Inter is on fire. Vincere davanti a 76.000 persone un derby ha un valore che trascende dall’importanza della competizione. L’Inter ha battuto 3-0 un Milan che ha giocato a calcio dal primo all’ultimo minuto, senza mai arrendersi e dimostrando quanto entrambe le squadre tenessero a questo impegno.

È difficile ricordare quante altre semifinali di Coppa Italia abbiano avuto una cornice del genere in passato. A Milano ci sono state altre sfide del genere ma questa ha il valore aggiunto di essere stata una partita tra le prime due in campionato, aumentando il prestigio di una città che per anni ha viaggiato troppo sotto il suo standard.
Ora si tratta di capire quante energie nervose sono state spese e quanto inciderà nelle due partite che attendono Inter e Milan con le romane.

La squadra di Inzaghi ha giocato un primo tempo di incredibile spessore, mostrando un agonismo che ricordava molto quello della prima parte di stagione. Il Milan ha arrancato, pur restando in partita, dopo il bellissimo gol di Lautaro e ha tentato di rientrare in partita con alcune occasioni ottenute dopo la metà del primo tempo, proprio mentre la squadra di Inzaghi stava rifiatando prima di piazzare la stoccata ancora con l’argentino per il 2 a 0.
Nella ripresa i rossoneri hanno fatto la partita, caricando a testa bassa ma l’Inter ha tenuto il muro, capitolato solo al culmine di un’azione controversa. Un gol annullato al Milan per fuorigioco, che ha causato proteste e persino la reazione smodata di Pioli in televisione.

Il 3-0 di Gosens firma un punteggio troppo punitivo per il Milan, ma dimostra come Inzaghi abbia capito che per vincere non si deve per forza andare all’attacco per 90 minuti.
Contro la Juventus l’Inter ha arretrato il baricentro e fatto una partita di sacrificio, ottenendo una vittoria esteticamente brutta ma incredibilmente efficace. Con il Milan la scelta di aspettare gli avversari è stata vincente ma anche in questo caso rischiosa.
L’Inter non può ragionevolmente giocare il calcio spumeggiante che vorrebbe Inzaghi per 90 minuti, quest’anno ha perso partite importanti negli ultimi minuti, dopo aver giocato alla grande per 70 minuti (Milan, Real Madrid, Liverpool, Lazio…) e così il tecnico deve aver calibrato diversamente il piano partita.

I limiti restano ma la volontà di non assecondarli sono encomiabili e per questo il 3-0 è a maggior ragione un grande risultato.
Sul tema di quanto il derby possa indirizzare l’esito del Campionato, non ha senso credere davvero che possa smorzare le velleità degli sconfitti. Al contrario è probabile che il Milan domenica all’Olimpico faccia una grande partita, ma è vero che la vittoria nel derby, con lo stadio tutto esaurito, può essere un gran carburante per la squadra che sarà costretta a giocare due partite in più rispetto a tutti gli altri.

Una mezza follia costringe una squadra impegnata in una lotta scudetto a disputare una partita tanto importante a due turni dal termine. L’Inter non ha una rosa tanto ampia e per questo Inzaghi dovrà fare scelte coraggiose, coinvolgendo tutta la rosa, diversamente rischia di trovarsi con lo stesso problema avuto a febbraio e marzo.
Il tecnico nerazzurro ha dichiarato che bisogna capire quante energie nervose sono andate perse e che bisognerà riguadagnarle in fretta. Il punto è proprio quello perché da un punto di vista fisico la squadra non può calare repentinamente ma da quello mentale essere obbligati a vincere richiede uno sforzo mentale al quale deve partecipare tutta la rosa e non solo i titolari. Roma e Bologna sono in fiducia e per questo la notte di Coppa Italia deve diventare solo gasolio. L’Inter vincerà lo scudetto solo se riuscirà ad affrontare le ultime partite con la stessa serietà.