È bene ricordare ai più distratti che siamo in prossimità di Inter-Roma, partita non banale. Inter-Roma si gioca di venerdì per almeno due motivi: 1) I nerazzurri martedì c’hanno il partitone contro il Barcellona e riposare un giorno in più è cosa buona e giusta. 2) A Milano c’è Sant’Ambreus e la gente vuole andare in giro a cazzeggiare per i mercatini.

La seconda motivazione è chiaramente inventata e non c’entra molto con questo pezzo al punto che tu, lettore, potresti pensare: “Ma perché questo scrive cose a caso?”. Semplice, perché inquadrare Inter-Roma non è difficile, è difficilissimo. Cioè, provate voi a fare dei ragionamenti su due squadre in gran forma (sì, entrambe), che però devono fare i conti con diversi infortuni (sì, entrambe), che sono guidate da tecnici che rappresentano il valore aggiunto dell’ambaradan (sì, entrambi), che per atteggiamento in campo non si accontentano di giocare una “buona partita” ma puntano solo e soltanto ai tre punti (sì, anche la Roma: con Fonseca la fase difensiva è solo una fase offensiva che non ce l’ha fatta).

E, quindi, proviamo a capirci qualcosa. Ovviamente la discriminante si chiama Dzeko, che poi è l’attaccante inseguito da Conte per tutta l’estate ma poi rimasto a Roma. Non sappiamo se scenderà in campo perché pure lui non sta benissimo e questa cosa, ovviamente, sposterà di molto le preferenze di noi osservatori da bar sport.

Cioè, senza il bosniaco chi gioca là davanti tra i giallorossi? Qualcuno pensa addirittura a Zaniolo, uno che dalla metà campo in su ha giocato praticamente ovunque e pure con ottimi risultati. Vuoi vedere che Fonseca gli dice “oh, dai, prova a fare il falso nove” (“nueve” non ce la sentiamo di scriverlo, scusate, siamo in Italia). Ecco, Zaniolo. Codesto frugoletto è un altro dei soggetti che rendono Inter-Roma partita non banale. La storia la conoscete: il giovine era una promessa dell’Inter, Spalletti dice “io voglio Nainggolan”, a Roma rispondono “va bene, ma allora ci date Santon, un po’ di grana e quello lì, Zaniolo”, l’Inter risponde “mmmm ok” e il disastro è servito. Oh, capita di prendere una cantonata, l’importante è saperla ammortizzare.

La classifica dell’Inter (primo posto!) dice che i dirigenti beneamati hanno ben digerito il fattaccio, ma è anche vero che una prestazione di livello del giovine a San Siro porterebbe tutti noi criticoni a ripuntare il dito: “Bisognava tenere Zaniolo!” (che poi nessuno l’abbia detto a suo tempo è fatto conclamato, ma fa niente…).
Bene, questo inutile susseguirsi di pensieri porta a una conclusione di livello, coraggiosa, che nessuno si aspetta: per Inter-Roma, date retta a noi, giocatevi la tripla. Del resto sì, l’Inter va come un treno, ma a centrocampo ha più problemi di una puntata di “Live – Non è la d’Urso”. Ed un centrocampo con più problemi di una puntata di “Live – Non è la d’Urso” è un centrocampo a serio rischio (quantomeno numericamente parlando e, infatti, Asamoah potrebbe essere chiamato a tornare al suo antico ruolo).

Chiudiamo con due dichiarazioni significative di Antonio Conte, buttate là alla vigilia.
La prima, proprio a proposito della carenza a centrocampo: “Non c’è tempo per piangersi addosso. Dite sempre che mi lamento, non è vero… Dico solo che è un momento in cui dobbiamo fare di necessità virtù. Poi dopo la sosta potremo rifiatare, recupereranno un po’ di giocatori. Mancano 4 partite importanti, dobbiamo stringere i denti e incrociare le dita“.
La seconda, legata al possibile passaggio in giallorosso alla fine della passata stagione: “Io cercato dalla Roma? Con Totti mi lega un’amicizia dai tempi degli Europei fatti insieme. Mi ha chiamato, abbiamo parlato della possibilità di allenare la Roma, mi ha illustrato la situazione. Poi ho fatto valutazioni in maniera molto serena, non ho sentito che fosse il momento giusto”.
*Nessuna puntata di Live – Non è la d’Urso è stata maltrattata per la realizzazione di questo articolo.