Una vittoria preziosissima e zeppa di umiltà. Il Napoli non ha avuto timore di giocare a San Siro con personalità, ma anche con un atteggiamento da sana provinciale. Gattuso ha pensato a chiudere gli spazi di manovra all’Inter, a soffocarne le possibili iniziative, provando e riuscendo a tenere basso il ritmo della partita, per poi trovare il colpo.

Non a caso, il goal vittoria è arrivato in una delle 5/6 apparizioni azzurre nella metà campo avversaria dell’intero secondo tempo. Eppure, se sommiamo la nitida palla goal fallita da Zielinski, sul finire della prima frazione, non si ricordano altrettante clamorose occasioni da rete confezionate dalla squadra di Conte. Un Napoli No Frills, dunque, ma un’Inter che non ha mai dato la sensazione di poter travolgere l’avversario. Ha occupato il campo, questo è vero, ma sostanzialmente facendo scorrere il tempo, senza reale costrutto. Da parte sua, il Napoli di San Siro, per certi versi, è il Napoli delle sfide con le grandi: concentrato, giudizioso, non timoroso.

È una squadra, del resto, a cui in questo momento non sembra venir naturale condurre il gioco e imporsi. Chi ha ancora fresco nella mente il Napoli dominante nel palleggio e nel possesso palla, non solo con Maurizio Sarri, ma anche l’anno scorso con Carlo Ancelotti, deve resettarsi. Come sta provando a fare Rino Gattuso con i suoi ragazzi. Gli azzurri, oggi come oggi, stanno cercando una nuova identità, un modo di stare in campo, che innanzitutto aiuti a ritrovare le sicurezze smarrite. La serata di coppa potrebbe risultare molto importante, in questo tentativo di trovare uno straccio di stabilità e continuità, finché c’è ancora tempo per salvare la stagione.

A Gattuso, il compito anche di scelte difficili e impopolari. In questo momento, non appaia una bestemmia, la difesa si mostra più stabile senza Kalidou Koulibaly. Aspettando che lo straordinario KK torni quello che tutti conosciamo e apprezziamo, non è tempo di gerarchie o sentimentalismi. L’allenatore scelga chi è più in forma, chi interpreta meglio il modulo e chi ci sta di più con la testa. Rino, del resto, ha messo da parte senza troppe cerimonie il costosissimo Lozano, ma tutto sommato eravamo ancora davanti a una scelta quasi facile. Da adesso in avanti, ne avrà solo di difficili.

A scanso di equivoci, non stiamo sostenendo che vada destinato alla panca questo o quello, ma ci limitiamo a ricordare che nel giro di un mese il Napoli si giocherà ciò che resta della stagione e ha davanti a sé un bivio secco. Il nulla o qualcosa da ricordare e, perché no, alzare al cielo.

In una situazione del genere, ancora vivi nonostante una serie di orrori in campo durata due mesi e mezzo, non si può sfidare oltre modo la sorte. Cogliere il momento dei singoli, dunque, sarà decisivo nelle prossime settimane: se il gruppo sta ritrovando la giusta strada, via i propri pezzi, la differente condizione dei giocatori appare sempre più evidente. Della difesa già si è detto, a centrocampo sarà fondamentale ritrovare Allan. Con il brasiliano, affiancato all’ormai inamovibile Demme, si cerca di trovare i giusti equilibri, a lungo vanamente cercati. Da definire ruolo e personalità di Lobotka, mentre San Siro ha riacceso la luce di Fabian Ruiz. Splendido goal a parte, lo spagnolo ha finalmente fatto rivedere sprazzi della sua qualità. Lo scrivevamo proprio su queste pagine: Ruiz deve capire però che non c’è spazio per tocchi e tocchetti, che nel calcio di Gattuso si suda e si corre, anche se ai suoi ritmi compassati. In attacco, infine, le scelte sono potenzialmente tante e ieri è tornato titolare Mertens, sempre prezioso. Più che mai, così, le scelte dovranno essere un mix vincente fra esigenze tattiche e forma degli interpreti. Benvenuti nel cantiere Napoli, molto più pazzo della pazza Inter.