Di Lapo De Carlo
Aggiornato: 22 Febbraio 2020
La stagione dell’Inter ha vissuto di entusiasmi per un lungo periodo che è culminato con un temporaneo ma significativo ritorno alla realtà il giorno in cui si è fatta eliminare maldestramente dal Barcellona in Champions League. Il cammino è poi proseguito e, nonostante un piccolo rallentamento in Campionato, la squadra di Conte è rimasta al vertice, recuperando lo svantaggio sulla Juve e tornando in testa. L’arrivo di Eriksen ha certificato le ambizioni societarie e nessuno si è preoccupato, come prevedibile, del senso del progetto. Quando lo ha fatto Conte è stato sbertucciato da stampa e tifosi.
Il derby ha segnato quella che sembrava una svolta e invece sono arrivati due bruschi stop che hanno allontanato parecchio l’Inter da ben due obiettivi. La sconfitta col Napoli in Coppa Italia e Lazio in Campionato ha avuto il potere di cancellare in pochi giorni tutta quella scorta di euforia che sembrava irrefrenabile; persino il ritorno al successo sul Ludogorets è stato salutato tiepidamente, nonostante il primo gol ufficiale di Eriksen e un dominio in una partita giocata a ritmo blando.
L’Inter è la squadra che, essendo in tre competizioni, gioca più partite di tutti e ha poco tempo per preparare i match. Lo stesso tecnico ha parlato di un solo giorno per impostare la sfida alla Sampdoria a San Siro. Gli ultimi cinque precedenti parlano di quattro successi nerazzurri, ma la Samp ha anche vinto al Meazza nel 2016/17 con un gol beffa di Quagliarella in una partita stregata.
Sarà una partita molto difficile, non solo per l’impegno di coppa ma anche per un avversario che ha assoluto bisogno di punti, ora che è ancora ai margini di una classifica, a un passo dalla zona che porta in B. La squadra di Ranieri ha perso male tre delle ultime cinque partite e manca di equilibrio ma è anche capace di fare partite robuste come dimostra la vittoria in trasferta contro un Torino in crisi. Il tema, nonostante tutte le spiegazioni di Antonio Conte, resta quello legato all’impiego del fantasista danese ma in realtà preoccupa anche il momento di Lautaro Martinez, richiesto da Messi al Barcellona e particolarmente involuto o distratto nelle ultime gare.
Il tecnico in conferenza stampa ha parlato di serietà dell’attaccante argentino, ma la vera e unica risposta verrà dal rendimento che nelle prossime partite dovrà essere decisivo, perché probabilmente è normale se in tre partite non incide ma non sembrano esserci motivi fisici o tattici che giustifichino un calo netto del suo rendimento a febbraio, specie dopo aver saltato due partite per squalifica.
Un altro tema è Handanovic, che invece partirà ancora dalla panchina per precauzione, nella speranza che riesca a tornare già per il ritorno a San Siro con il Ludogorets e soprattutto per la sfida contro la Juventus a Torino, nella quale sarà certamente impegnato. Domani sera dovrebbe scendere in campo un’Inter con il consueto modulo 3-5-2: Padelli, Skriniar, De Vrij, Bastoni, Candreva, Barella, Brozovic, Eriksen, Young, L.Martinez, Lukaku.
Conte vuole rivedere una squadra più reattiva, dando per scontato che sarà difficile, forse impossibile vederla continua nei 90 minuti, considerando il difetto di produzione e le partite ravvicinate. Se questo non dovesse accadere forse dovrà cambiare qualcosa e pensare a soluzioni nuove. Un’evenienza a cui nessun interista spera di arrivare. In pochi giorni l’Inter deve restare in scia nel campionato e mantenere la speranza, oltre a tentare la rimonta in coppa Italia al San Paolo contro il Napoli; deve insomma restare sul pezzo e c’è poco tempo per pensare e preparare. Considerando il tipo di stagione, però, non è detto che sia per forza un male pensare poco e giocare di più.
Giornalista e direttore Radio Nerazzurra, opinionista a Sport Mediaset e TL, insegno comunicazione in Università e ad aziende. Ho un chihuahua come assistente e impartisco severe lezioni nella nobile arte del tennis ad amici e parenti.