantita.

Interessante, casomai, è la lotta alle spalle della Vecchia Signora: arrivare secondi, non ce ne voglia Antonio Conte, non è essere i primi tra i perdenti; è arrivare secondi, cosa che l’Inter non fa dalla stagione 2010/2011. I nerazzurri passeggiano a Genova in una gita fuori porta, ottenendo il massimo risultato col minimo sforzo, agevolati nell’occasione dai rossoblù ancora con testa, gambe e acido lattico al derby vinto il mercoledì precedente. A onor del vero ci si attendeva qualcosa di più dal Grifone ma, complice la sconfitta del Lecce a Bologna, altra direzione di gara discutibile così come quella tra Verona e Lazio, il capitombolo casalingo di sabato può essere ridotto al semplice incidente di percorso stante la distanza che separa gli uomini del presidente Preziosi dai salentini.

Vince il Napoli, in questo folle calendario già atteso domani sera al Meazza, regolando il Sassuolo, una delle poche squadre ad aver ricominciato il campionato con lo stesso vigore di quando era stato sospeso: a Milano Gattuso pare dovrà rinunciare a molti elementi della prima squadra, attingendo a piene mani dalla panchina. Il problema Europa per gli azzurri non esiste, avendo vinto la coppa Italia: di fatto i posti per viaggiare nel Vecchio Continente sono tutti assegnati, con Roma e Milan a far compagnia ai partenopei.

Ecco, il Milan: bene, finalmente, la scelta di confermare Stefano Pioli, allenatore capace e in grado di portare avanti un progetto serio, senza il bisogno ossessivo di cambiare tanto per cambiare ogni dodici mesi. Bene il Milan, che prima della sosta forzata era in piena bagarre insieme a Verona, Parma e Bologna, tutte distanziate grazie a prestazioni vincenti e convincenti.

Bloccare l’Atalanta di questo periodo, oltretutto con formazione ampiamente rimaneggiata, non è facile. Si, dai, facciamo che sembrerebbe tutto finito: poi però, se vai a vedere bene, c’è ancora da verificare chi arriverà secondo chi terzo, chi quarto, chi farà gli eventuali preliminari di Europa League e, soprattutto, chi si salverà. Il Genoa mercoledì sarà di scena a Reggio Emilia, il Lecce in quel di Udine, contro una squadra che ha fatto stra bene nelle ultime partite. Per i giallorossi leccesi non siamo ancora ai titoli di coda definitivi, anche se la situazione non è certamente delle migliori.