Ricapitoliamo: Bastoni è un giocatore che interessa molto al Tottenham, i londinesi pagherebbero una cifra piuttosto elevata che permetterebbe all’Inter di arrivare all’attivo di bilancio e affrontare meglio il calciomercato, ma Alessandro Bastoni vuole restare all’Inter e pensa persino ad un futuro da capitano. Lautaro Martinez suscita l’interesse internazionale di diversi club ed è il giocatore che verrebbe pagato di più ma anche lui sostiene di non aver alcuna intenzione di indossare un’altra maglia.
Skriniar è considerato da tutti come un giocatore identitario, il premio di Radio Nerazzurra “l’interista dell’anno” assegnato dai tifosi a chi interpreta al meglio la cultura del club, ne è una perfetta testimonianza. Ho parlato personalmente con lui e per quanto non potesse dirmi il contrario, era palese la sua volontà di restare in nerazzurro a lungo.
Barella è un giocatore centrale ma per lui non si parla di offerte irrinunciabili.
Dumfries dopo l’iniziale interessamento di Atletico e Bayern è in stand by.
Brozovic è intoccabile e ha firmato il rinnovo diventando il perno dell’ossatura.
Il denominatore comune di queste potenziali cessioni è che nessuno vuole lasciare l’Inter, c’è voglia di riscatto per la prossima stagione ed è un valore non facilmente stimabile.

Partiamo da questo assunto per comprendere come da una parte sia impensabile immaginare un’Inter che resti con tutti i big e, nel contempo, fa il mercato della prossima stagione, sapendo che deve farcire nel miglior modo possibile la panchina e trovare un attaccante di riferimento. Non siamo nella testa di Marotta e Ausilio ma è certo che sapranno trovare gli incastri per far quadrare i conti. Il problema è che per il secondo anno consecutivo l’Inter è costretta a vendere per avere tra i 60 e gli 80 milioni di attivo nel saldo del calciomercato, come nel periodo tra il 2011 e il 2018, quando il club non riusciva ad arrivare nemmeno in Champions.

Hakimi è rimasto un solo anno, ha attecchito per la sua qualità ma alla fine la sua cessione è stata metabolizzata, Lukaku prima di redimersi ha tradito nel modo peggiore, Conte ha lasciato senza motivo, Eriksen è stata la pioggia sul bagnato.
Quest’anno la situazione vede tanti giocatori legati alla maglia e non ci sono giocatori di passaggio che siano spendibili sul mercato ma solo potenziali bandiere che nessuno vorrebbe vedere con altre maglie.
Qualunque cessione sarà più che dolorosa perché va ad intaccare il gruppo e quel senso di squadra così difficile da ricomporre.
Perisic se ne è andato con la scusa di un rinnovo che non gli sarebbe stato offerto in tempi ragionevoli. La realtà dice che di Perisic si parlava già ad ottobre 2021, quando aveva comunicato alla dirigenza che voleva lasciare, poi ci aveva ripensato e le due parti si erano rimesse al tavolo a inizio di quest’anno. Sostenere che l’Inter non gli abbia offerto il rinnovo molto prima è falso. Ha voluto andare via perché voleva giocare in Premier e gli offrivano un milione in più. Punto.

Ora i giocatori più reclamizzati per la prossima stagione sono Lukaku, il cui clamoroso dietrofront sta mettendo in difficoltà il Chelsea, Dybala che è più facile da raggiungere ma non insieme a Lukaku e Lautaro per impraticabilità economica, Bremer, su cui c’è anche il Milan, forte del cambio di proprietà, Asllani e Mkhitaryan.
Qualcuno di questi arriverà ma questa deve essere l’ultima stagione in cui Suning sottopone l’Inter a questa modalità di esercizio. Giusto essere virtuosi ma non restando proprietari di qualcosa che non si ha più la possibilità di guidare.
Tra un anno e mezzo scadrà il prestito di Oaktree ma c’è bisogno di risposte molto prima.