L’avvicinamento a Inter-Juve è sempre uno degli spettacoli più raccapriccianti da parte di diversi media e talvolta di qualche ex tesserato di una delle due società (per rispetto della privacy, non dirò di quale delle due).

Stavolta, per fortuna, il turno infrasettimanale di Coppa Italia ci ha permesso di arrivare a mercoledì notte indenni, grazie alle due partite, peraltro simili, di Juventus e Inter. Brillanti all’inizio, comodamente in vantaggio, riprese dai rivali per i già visti difetti di concentrazione e infine vittoriose ai supplementari: sono ai quarti ma senza entusiasmare e comunque stanche per il surplus di trenta minuti toccato a entrambe.

Proviamo a disintossicarci dai consueti (e indecenti, perché in questa fase non dovrebbero essercene) spifferi su Suarez usciti a tarda sera, subito dopo le partite, utili ad avvelenare subito l’atmosfera; superiamo anche la tragicomica idea di alimentare veleni con l’intervista a Felipe Melo che commenta l’etica di Chiellini (avete letto bene, Felipe Melo giudica l’etica di Chiellini), insomma liberiamoci dal penoso abituale contesto con cui ci si avvicina a questa partita. A proposito di toni eccessivi e di rispetto troppo spesso latitante, da un video dell’ex arbitro Marelli, da sempre attento a spiegare regolamenti e anomalie, vengo a sapere che Orsato non dirige l’Inter per ragioni di opportunità da due anni e mezzo, da quel famoso match deciso da Higuain – o da Spalletti e i suoi cambi, se preferite – che invece nel disastroso racconto del calcio di queste parti è rimasto celebre solo ed esclusivamente per il mancato doppio giallo di Pjanic durante la ripresa. Evitare veleni che si protraggano per mesi e per anni per degli eventuali errori arbitrali, ho l’ardire di supporre, contribuirebbe a rasserenare i direttori di gara, ci risparmierebbe casi di questo tipo e aiuterebbe a distendere anche i rapporti tra tifoserie, che non hanno certamente bisogno di essere aizzate. Che ne dite, dopo quarant’anni di processi, moviolate e titoloni indignati?

Chiusa parentesi, torniamo a noi, quindi al campo.
Difficile dire chi arrivi meglio alla partita: l’Inter è fuori dalla Champions, ha perso punti nelle ultime due giornate ma era reduce da 8 vittorie consecutive; prende troppi gol ma quando attacca, soprattutto grazie agli inarrestabili Hakimi e Lukaku, riesce pressoché sempre a portare a casa i tre punti. Sarà pressoché al completo, vantaggio importante per chi ha a disposizione una rosa così vasta e dunque anche dei cambi capaci di incidere.

Quanto a noi, a livello di risultati le cose vanno ancora meglio, perché nel 2021 abbiamo solo vinto, per di più contro squadre complicate da affrontare – con Milan e Sassuolo non è facile per nessuno -, si è rivisto Chiellini, è tornato Morata, ma la squadra troppo spesso si rilassa durante la partita, rimettendone in discussione (o compromettendone, come contro la Fiorentina) l’esito. Soprattutto, ecco il vero allarme, mancano tre titolari tra i più importanti in assoluto, quali Cuadrado, Alex Sandro e il fondamentale de Ligt (come fermeremo Lukaku?) oltre a Paulo Dybala, che quantomeno ha un’alternativa alla sua altezza da schierare al fianco di Cristiano Ronaldo.

Fa bene Pirlo, tuttavia, a tenere lontana la tentazione degli alibi: in classifica siamo tornati nelle parti alte, metteremo comunque in campo una formazione di grande qualità, panchina compresa, e se è vero che Hakimi è travolgente e i nostri esterni bassi titolari non ci saranno, non ci dimentichiamo che con Chiesa e Kulusevski sappiamo fare male in quelle zone di campo anche noi. Che se vinceremo, tutto sarà definitivamente riaperto ma che comunque vada, anche nel peggiore dei casi, nulla sarà deciso e saremo ancora in ballo su tutti i fronti.
E non tutti, a metà gennaio, possono dire la stessa cosa.